Giovedì l'Inter non si è allenata. A quarantotto ore dal big match che oggi alle 18 andrà in scena al Maradona. Nessun impedimento forzato per i nerazzurri. È successo semplicemente che Cristian Chivu abbia concesso alla squadra di staccare un attimo la spina dopo i tanti impegni ravvicinati ad alto livello indossando la maglia nerazzurra e quella delle rispettive nazionali. Scelta che può risultare rischiosa, rivoluzionaria o solamente di buon senso. Di sicuro, denota come il tecnico rumeno (orgogliosamente rumeno come ha tenuto a precisare ieri in conferenza stampa) sia divenuto leader vero e riconosciuto dalla truppa. I calciatori forti hanno quasi sempre una predilezione condita dal rispetto per gli allenatori che abbiano alle spalle una grande carriera quando erano loro a calciare il pallone. Ed è facile pensare che, dopo la fase di studio iniziale coincisa con il contraddittorio mondiale per club, Lautaro, Barella, Bastoni e chi più ne ha più ne metta, abbiano capito che Chivu sia l'uomo giusto nel momento giusto dopo la fine della gestione Inzaghi, sinonimo dello scudetto della doppia stella vinto nel derby e di due finali di Champions League nel giro di tre anni.
La qualità di Chivu è emersa proprio nel momento di maggiore difficoltà, quando le due sconfitte consecutive contro Udinese e Juventus sembravano il preludio a critiche feroci e ad un cammino incerto per l'allenatore considerato da qualcuno un ripiego e senza la necessaria esperienza per sedere su una panchina così prestigiosa. Il tecnico rumeno non si è scomposto, ha sottolineato le cose positive anche senza il conforto del risultato, continuando a ribadire l'importanza del lavoro per correggere le cose negative. Ed ecco che la Beneamata ha centrato sette vittorie consecutive tra campionato e Champions League, con picchi di gioco spettacolari come quelli ammirati contro la Cremonese. L'attacco nerazzurro finalmente funziona anche nelle alternative ai titolari. Bonny, a segno anche a Roma, sta confermando il giusto intuito di chi lo ha scelto. Così come sia stato importante credere fortemente che Pio Esposito fosse pronto per il grande salto. Forse non sarebbe stato così in caso di arrivo di Lookman, che è si fortissimo, ma che avrebbe pregiudicato la permanenza in nerazzurro di un ventenne che si è preso anche la maglia della Nazionale a caccia del mondiale. E in azzurro il centravanti di Castellammare di Stabia ha già timbrato il cartellino con il gran gol realizzato in Estonia.
Parafrasando il ciclismo, nella grande corsa a tappe a cui si può paragonare il campionato italiano, l'Inter ha ottenuto il massimo risultato nella dura salita che portava all'Olimpico di Roma. Oggi il dislivello aumenterà sul traguardo del Maradona di Napoli dove ad attendere i nerazzurri ci saranno i campioni d'Italia in carica. Feriti dalla batosta rimediata in Olanda, dopo la sconfitta di Torino e quindi ancora più pericolosi. E se al comando del leone che soffre c'è uno come Antonio Conte che sa caricare le sue squadre come pochi, ecco che l'Inter dovrà disputare una super partita per tornare a Milano con i punti che desidera.
Ieri Cristian Chivu ha negato che la sua squadra scenderà in campo a Napoli con un particolare spirito di rivalsa contro l'avversario che nella scorsa stagione ha vinto lo scudetto sul filo di lana ai danni dei nerazzurri. Così come ha negato che ci possa essere voglia di strafare contro Conte, che ha abbandonato l'Inter dopo lo scudetto vinto, non ritenendola più in grado di ripetersi. Chivu ha invece ricordato come la Beneamata sia stata in grado non solo di ripetersi vincendo un altro scudetto, ma migliorando addirittura il percorso con la partecipazioni a stretto giro di posta a due finali di Champions. Il tecnico nerazzurro dice spesso che sogna di scrivere pagine importanti della storia interista portando avanti le sue idee di calcio, ma non smette di riconoscere la bontà di quanto fatto quando lui non aveva voce in capitolo.
Come sempre, sarà il campo a giudicare e l'esame di oggi a Napoli varrà più di mille parole. L'Inter di Cristian Chivu arriva al Maradona preparata. Poi saranno i famosi dettagli a fare la differenza.
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