Quella che l’Inter e Leonardo si apprestano a vivere mercoledì sera è forse una delle ultime serate da brivido di questa stagione. Personalmente, credo che il campionato nerazzurro (o per lo meno le residue speranze di scudetto) si siano azzerate domenica sera, dopo le fiammate di Seedorf e di Pato, con il solo Napoli che potrebbe giovare di uno scivolone rossonero, che al momento mi sembra difficile. Figuriamoci se ne possono avvenire due, quelli necessari a rinverdire le speranze tricolori nerazzurre. L’entusiasmo di questi giorni alla Pinetina è molto bello da vedere, con i tifosi che credono ancora nelle due rimonte. Un ottimismo che però non mi ha pervaso del tutto, in quanto cozza con la realtà delle cose. I nerazzurri hanno speso tantissimo in questa lunga rincorsa al Milan, salvo squagliarsi sul più bello nel match clou, alla mercé di un Milan organizzato e tosto, che non sarà stato superiore ai nerazzurri, ma che ha avuto una costanza di rendimento molto importante, che fa sì che meriti la vittoria finale.
I nerazzurri, nonostante il periodo di flessione rossonero, si erano avvicinati in maniera importante, ma erano troppi i punti di distacco dalla vetta lasciati in dote da Rafa Benitez, motivo per il quale la squadra, nonostante i grandi numeri leonardiani,sembrava non potesse raggiungere gli uomini di Allegri. I meriti di Leonardo sono indiscussi e indiscutibili. Il tecnico brasiliano è riuscito a mettere in piedi un grande rapporto con i nerazzurri, sfiduciati e inconsciamente appagati dopo l’abbuffata dello scorso anno. Leo, con la sua filosofia e la sua espressione da pace interiore, ha questo merito, ma ha il demerito di essersi accorto, troppo tardi, di non seguire un piano tattico, col quale coprirsi le spalle, in caso i grandi solisti nerazzurri non abbiano avuto la possibilità di risolvere le partite.
Monaco è stato un campanello d’allarme troppo importante: la classe, l’esperienza e il coraggio dei nostri campioni, unita allo scellerato Bayern Monaco, hanno forse gettato fumo negli occhi di noi tifosi, annebbiandoci la vista dai reali problemi difensivi della squadra, problemi deflagrati in maniera disastrosa nel derby e nella gara di andata con lo Schalke. Sabato, col Chievo, è stato solo un brodino, quello classico del sabato, prima dell’abbuffata domenicale. L’attenzione mostrata con i veneti poteva e doveva essere dell’Inter già da molto tempo.
Si spera che Leo, uomo intelligente, la riproponga mercoledì, senza lasciarsi prendere la mano e ricadere nei vecchi errori. Qualora il brasiliano fosse capace di compiere l’impresa, partirebbe la fase due del progetto, con la sua probabile, a mio avviso, riconferma. Una riconferma che passa da un ritrovato equilibrio tattico. D’altronde si sapeva già a Natale, giorno dell’avvento del bambin Leonardo, che sarebbe dovuto crescere. Dopo essersi scottato le mani, come i bambini che scoprono il fuoco, Leo ha deciso finalmente di non scherzarci più di tanto con quest’ultimo. D’altronde Leonardo vive di esperienze che lo fanno crescere e mercoledì ne vivrà un’altra.
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