"So che alcune persone devono essere rimaste scioccate delle mie dichiarazioni riguardo al fatto che se ne fossi un giocatore sarei un assassino, ma mi spiego. Ho concesso un'intervista a un mezzo di stampa italiano, parlando in italiano e, in quel momento, non trovavo la parola nella lingua. In realtà volevo dire che se non fossi un giocatore sarei potuto restare invischiato nel mondo del crimine, perché le occasioni positive in una comunità come quella di São Gonçalo, dove vivevo quando giocavo nel Flamengo, non sono molte, ma non avrei mai il coraggio di uccidere qualcuno. Di certo non sarei un assassino". Così Felipe Melo sulla propria pagina Facebook rettifica il contenuto dell'intervista concessa a Sky Sport.

Il brasiliano, dopo aver ribadito la propria fede in Dio, sottolinea inoltre di non aver mai sperimentato droghe e di avere sempre odiato le sigarette, per questo "ho sempre rispettato il mio corpo e arrivo a 32 anni giocando ad alti livelli. Sono felice di essere titolare in una squadra come l'Inter e non permetterò che questa cosa rovini il mio momento. Ma non do colpe al canale, perché sono stato io a esprimermi in maniera sbagliata. Non mi piace mai perdere, ecco perché la mia voglia e la mia determinazione in campo, ma sono un bravo ragazzo, che ama sua moglie e i suoi quattro figli. Di certo l'essere competitivo mi ha portato a questa grande vittoria nella vita personale e professionale".

Sezione: Focus / Data: Lun 25 aprile 2016 alle 17:29
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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