Il felice Natale interista arriva come un dono inusuale per una squadra abituata a soffrire per vincere, livellando il suo calcio a seconda dell’avversario. In questa occasione il coefficiente di difficoltà era particolarmente elevato per un numero di assenze che prima della partita sembrava essere più numeroso.

L’ufficialità delle formazioni ha invece attenuato il disagio, grazie alla presenza dal primo minuto di Candreva e Gagliardini, con Stefano Sensi finalmente a disposizione.

Esposito in campo, vicino a Lukaku ma Godin alla seconda panchina consecutiva, rinfocolando i cattivi pensieri sul giocatore che le voci della settimana davano come partente nel mercato di gennaio.

La partita si è rivelata vicina ad una formalità, con un Genoa mai pericoloso nel primo tempo, nemmeno in modo velleitario. L’Inter ha impiegato mezz’ora per sbloccare la gara e da quel momento è andata in controllo, amministrando il doppio vantaggio ottenuto in un respiro, passando da un errore davvero incomprensibile dell’arbitro Pairetto che aveva ammonito Romero e, nell’occasione del fallo di mano ai limiti della sua area, non lo ha espulso come da regolamento, fino ad arrivare al 20° della ripresa, quando al rigore su Gagliardini è andato in scena il momento più coinvolgente della serata. Lukaku, incaricato della battuta, ha sentito qualche coro su Esposito e ha immediatamente ceduto il pallone al giovanissimo, permettendogli di andare sul dischetto. L’attaccante, emozionatissimo, ha sistemato la sfera sul dischetto, San Siro ha abbassato i decibel ed è esploso quando l’ultimogenito della squadra ha tirato sulla sinistra con la velocità giusta per non permettere a Radu di arrivare in tempo.

Gioia ed esultanza da primo gol in carriera a San Siro, seguito dal gol del 4-0 in grande scioltezza con il colpo di tacco di Candreva e la giocata esplosiva di Lukaku che ha realizzato un gol alla Rummenigge, per certi versi simile a quello che fece in un derby terminato 2-2 nel 1985.

L’Inter ha dunque superato magistralmente la prova grazie alla sua organizzazione, alla vena di Lukaku e Gagliardini, unita all’intensità di Candreva e alle corse generose di Esposito, sempre in pressione sul primo passaggio dei genoani.

La squadra di Thiago Motta, ad un passo dall’esonero, rispetto a quella di inizio stagione sembra una controfigura: apatica, svogliata e priva di stimoli.

L’Inter chiude l’anno in testa, sancendo la sua crescita esponenziale e mangiandosi le mani per il pareggio di Firenze, specie con un avversario che avrebbe dovuto essere liquidato con più cinismo. Ha ragione Conte nell’affermare che l’Inter avrebbe potuto vincere contro Roma, Barcellona e Fiorentina (più con le ultime due che con i giallorossi), rimediando due pareggi e una sconfitta che è di fatto l’unica vera delusione di questa prima parte della stagione, considerando che il passaggio agli ottavi rappresentava un importante traguardo stagionale. Ora Europa League, Coppa Italia e la lotta scudetto, con un mercato in arrivo, possibilmente da risolvere nei primi giorni di gennaio.

Valverde ha cancellato le speranze che Vidal possa arrivare, sostenendo che il giocatore è importante e non si muoverà da Barcellona. Se è vero che Kulusevski è un obiettivo possibile ma solo da giugno, in questo momento la carta più probabile resta quella di De Paul. Il resto è legato alla speranza di prendere Alonso e al dubbio di un attacco da rimpolpare, ora che Sanchez sembra essere sulla via del rientro ed Esposito è una quarta punta sempre più affidabile.

A tutti voi un felice Natale, da tutta la redazione di Radio Nerazzurra.    
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 22 dicembre 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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