"Con le mani, con le mani, con le mani... Ciao, ciao" è uno dei tormentoni sfornati da Sanremo 2022. Tormentone questo inadatto alla squadra di Simone Inzaghi che a Genova, come col Sassuolo e con il Liverpool, non segna più... neanche con le mani. Le occasioni create dai nerazzurri sono praticamente incalcolabili, un numero indefinito che trova come contraltare l'allarmante (quanto definito e come) dato delle gare senza trovare la rete: tre per l'esattezza. Un numero che di perfetto, in questo caso, ha poco o addirittura niente evidenziando piuttosto tutte le imperfezioni che fino a qualche tempo addietro erano passate in sordina. 

Contro la squadra di Blessin l'Inter approccia ancora una volta male una gara che carta alla mano avrebbe dovuto fruttare un alleggerimento d'animo che però non solo non è arrivato, ma al contrario ne ha accresciuto la cupidigia generale. Quello della stanchezza fisica e mentale è l'alibi più utilizzato con pure una buona dose di ragione innegabile, ma a pietrificare l'Inter non è soltanto lo strascico di un calendario impietoso: "Facciamo sempre il massimo  perché vogliamo vinere" continuano a ripetere i protagonisti -. Un massimo che però trova difficoltà a realizzarsi nella forma quanto nei contenuti: traverse, poca cinicità sotto porta, continui errori difensivi e un mordente che sembra essere rimasto sul manto di San Siro al minuto 75 del derby non fanno che contraddire le parole di cui sopra e probabilmente gli intenti, vanificando ogni mezzo utilizzato nell'ultimo mese da Inzaghi and co. La vittoria con la Roma ha soltanto illuso i tanti tifosi che del successo contro la squadra di Mourinho ne avevano fatto panacea di ogni male, sperando lo fosse stato anche per la squadra, ma così non è stato e il mese di pochissimi alti a fronte dei tanti bassi non sembra essere finito nonostante il calendario segni due sole albe rimaste. Un ciclo infernale iniziato a inizio febbraio con il Milan che Inzaghi e gli interisti tutti sperano possano archiviare proprio con i cugini come chiusura definitiva di un cerchio dei sortilegi. 

Da Milan a Milan infatti per l'Inter che alla prossima gara avrà da affrontare proprio i rossoneri in Coppa Italia a poco meno di un mese dal maledetto derby di campionato. E chissà che quello contro gli uomini di Pioli non possa servire da fuso d'arcolaio con effetto inverso e svegliare la bella addormentata Inter. Una squadra palesemente in stato d'empasse che bella non è neanche più. La divertente e splendida Beneamata che tanto divertiva e si divertiva ha smesso di brillare e ancor più ha smesso addirittura di accendersi. Nessun lampo di genio, guizzo dell'ultimo secondo, giocata individuale che riesca a scardinare le difese avversarie: d'improvviso la fatica sembra aver preso il sopravvento mentale più che fisico, bloccandone ogni idea ancor prima che gesto. Persino il rientro di Brozo in cabina di regia non è servito a rendere migliore il copione di un film che oggi non incanta più e rischia di passare bruscamente dalla candidatura all'Oscar ad una provinciale pellicola da zero incassi al botteghino. Ma a rimettere in pace le angosce ci pensa lo stesso Simone Inzaghi che non nega l'evidenza fatta di difficoltà e incomprensibile mutismo selettivo dei suoi ammonisce ogni disfattismo: "Non dobbiamo farci prendere dall’ansia ma restare tranquilli e lucidi per tornare a fare quello che prima facevamo bene". 

Stare tranquilli e tornare a fare ciò che facevamo prima, che non sia una mera ricerca dell'episodio dettato da un fato che al momento non aiuta di certo. Lucidare gli scarpini e rifare il trucco che come recitava un vecchio ma mai tramontato capolavoro dei Queen: "My makeup may be flaking
but my smile, still, stays on". Stays on ma soprattutto go on: mai come oggi in stagione c'è un cerchio da completare e possibilmente da chiudere.

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 27 febbraio 2022 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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