Gabriel Barbosa segna una tripletta con il Santos e festeggia il suo ventiduesimo compleanno, seppur con qualche giorno di ritardo. L'attaccante, spedito in Brasile nella speranza si riprenda, non ha ricevuto però gli auguri dell'Inter. Né sul sito ufficiale, né sui canali social del club, infatti, è comparso il classico messaggio da dedicare al proprio giocatore. I nerazzurri si sono già dimenticati di lui. Come biasimarli, d'altronde? Il classe '96, nel suo breve periodo a Milano, non ha fatto altro che sedersi in panchina o attirare insulti quando messo in campo, raggiungendo l'apice della sua intolleranza per l'ambiente nerazzurro istigando i tifosi e abusando della loro pazienza con la sceneggiata dell'Olimpico con la Lazio alla penultima di campionato di due stagioni fa.

L'Inter ha dimenticato Gabriel Barbosa che risponde con tre gol al Vasco da Gama, ma che più di indurre i media a postare il video degli highlights per guadagnare qualche minuto su altre pubblicazioni, e chiamare in ballo la società dando una mano allo stesso calciatore per ricevere altre attenzioni, non ha portato chissà che benefici.

Sì, dopo il periodo di crisi con i tifosi del Santos, ora i rapporti sembrerebbero più distesi, ma Gabigol è lì in prestito e a dicembre salvo prolungamento dell'accordo tornerà in Italia. I tifosi da riconquistare, con tutto il rispetto per i sudamericani, sono quelli che riempiono San Siro: sia che abbia un futuro nel capoluogo lombardo, sia che torni a Natale solo per salutare definitivamente. Eventualità, la seconda, molto probabile, visto anche il suo status da extracomunitario.

Lo scenario potrebbe non interessare nemmeno più, però, ribaltando la situazione e guardandola dal punto di vista dei supporter: Gabigol è considerato un corpo estraneo ormai. Una meteora passata, inizialmente idolatrata senza meriti particolari, ammirata (si fa per dire), respinta e infine lasciata andare senza rimpianti chissà dove, basta che questo 'chissà dove' sia molto lontano da Milano. E così è molto peggio: l'indifferenza verso qualcuno implica automaticamente un menefreghismo generale, col forte rischio di farlo scomparire nell'oblio della memoria collettiva.

Quel che però immaginiamo auspichi l'Inter, è che se ne ricordi qualche club in giro per il mondo cosicché anche il bilancio nerazzurro possa archiviare il triste capitolo a lui legato. Una cessione, un altro prestito oneroso (magari con almeno il diritto di riscatto), qualsiasi cosa pur di rientrare della spesa e chiudere definitivamente i rapporti.

Lo stesso brasiliano, poi, non perde tempo per smarcarsi dalla questione nerazzurra. Non più tardi di qualche ora fa, ha voluto chiarire (nonostante nessuno ne avesse ravvisato il bisogno) che tempo fa dichiarò che tornerà all'Inter "perché ho un contratto, non perché vorrei". I tifosi non sanno se gioire, ridere o piangere di fronte a cotanta superbia di un signor nessuno. Però a loro volta colgono l'occasione e lo inondano di insulti. Fanno bene?

Domanda retorica: il menefreghismo funziona molto meglio e, soprattutto, non induce nessuno a denunciare nessuno. In attesa di capire come verrà sciolto nuovamente il rebus intorno al suo futuro, al giocatore non resta che mostrare le sue qualità nella speranza di attirare acquirenti. E non sono intese solamente quelle in campo, bensì anche quelle umane che si trovano sotto le voci 'rispetto', 'maturità' e 'umiltà': tre caratteristiche che - forse siamo ciechi a Milano, sarà la nebbia - da queste parti non gli abbiamo mai visto addosso. Magari ce ne siamo dimenticati, un po' come ha fatto l'Inter in occasione del suo compleanno.

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 05 settembre 2018 alle 00:00
Autore: Filippo M. Capra / Twitter: @FilippoMCapra
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