Ufficialmente e ufficiosamente l’Inter sapeva già di avere in casa un diamante grezzo. Un campioncino in erba che potrà arrivare lontanissimo. La società nerazzurra – ma nemmeno Chivu – non credo sia rimasta così sorpresa della prestazione di Pio Esposito contro il River Plate (precisato che pure con l’Urawa aveva giocato bene). Questo perché, ufficialmente e ufficiosamente, lo ritengono davvero il 2005 più forte in circolazione. Il ragazzo, che se non si perde con la testa avrà per forza un futuro radioso, potrà arrivare lontanissimo. E la verità è che essersi svegliati alle 3 di notte per lavorare non è il massimo. Ma diventa più che piacevole quando assisti alla nascita di una possibile stella.

Il campano ha ripagato tutti della levataccia. E oggi è già un beniamino dei tifosi nerazzurri, che in lui, visto il percorso effettuato, rivedono un bambino che sogna di giocare a calcio, di sfondare con la maglia con cui è cresciuto e poi – in una cornice globale e contro una squadra che più blasonata non si può -, segna sostanzialmente il gol qualificazione. Quello che dice al mondo: “Ehi, piacere, io sono Francesco Pio”. Quello che ripaga chi ancora vede romanticismo in questo sport. Quello che alle 5 e mezza, 6 del mattino continui a riguardare tutto gasato al termine della partita perché percepisci possa essere l’inizio di una storia bellissima.

E allora che si prenda la miglior decisione possibile sul ragazzo. Se resta, deve giocare, non titolare ovviamente, ma deve poter sbagliare e avere le sue occasioni. Se va via in prestito, che sia in una squadra che punta davvero su di lui. E non lo fa tanto per. Il Mondiale per club è una manifestazione sicuramente particolare e trarre giudizi definitivi è complicato per X, Y, Z motivi. Ma l’attaccante è forte, zero dubbi su questo. E i numeri dicono che ha già segnato su azione gli stessi gol di Correa e Taremi. Un dato che deve far riflettere sulla stagione in corso e su quella futura.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 27 giugno 2025 alle 00:00
Autore: Simone Togna
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