I dettagli, quelli che poi fanno la differenza, hanno tradito l'Inter sia col Milan che con l'Atletico. A Madrid la sentenza è arrivata in pieno recupero su calcio d'angolo: Fabio Capello ne parla alla Gazzetta dello Sport e ribadisce alcuni concetti a lui particolarmente cari.

Qual è il segreto per difendere bene sui calci da fermo?
"Ci sono diverse scuole di pensiero: si può usare la zona, marcare a uomo o utilizzare un sistema misto. In teoria, la zona ti consente di occupare tutta l’area, mentre marcare a uomo è più semplice, perché uno va su uno. Nella pratica, però, è sempre bene adattarsi sia alla propria squadra che a quella avversaria, di partita in partita".

Un esempio?
"Se tu sai che Gimenez è un eccezionale colpitore di testa, difendere totalmente a zona come ha fatto Chivu è pericoloso. E il perché è semplice: il giocatore dell’Atletico è intelligente, legge dove sei più vulnerabile e parte in corsa da un punto morto, senza avversari nelle vicinanze. Guardate il gol: Gimenez arriva a duemila, potendo staccare liberamente. A quel punto, contrastarlo in cielo diventa dura".

Cosa avrebbe fatto lei?
"Io ero solito sistemare due o tre uomini a zona, mentre gli altri marcavano a uomo. In particolare, l’avversario più forte deve essere tenuto già da prima che parta il corner".

E se non ho un saltatore in grado di tenere uno come Gimenez?
"A maggior ragione mi metto a uomo. Da calciatore al Milan dovevamo affrontare la Juventus, dove giocava Bettega, pericolo numero uno di testa. Anquilletti, che non era un pennellone (175 cm, ndr) ma tosto in marcatura, disse subito: “Sui corner lo tengo io”. Bettega non la strusciò nemmeno. Non c’è bisogno che il difensore arrivi sulla palla, basta che impedisca all’attaccante di fare gol, sbilanciandolo al momento di colpire o non facendolo staccare".

Sezione: Focus / Data: Ven 28 novembre 2025 alle 08:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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