Grazia, Graziella e grazie ar c***o... Diceva un vecchio, ma attualissimo, detto. Attualissimo anche relativamente alle vicissitudini di casa Inter, dove si sorride ma a metà, e non solo per i risultati sportivi, questi oggi messi da parte volendo soffermarsi sulla cronaca. Se da un lato la concentrazione della squadra è tutta sul match contro l'Empoli in scena tra qualche ora, quella dell'ambiente, dalla società alla tifoseria, passando per i palazzi e l'interesse mediatico è quasi tutta su quanto varato oggi dal presidente della Federazione calcio in merito al caso Lukaku. Caso a tutti gli effetti perché quanto accaduto nelle ultime settimane è diventato un vero e proprio argomento di risonanza persino internazionale che fa ridere e riflettere. Soprattutto riflettere. A far ridere, per così dire, è non solo quanto deciso da Massa sul campo, ma anche tutto il resto che ne è conseguito. In perfetta linea italiana, degna di una sceneggiatura di Massimo Troisi, ma con meno ricercata sottilezza... Ed è così che la toppa è più grave del buco. 

Ma partiamo dall'inizio: 4 aprile, Juventus-Inter, gara d'andata della semifinale di Coppa Italia. Romelu Lukaku, entrato al 68esimo, subisce reiteratamente ingiuri e denigrazioni relativi al colore della pelle, scimmia, negro di m***a, e simili epiteti per tutto il resto della gara. Minuto 95esimo, Massa fischia rigore a favore degli ospiti e dal dischetto va proprio il belga che, come da copione, non sbaglia e mette in pari il risultato. Quello che succede immediatamente dopo è grottesco e al limite del ridicolo: Big Rom corre ad esultare con il saluto militare, la mano destra alla fronte e l'indice della mano sinistra sulla bocca in segno di silenzio. Gesto già andato in scena nella gara contro la Svezia, con la Nazionale belga, dedicata al compagno Doku, che è solito festeggiare così i gol, e assente alla partita sopraccitata per via di un infortunio e passato inosservato, quantomeno ai 'provvedimenti' arbitrali. Inosservanza che invece non si verifica a Torino, dove l'attaccante nerazzurro oltre al suddetto modo di festeggiare la rete aggiunge un 'muti muti' facilmente leggibile dal labiale, ma non per Massa, lontano e oltrettutto alle spalle dell'ex Chelsea, che estrae il secondo giallo ed espelle il centravanti. Udibili e inequivocabili i vari cori scagliati dalla curva Scirea dello Stadium vengono puniti dal Giudice sportivo Mastrandrea che nel verdetto successivo al match stabilisce la chiusura per due turni della Tribuna Sud dell'Allianz, confermando altresì la decisione dell'arbitro ovvero la squalifica per Lukaku per la partita di ritorno contro i bianconeri. La Juventus reagisce, l'Inter inizialmente no e il passaggio successivo è l'accoglimento del ricorso del club bianconero e la riapertura del settore dello stadio in questione. Un provvedimento che risveglia gli animi di Viale della Liberazione e funge da motore a scoppio per la reazione e anche da Milano parte il tentativo di ricorso in merito al provvedimento subito da Lukaku, già contestato dall'Inter ma solo tramite un comunicato ufficiale in cui il club prendeva le parti del tesserato nerazzurro, ribadendo la causa già più volte sostenuta, contro ogni forma di razzismo. Il ricorso dei meneghini però non sembra conforme all'assoluzione alla Procura Federale che rigetta la richiesta e conferma la squalifica del giocatore. Un provvedimento che manda in escandescenze più e più persone, da Marco Materazzi alla Roc Nations, agenzia che cura i diritti d'immagine di Big Rom, passando per l'Inter oltre che di buona parte del popolo nerazzurro che insorgono tramite social. Una risposta mediatica che risuona sino a Roma, dove il presidente Gravina inizia una serie di esami di 'coscienza' che lo portano ad una 'diplomatica' soluzione tappabuchi. 

"Il Presidente Federale [...] considerato che è emerso in maniera inequivocabile dalla relazione della Procura Federale che il suddetto calciatore è stato fatto oggetto, in più occasioni, di gravi, ripetute e deprecabili manifestazioni di odio e discriminazione razziale tali da poter giustificare comportamenti formalmente non regolamentari e come tali valutati dal direttore di gara; ritenuto che il principio della lotta ad ogni forma di razzismo costituisce uno dei principi fondanti dell’ordinamento sportivo, nella sua dimensione internazionale e nazionale; [...] ritenuto pertanto, alla stregua della applicabilità in via generale a tutte le fattispecie sanzionatorie dell’art. 43 del Codice di Giustizia Sportiva, che sussistono gravi ragioni per concedere in via eccezionale e straordinaria la grazia in relazione alla squalifica inflitta per il provvedimento di espulsione conseguente alla seconda ammonizione" si legge nella nota pubblicata dalla Figc questo pomeriggio dopo aver fatto ricorso all'istituto di grazia. 

Un tappabuchi a dir poco agghiacciante per le modalità alla base del provvedimento. Chi legge queste poche righe penserà "ma come?", con logica, buon senso e un minimo di conoscenza rispondo. Ebbene sì, chiunque conosca il significato giuridico del termine 'grazia' non può che restare poco poco inorridito dalla solita commedia all'italiana che ogni talvolta nei palazzi non si risparmiano di propinarci. 

"Nel diritto penale la grazia è un provvedimento di clemenza individuale, di cui beneficia soltanto un determinato condannato detenuto o internato, al quale la pena principale è condonata in tutto o in parte, con o senza condizioni, oppure è sostituita con una pena meno grave" si legge su Wikipedia, il che implica che chiunque benefici di tale provvedimento sia precedentemente colpevole. Le domande sorgono spontanee: di cosa sarebbe stato colpevole Lukaku di preciso? C'è da far chiarezza in merito: per cosa sarebbe stato punito esattamente il giocatore? Per esultanza provocatoria e denigratoria nei confronti della tifoseria avversaria, stando al referto della Procura (la stessa che avrebbe assolto chi ha dato del 'negro di m***a')... che avrebbe punito un gesto che sul resto dei campi d'Europa viene considerato assolutamente normale e lecito e che nulla ha a che vedere con la provocazione. Prima perplessità del caso. Diverso sarebbe se ad essere ammonito fosse stato il 'muti muti' che Lukaku effettivamente pronuncia, parole che non vengono né segnalate né punite - sempre attenendoci ai referti -. Seconda osservazione: ricorrendo alla grazia, si prende per dato dunque la colpevolezza di Lukaku che, fino a prova contraria, è la vittima in questione. Una toppa che, va ribadito, sembra più grave del problema, a sua volta echeggiato tra i silenzi delle istituzioni, dinnanzi ad una scellerata gestione della cosa, dimostrando che ancora una volta si è tanto bravi negli slogan, ma incapaci di agire concretamente se non con soluzioni di facciata per evitare figuracce internazionali che la risonanza mediatica dell'evento avrebbe messo in luce con tutte le possibili conseguenze del caso, come un rischio di scordarci la possibilità di ospitare gli Europei del 2032... Ma questo è da 'malpensanti' considerarlo...

Insomma, ancora una volta è una bella farsa all'italiana. Lukaku, alla fine potrà giocare Juventus-Inter, ma il problema è ancora una volta irrisolto e semplicemente camuffato. E anche questa volta, GraziA signor Gravina, Graziella e Grazia...rcazzo!

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 aprile 2023 alle 00:30
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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