Che bella serata. Davvero. Il 2023 non poteva iniziare meglio per i colori nerazzurri, dopo una lunga pausa che oltre al mondiale ha dato spazio alle solite polemiche societarie e alle aspettative disilluse di un mercato che noin offrirà grandi gioie in questo gennaio. Poco importa, tornare a vedere la squadra in campo, dopo l'antipasto delle amichevoli di fine 2022, è stato un toccasana per tutto l'ambiente, che bramava una prestazione di tale portata contro quella che molti opinionisti avevano definito una delle più spettacolari squadre d'Europa. A ragione, bisogna ammetterlo. Serviva vincere per cullare ancora sogni di rimonta scudetto, non c'erano alternative convincenti. Anche un pareggio avrebbe avuto il sapore amaro dell'occasione sprecata. Invece l'Inter è tornata sul rettangolo verde con lo stesso piglio dell'ultima trasferta di Bergamo, pronta a sporcarsi le mani, a stringere i denti, a mostrare anche il lato 'cattivo' quando necessario, senza mai rinunciare alla qualità del gioco e della manovra, ieri sera per nulla inferiori rispetto alla capolista. 

Alla fine l'ha decisa un colpo di testa di Dzeko, ma il bosniaco finalizza una giocata di rara bellezza, partita dal mancino di Mkhitaryan, transitata da quello di Dimarco e poi conclusa dal numero 9 con un inserimento di pura potenza. Bello, bellissimo, da alzarsi e applaudire a prescindere dalla fede calcistica. Inzaghi ha accettato di lasciar palleggiare il Napoli, aspettandolo e provando a colpirlo con rapidi contropiede, nella speranza che il ritorno di Lukaku potesse fare la differenza. Niente da fare, il belga è sì stato molto partecipativo, ha provato le sue classiche iniziative di fisico e corsa, ma senza essere al massimo della condizione fisica è impensabile raggiungere certi picchi. C'è ancora molto da lavorare, con l'atteggiamento positivo che lo contraddistingue.

Dopo una partita emotivamente impegnativa, servirebbe la lente d'ingrandimento per trovare un nerazzurro che non abbia fatto appieno la propria parte. Anche chi è entrato nella ripresa (Correa a parte, ma meriterebbe un'enorme parentesi) ha dato una mano, correndo per i compagni rimasti in campo e stremati. Un concetto di squadra sublimato in 94 minuti di alto livello, in cui il Napoli, al di là di una manovra spesso avvolgente, è letteralmente andato a sbattere contro un muro rappresentato dai tre dietro ma anche da tutti i giocatori che hanno contribuito alla fase difensiva, nessuno escluso (unico tiro in porta, Raspadori al 91'). E non è un caso se sia stata proprio l'Inter a creare più volte, soprattutto nel primo tempo, i presupposti per segnare: contenimento e ripartenza, sfruttando i limiti tattici che Spalletti finora è riuscito a nascondere benissimo sia in Italia sia in Europa. E questo rende ancora più merito al modo in cui Inzaghi ha preparato la super sfida del Meazza, la classica ultima spiaggia per dare un senso alla corsa scudetto dei nerazzurri.

Certo, la capolista dista ancora 8 punti, ma in una serata in cui le altre inseguitrici, Lazio a parte, hanno tutte timbrato il primo cartellino del 2023 la vittoria era ancora più d'obbligo. E può davvero svoltare la stagione dell'Inter, prima in grado di sconfiggere, in modo anche eloquente, l'unica squadra ancora imbattuta in Europa. La strada è quella giusta, ora testa subito al Monza, la più classica delle trappole.

Mkhitaryan per Dimarco per Dzeko. Il calcio è un gioco semplice.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 05 gennaio 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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