Signori e signore, benvenuti in una nuova epoca. Ne parlavamo da tempo, adesso tutto è realtà: imprenditori cinesi entrano nell'Inter, come secondi azionisti di maggioranza della società. Al timone resta la famiglia Moratti, naturalmente, ma la svolta è davvero di portata clamorosa. Il processo porta con sé due filoni principali: quello legato alla costruzione del nuovo stadio, annunciato ufficialmente entro il 2017; e quello legato invece al capitale economico investito nell'FC Internazionale. Ma andiamo con ordine.
Gli uomini che si occuperanno dello stadio arrivano dalla China Railway Construction Corporation. Un'azienda dalla potenza mostruosa: hanno costruito ferrovie in Libia e la Mecca Metro, in Saudi Arabia. I primi contatti erano stati avviati da Massimo Moratti in persona, volato in Cina a fine maggio proprio per lavorarci. Nel frattempo, si è continuato a tessere la tela fino a un primo agosto che diventa simbolo di una nuova era. Per la prima volta un gruppo di investitori cinesi (non della CRCC, ma quindi esterni, perché la suddetta azienda si occuperà solo dello stadio) entra in una società italiana, e per la prima votla investitori stranieri prendono quote dell'Inter. A proposito di questo, le quote non sono ancora precisamente quantificabili. Le prime indiscrezioni che filtrano assicurano che ci si aggira attorno al 15%, con Marco Tronchetti Provera che con Pirelli mantiene naturalmente le proprie quote. Le cifre sono quindi da evincere: la valutazione che è stata fatta dell'Inter è di 500 milioni di euro, debiti inclusi (dati Bloomberg). Un sostegno dunque economicamente importantissimo per la famiglia Moratti, adesso più libera di investire.
Chiariamolo subito: non siamo davanti a un nuovo Paris Saint-Germain, non ci saranno follie. Ma sarà un'Inter che potrà spendere diversamente. Questo, perché il Fair Play Finanziario impone che si spenda esattamente quanto si fattura. Con la spinta cinese, che - come detto - si accompagna al nuovo stadio di proprietà. Per 60mila posti e il modello Arsenal, ovviamente circondato da mille attrazioni nel segno della Beneamata. Così, l'Inter può 'allontanarsi' dalle banche, avere un sostegno importante e aumentare il fatturato. E questo vorrà dire poter spendere di più e con più serenità.
Ovviamente, una parte di quote alla società cinese non fa dell'Inter una società come il Manchester City o il PSG, che affidano la parte maggioritaria delle loro quote a sceicchi dal potere economico immenso. Ma quello studiato dall'Inter con i soci cinesi è un processo che avrà sviluppo nel corso degli anni, anche perché le quote di proprietà dei cinesi sono a scalare in salita. Ovvero, acquisiranno (in parte minima) sempre più quote dell'Inter, naturalmente in concordanza con la famiglia Moratti.
Proprio Massimo Moratti adesso avrà un sostegno economico fondamentale per poter spendere con più libertà. Non cifre folli - lo ribadiamo -, ma comunque lo scenario cambia. Questo non vuol dire che i soldi arriveranno immediatamente e saranno subito investiti sul mercato. Di certo c'è che adesso l'Inter sente dentro di sé una base economica concreta che consente maggiore sicurezza nell'era in cui i Rangers Glasgow falliscono per debiti. Non proprio una società dilettantistica. Una boccata d'aria, un sospiro di sollievo che vuol dire tantissimo.
La serenità del presidente Moratti in queste ore è il simbolo di questa rivoluzione. L'Inter parlerà cinese e l'ottica della maglia rossa era anche quella, come vi avevamo anticipato. Un processo che parte adesso e continua con quel nuovo stadio che è stato annunciato ufficialmente: entro il 2017, ma già nel giro dei prossimi mesi verrà presentato il progetto al Comune per avere le pratiche che consentiranno di costruire l'impianto di proprietà. In sostanza, i debiti e le banche si allontanano, gli investimenti più liberi si avvicinano grazie a un fatturato che aumenterà nel corso degli anni. Siamo a un giro di boa epocale, a una svolta incredibile. Anche perché basta distaccarsi solo un attimo dall'ambito economico della vicenda e pensare a quello umano. Lo stadio 'Meazza' in San Siro, la casa dell'Inter, ha una fine. E in fondo c'è un nuovo inizio. Un posto da abbandonare, le lacrime, le gioie, le 6 del mattino per aspettare la Champions, il centenario, i campioni che hanno calcato quel campo. Un miliardo di emozioni che l'Inter saluta. In fondo, all'orizzonte, c'è un nuovo stadio. E una rivoluzione. Come dissero in quella notte in cui fu fondata l'Inter, "perché noi siamo fratelli del mondo". Era il 9 marzo del 1908. Erano poco più di quaranta. Forse, mai attuale quanto oggi.
I complimenti vanno a FC Internazionale e al presidente Moratti, perché lavorare a questo progetto in silenzio - partendo dai tagli ai costi e da un bilancio sempre meno in rosso - e concluderlo nel corso dei mesi non era affatto semplice. Nei giorni in cui Berlusconi quasi 'chiama' soci arabi per il Milan e tutti cercano un sostegno economico. Con il nuovo stadio e con gli investitori cinesi l'Inter ha fatto un doppio colpo importantissimo. Il futuro è adesso. Buona fortuna, Inter. O meglio, 祝你好運 (dovremo farci l'abitudine...).
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