José Rodolfo Pires Ribeiro, meglio noto come Dodò, si racconta ai microfoni del Corriere dello Sport, spiegando gli obiettivi che intende raggiungere in nerazzurro e le tante soddisfazioni che punta a togliersi in nerazzurro dopo aver visto sfumare lo Scudetto a Roma: 
 
Dodò, qual è stato il primo pensiero quando le hanno detto che l’Inter la voleva? 
"Sono stato contento e mi ha fatto piacere dopo due anni con la Roma che una squadra così importante come l’Inter pensasse a me. Insieme al mio procuratore abbiamo capito che questa era la migliore opzione per me ed eccomi qua". 
Quanto ha pesato nella sua scelta la presenza sulla panchina nerazzurra di Mazzarri, un tecnico che in carriera ha valorizzato diversi esterni? 
"Ha pesato tantissimo. Gli esterni con lui fanno bene perché Mazzarri dà grande importanza allo sviluppo del gioco sulle fasce. Ero consapevole di questa fama del nostro allenatore e non ho avuto dubbi". 
Di lei dicono che dia il meglio quando deve spingere, mentre in difesa... 
"Fin da piccolo ho sempre mostrato le migliori qualità in fase offensiva, ma in Italia sono migliorato anche in copertura. Ho lavorato per crescere e lo farò ancora". 
Più difficile fare una diagonale difensiva o piazzare un bel cross? 
"Credo di essere capace di entrambe le cose". 
E pensare che da bambino faceva un altro ruolo... 
"Ero un centrocampista offensivo o all’occorrenza un trequartista e affinavo la tecnica disputando tre partite a week end: una di calcio a 5, una di calcio a 8 e una di calcio a 11. Ho iniziato per strada, ma sono l’unico sportivo della mia famiglia perché né mio padre né mia sorella hanno mai fatto sport. Quando a 15 anni sono arrivato al Corinthians il mio allenatore di allora ha deciso di sfruttare sulla fascia la mia corsa". 
Ecco spiegato perché il suo idolo era Ronaldo. 
"Quando il Brasile ha vinto il Mondiale del 2002 avevo 10 anni e Ronaldo è stato protagonista assoluto con i suoi gol. Ho avuto la fortuna di giocarci insieme al Corinthians ed è stato un privilegio. Mi sono fatto dare un paio di sue magliette e le sue scarpe: le conservo con grande cura". 
Lo scudetto che non ha vinto con la Roma può conquistarlo con l’Inter? 
"Sì perché questo è un progetto importante che nei prossimi anni prevede che la squadra sia rinforzata con nuovi acquisti e con la crescita dei giovani. Come ha detto il presidente Thohir l’obiettivo è vincere lo scudetto nei prossimi anni". 
E il traguardo per la prossima stagione? 
"Far meglio dello scorso anno in campionato e disputare un bel torneo anche in Europa. Sarebbe importante arrivare fino in fondo all’Europa League per l’Inter, ma anche per l’Italia che vuole risalire nel ranking Uefa". 
Che percezione c’è in Brasile del calcio italiano in crisi e in flessione rispetto al passato? 
"E’ considerato un po’ indietro come era indietro quello brasiliano prima che costruissero i nuovi stadi. Quelli sono fondamentali per l’intero movimento". 
Nella Roma ha giocato con Lamela. Farebbe comodo uno come il Coco all’Inter? 
"Sicuramente perché Erik è giovane e forte. Lo scorso anno ha avuto delle difficoltà a livello fisico in Inghilterra, ma rimane un campione e se dovesse venire all’Inter, ci aiuterebbe tanto". 
Perché lei ha deciso di lasciare la Roma? 
"Perché l’Inter mi ha presentato un progetto nel quale posso essere più partecipe. A livello personale avrò una visibilità molto grande e per me potrà essere utile anche in chiave nazionale". 
Alla prima convocazione nella Seleçao pensa un po’? 
"E’ il mio obiettivo e, dopo le chiamate con l’Under 17 e l’Under 20, sono convinto che l’Inter mi darà la spinta per arrivare nella Seleçao". 
Ha qualche rammarico se ripensa ai due anni alla Roma? 
"No". 
La sua bacheca dei trofei però è rimasta vuota. 
"Siamo arrivati in finale di Coppa Italia e purtroppo abbiamo perso contro la Lazio. La scorsa stagione invece abbiamo lottato fino alla fine per lo scudetto, ma non ce l’abbiamo fatta". 
Pensa di essere arrivato alla Roma troppo presto e di non aver espresso tutto il suo potenziale? 
"No, sono arrivato all’età giusta. Ho avuto solo la sfortuna di farmi male a neppure vent’anni (rottura del crociato destro, ndi) e quando sono sbarcato a Roma ho avuto bisogno ancora di un po’ di tempo per recuperare". 
A maggio quando si è infortunato al ginocchio negli Stati Uniti durante l’amichevole dei giallorossi contro l’Orlando City ha rivisto i fantasmi del passato? 
"Un po’ di paura l’ho avuta perché non sapevamo cosa fosse successo. Finché tutti i controlli non hanno escluso un problema grave, non sono stato tranquillo. Ora sto benissimo". 
Un messaggio per le tifose interiste che su Internet hanno già iniziato a inviarle complimenti e... apprezzamenti: Dodò è fidanzato o single? 
"Single". 
Qual è il suo sogno per questa stagione? 
"Raggiungere gli obiettivi che la società ha fissato e giocare il più possibile". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 19 luglio 2014 alle 07:59 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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