Dopo la prova autoritaria di Firenze, l'inserimento del freno a mano contro il Cagliari di fronte al Presidente Erick Thohir, che dal vivo ha visto vincere solo il derby, che comunque fa per tre. Che nervi contro i sardi. Altri due punti buttati a San Siro, mentre Fiorentina e Napoli non decollano, vedi  pareggi del giorno dopo con Parma e Genoa. Il terzo posto che regala il preliminare di Champions è lontano, lontanissimo, ma non sarebbe proprio un miraggio, vista le difficoltà del Napoli, specialmente al San Paolo.

Purtroppo anche la 'mosceria' della Beneamata tra le mura amiche costringe al condizionale. Il primo tempo contro il Cagliari, che peraltro arrivava nel Tempio in gravi difficoltà psicologiche, è stato inguardabile, tanto per essere gentili. Formazione iniziale sbagliata da Mazzarri o comunque poco creativa? Probabile, ma non basta. Troppo grave l'assenza di Hernanes? Per quanto il Profeta possa alzare e molto il tasso tecnico nerazzurro, sembrerebbe una bestemmia considerare l'ex laziale già elemento imprescindibile dopo appena due gare giocate, anche se vinte. 

A mio avviso, l'elemento scatenante dello squallore del primo tempo va ricercato nell'assenza di spirito combattivo.  Mancava quella voglia di arrivare primi sul pallone a prescindere dalla bontà di manovra, quel desiderio di arrivare prima possibile nell'area avversaria per tentare di passare in vantaggio e costringere l'avversario a modificare il suo piano tattico.  Tran-tran a centrocampo, con uno stucchevole possesso palla senza avere fini palleggiatori. Punte che aspettavano il pallone tra i piedi in modo sonnacchioso, senza andarlo a conquistare nello spazio. 

Difesa ed esterni che non creavano già da dietro i presupposti della superiorità presunta. Pubblico che, esclusa la solita ed encomiabile Curva Nord, assisteva senza trascinare. Primi tempi così, a San Siro, si sono erano già visti contro formazioni medio piccole, penso a Inter-Catania. Domenica scorsa, dopo i canonici quindici minuti di intervallo, iniziava la ripresa e cambiavano molte cose, compreso il risultato a causa del rigore concesso ai sardi. Cambiava qualcosa nella formazione,  benedetto l'ingresso immediato di Icardi al posto di un Milito che arranca, cambiava molto nelle menti dei giocatori. E allora, senza fare nulla di trascendentale, ecco l'Inter che vorremmo: rapida, essenziale, incisiva, pericolosa.

Il pareggio di Rolando, su imbeccata al bacio di Icardi, è stata la diretta conseguenza del mutato atteggiamento, il mancato raddoppio da imputare solo alla sfortuna (paratona di Avramov su Palacio e traversa di Icardi) e alla cronica cecità arbitrale (mancata concessione di un rigore sullo stesso Icardi). Al fischio finale la maggioranza dei tifosi nerazzurri si sarà chiesta: "Perché non hanno giocato così dall'inizio?". E io aggiungo: perché invece a Firenze i ragazzi hanno preso alla gola l'avversario sin dal primo secondo di gara? Forse la paura della trasferta contro una squadra che quest'anno può essere più forte, aumenta la concentrazione? Mentre al Meazza una inconscia sottovalutazione dell'impegno, unite alla difficoltà di produrre gioco efficace contro chi si chiude in partenza, crea l'impasse iniziale?

Quesiti a cui dovrà rispondere, trovando la soluzione, Walter Mazzarri. Intanto sabato si va a Roma. Sarà durissima strappare anche un pareggio, ma ho la sensazione che anche i giallorossi dovranno sudare molto per vincere. La gara fa paura ai nostri e quindi offre le motivazioni giuste. Sperando che possa giocare dal primo minuto il suo personalissimo derby Profeta Hernanes. Inciso: la Roma giocherà senza il suo tifo più caldo, curve e distinti sud chiusi. Un altro passo verso la fine del calcio per colpa di norme imbarazzanti, ma questo è un altro discorso. Intanto, mentre Thohir getta le basi, interessanti, per il futuro, nel presente segna un gran gol Fredy Guarin: "Sono pronto a firmare  vita per l'Inter", ha tuonato il figliuol prodigo colombiano dimenticando definitivamente i pruriti bianconeri. Bravo Fredy, ora aggiusta la mira anche sul campo. A partire da sabato allo stadio Olimpico.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 26 febbraio 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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