Intervistato dal Corriere dello Sport, Dino Zoff affronta i temi relativi al Mondiale per Club e al momento duro per la nazionale azzurra. "Il Mondiale? Non mi sembra un granché", dice.

Zoff, anche lei quindi non è tra i fan del torneo di Infantino? 
"Mah, che dire. Vedo che ci tengono soprattutto le brasiliane. Le europee sono cotte dopo una stagione massacrante. La passerella americana sarà sicuramente remunerativa, però io sono figlio di un altro calcio". 
 
Spagna ‘82, le sue parate, Paolo Rossi, Bearzot. Ci vorrebbe un po’ di quello spirito per curare una Nazionale ferita. 
"Magari bastasse solo quello, il calcio non sarebbe uno sport, ma una preghiera. La verità è che ci vogliono i calciatori forti". 
 
Non ne abbiamo? 
"Ne abbiamo pochi. E il campionato non aiuta i selezionatori visto che in Serie A ci sono sempre più stranieri". 
 
Non creiamo più talenti o non gli diamo le opportunità per emergere? 
"I talenti non si formano, i talenti nascono". 
 
E perché non nascono più? 
"Per una serie di fattori. I giovani possono scegliere tra molti più sport, i genitori sono opprimenti, le scuole calcio deprimono la tecnica a favore della tattica e non si gioca più per strada. E poi facciamo meno figli. Nel ‘60-’70 il mio Friuli dava 12 calciatori alla Serie A, ora credo 2-3". 
 
Gattuso ct cosa potrà dare? 
"Equilibrio. In Norvegia siamo andati a fare il Barcellona... e loro hanno fatto l’Italia: tre contropiedi, tre gol. L’importante è che si ritrovi un po’ d’ambizione". 

Sezione: News / Data: Lun 30 giugno 2025 alle 13:40 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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