Un vero peccato. Spesso le storie d’amore più appassionate terminano in modo cruento, con un forte litigio e tanto rancore, pari il più delle volte all’intensità del rapporto che ha preceduto la rottura. Purtroppo è andata così anche tra Moratti e Mancini, due personaggi da copertina che nel 2004 hanno accettato di unire le loro vite professionali, nella speranza di un futuro roseo per il loro obiettivo comune: l’Inter. E non fu un inizio così semplice per i due, la cui unione fu mal vista dall’opinione pubblica, soprattutto per il modo in cui nacque. All’epoca Moratti aveva già un compagno (professionale), che gli aveva appena portato in dote un piazzamento Champions insperato: Alberto Zaccheroni. Sembrava la base di una relazione duratura, almeno così lasciava intendere il patron, ma nella sua mente c’era già un’altra persona. Quel Roberto Mancini, stimato e apprezzato sin dai tempi in cui calcava i terreni di gioco e che già una volta gli disse no a un primo tentativo di corteggiamento. Il legame tra i due non si è però mai interrotto e alla lunga l’insistenza del presidente ebbe la meglio: rottura dolorosa con Zac, e via insieme al nuovo amore, il Mancio, che prometteva orizzonti luminosi per la creatura nerazzurra.

L’inizio, però, non è stato dei più idilliaci, considerando che una serie infinita di pareggi costrinse l’Inter ad abbandonare in anticipo la lotta per il titolo. A fine stagione, però, la tensione svanì con la conquista della Coppa Italia, piccolo segno di riconoscimento da parte di Mancini nei confronti del suo ‘persecutore’. E quello fu il primo di una serie di trofeo che l’uomo di Jesi mise nelle mani di Moratti. Quattro anni intensi, non c’è dubbio, la prima relazione stabile del patron, che con la fiducia dimostrata nel suo allenatore è riuscito a conquistare questo benedetto scudetto che inseguiva da tempo. Insieme ne hanno vissute di tutti i colori, dalla presa di coscienza per quanto emerso con Calciopoli, alle eliminazioni brucianti dalla Champions League, fino al momento in cui avvenne l’irreparabile: la frase con cui Mancini annunciava il suo addio all’Inter dopo l’ennesima uscita di scena dall’Europa, stavolta per mano del Liverpool.

Un segnale di irrequietezza che minava fortemente il rapporto e che indusse Moratti a cercare conforto nelle braccia di un nuovo allenatore, quel portoghese così speciale al quale da giorni pensava intensamente, e con cui il feeling si instaurò senza alcuna difficoltà. Una nuova relazione, dunque, mai ammessa pubblicamente, ma di cui tutti ormai sapevano. Come sempre, è il ‘tradito’ a sapere per ultimo come stanno le cose, e quando ciò avviene sono fuoco e fiamme. Pochi giorni dopo la sofferta vittoria dello scudetto grazie a san Zlatan, il faccia a faccia conclusivo, che ha posto fine a un rapporto di quattro anni.

Una scelta inevitabile, anche perché nella famiglia nerazzurra il feeling con il Mancio per alcuni si era ormai spezzato. E la famiglia, in casa Inter, conta davvero tanto in certe situazioni. Da allora, dopo una prima fase di lontananza, i due ex amanti si sono riavvicinati: “Restiamo amici”, si sono detti superato il dolore per la cruenta separazione. Ma la costante presenza del portoghese impediva un ritorno di fiamma, così come la nascita di una relazione amichevole. Neanche durante i momenti di crisi tra Moratti e il suo nuovo fidanzato il Mancio è mai tornato nella mente del presidente. Anche perché è tutt’oggi presente nel suo libro paga, con costosi alimenti da versare per almeno altri tre anni. L’ultimo atto di questo tormentato rapporto, le praole dell’ex tecnico interista, che ha puntato il dito contro la mania di protagonismo del suo ex. E, come spesso accade, la mano sembra pronta a passare agli avvocati.

Impensabile, infatti, che per due che si sono amati tanto ci potesse essere un destino diverso. I sentimenti restano intensi, ma ora sono opposti a quelli iniziali. L’idillio è ormai acqua passata, ora si vive di frasi fatte o punzecchiature. In attesa che anche il Mancio si tuffi in un’altra storia d’amore, mettendosi finalmente alle spalle il fantasma di Massimo. Ed entrambi proseguano finalmente per la loro strada…

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 luglio 2009 alle 10:46
Autore: Fabio Costantino
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