53. Sono i gol segnati da Eto'o in due anni di Inter. Pochi giocatori sono riusciti a lasciare il segno come ha fatto lui all'Inter in così poco tempo. Media di un gol ogni due partite, ma non è solo per questo che i nerazzurri rimpiangono già Eto'o. I tifosi l'hanno amato per la grinta, per il sacrificio, per la classe, per l'umanità e per un senso del gol fuori dal comune. Ce lo ricordiamo bene il suo arrivo da Barcellona, in cambio di Zlatan Ibrahimovic. Arrivò con una promessa: vincere la Champions. Se ne va con una consapevolezza: esserci riuscito. Due anni molto diversi per lui, ma che lo descrivono bene. Nel primo è stato vincente e spietato, combattente e soldato. Nel secondo è stato la guida della squadra, trascinata a suon di gol anche nei momenti bui.

E' difficile dire ora quanto perda l'Inter con la sua cessione. E' difficile anche dire come si sentono i tifosi. Dopo mesi ad ipotizzare e a metabolizzare una cessione di Sneijder o Maicon, a sorpresa è Eto'o la "vittima" del Fair Play Finanziario. Quando arrivò la prima offerta dei russi, i tifosi e i giornalisti rimasero stupiti, ma non si preoccuparono. E invece l'Anzhi ha fregato tutti, strappando alla Serie A il suo campione più rappresentativo. Dopo giorni in cui si sono alternate voci e certezze, oggi è arrivata la conferma dell'addio. Un saluto che Eto'o ha voluto dare a staff e compagni, ma non ai tifosi. Sarebbe stato un bel gesto presentarsi davanti ai 2500 tifosi presenti alla Pinetina, e idealmente davanti a tutti i tifosi nerazzurri, per ringraziarli e per dirsi addio. Ma il saluto dei tifosi potrà essere solo virtuale. Un'occasione persa. Forse una caduta di stile per un grande campione come Eto'o. Alcuni dicono che avesse paura di commuoversi: sarebbe stato solo più poetico.

Invece il suo addio è da un lato commovente, dall'altro amaro. Un senso di vuoto mi ha preso questo pomeriggio al pensiero di non vederlo più sfrecciare per il campo e segnare sotto la Curva. Eto'o è il primo vero eroe del Triplete che lascia l'Inter (dopo il massimo artefice dell'impresa: Mourinho). Un segno che il ciclo sta lentamente cambiando, ma non può essere un processo rapido. Poi però penso alla realtà, a quell'offerta dell'Anzhi che ce lo porta via. Ok, 20 milioni sono tantissimi, ma all'Inter ne prendeva già più di 10. Se vuole andare, è giusto che vada. Però rimane il fatto che ha preferito i soldi alla maglia nerazzurra. Un economista gli darà ovviamente ragione. Un tifoso lo può capire, ma ci rimane male.

Prima di giudicare, bisogna aspettare la cifra esatta della cessione, che al momento oscilla tra i 25 e i 30 milioni di euro. Soltanto il 31 agosto, guardando come sarà la rosa effettiva, si potrà dire se l'Inter abbia fatto bene a cederlo. Al momento c'è ancora tanta incertezza sul futuro, amarezza per la cessione e tristezza per la perdita di un campione. In più c'è il rammarico per quel saluto mancato, per quella speranza vana che Eto'o spiegasse ai tifosi le sue decisioni. Ma prima di volare in Russia, fa ancora in tempo a rimediare: bastano poche parole, o solo qualche gesto. Un'uscita dalla porta sul retro non si addice a un campione come lui. Eto'o merita di uscire dalla porta principale. Con un saluto e una speranza: continuare a vincere, anche senza di lui.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 16 agosto 2011 alle 00:01
Autore: Guglielmo Cannavale
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