Un buon allenamento in vista del match contro il Barcellona. Al di là della battuta di un raggiante Massimo Moratti, la prestazione dell'Inter contro il Milan, in una sfida delicata anche se arrivata solo alla seconda giornata, rappresenta un barlume di luce su quello che questa squadra può essere realmente. I rossoneri erano convinti di potersela giocare alla pari, ma la vittoria a Siena è stata un boomerang. Quella vista sabato sera sul terreno di gioco di San Siro è stata un'Inter perfetta che, salvo i primi 15 minuti, come dire, di studio, ha preso in mano le redini dell'incontro e l'ha controllato a proprio piacimento, colpendo al cuore la difesa di Leonardo ogni volta che se ne creava l'opportunità. Difesa arcigna, centrocampo ordinato e due attaccanti sempre pericolosi. Finalmente, cosa che non avvadeva da molti mesi, si è vista una vera 'squadra', in cui nessuno emergeva più di tanto rispetto ai compagni, tutti remanti verso la stessa direzione. Con Zlatan Ibrahimovic questo non era possibile, non per mancanza di talento negli altri nerazzurri, ma soprattutto per lo strapotere anarchico dello svedese, la cui classe e imprescindibilità metteva quasi in ombra gente che oggi merita a ragione la prima pagina dopo il derby: Stankovic, Chivu, Zanetti, Samuel, Maicon.
Poi, gli innesti, i nuovi volti, hanno confermato la bontà degli investimenti di Moratti: Milito splendido anche in fase d'appoggio, Eto'o sempre pericoloso, Thiago Motta un autentico fattore anche in zona gol, Sneijder sempre al suo posto nonostante fosse al primo impatto interista, Lucio sicuro come non mai. Insomma, tutti decisivi come fino a poco tempo fa era Ibrahimovic. E Mourinho a fine gara lo ha riconosciuto: adesso la sua Inter non dipende più da nessuno tranne che da sé stessa. Un traguardo che lo Special One inseguiva anche alla sua prima stagione italiana, soffocato però dalla presenza 'ingombrante' di un fenomeno come Ibrahimovic che, nel bene e nel male, rappresentava il polso dello stato di salute dell'Inter. Il suo addio, dunque, oggi non sembra più una tragedia anche ai più nostalgici. L'Inter vista in campo contro il Milan può camminare, anzi correre senza il Genio di Malmoe. Adesso però bisogna attendere le conferme di turno, il vero test sarà il 16 settembre sempre a San Siro, quando sarà proprio lo svedese a testare con mano il cambiamento che dalla sua partenza ha caratterizzato la sua ex squadra. Ma dopo sabato la fiducia dei tifosi e dell'ambiente calcistico è ai massimi livelli.
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