Centoventesimo minuto secondo tempo supplementare, il match con gli Spurs è finito. Tutto il Meazza in piedi per salutare i propri beniamini. Il Capitano abbraccia Strama. Quindi, l’applauso ai ragazzi che hanno dato tutto. Davvero tutto. L’onore è salvo. L’undici nerazzurro ha sfiorato l’impresa. Quattro a uno al Tottenham è comunque un grande risultato. Secondo alcuni la migliore prestazione della stagione. La gente l’ha capito e apprezzato. La Nord saluta i suoi beniamini con un ‘Grazie ragazzi!’.   L’avventura dell’Inter in Europa League si ferma agli ottavi di finali. Per molti, per la grande parte del pubblico nerazzurro questo poco conta. La gara di ieri sera, con un risultato già fortemente compromesso all’andata, serviva innanzi tutto a capire se il gruppo c’era ancora ed era dalla parte del tecnico. La risposta è arrivata e come si dice in questi casi, senza se e senza ma. L’Inter c’è, è viva.  E anche il suo pubblico lo è. 

Sul Meazza spazza un vento forte, le tribune si riempiono a fatica. Ma in curva l’imperativo è uno solo: dare tutto a prescindere. L’inizio è di quelli confortanti. Si capisce che stasera i ragazzi vogliono onorare la maglia. E’ un crescendo il tifo nerazzurro. Gli inglesi abbarbicati su al terzo anello non si sentono. I tifosi degli Spurs, per la verità, sembrano molto meno caldi di altri supporter d’Oltre Manica passati dal Meazza. Il gol di Cassano fa esplodere la Nord. La traversa di Palacio dà l’illusione della rimonta. Finiscono i primi 45’ di gara. La sensazione è che ce la si possa fare. Così dalla Nord parte il classico ‘Forza ragazzi!’ e in successione ‘Noi vogliamo questa vittoria! Si riparte. I nerazzurri entrano in campo prima dei loro avversari. C’è grande voglia di ripartire. Concentrazione al massimo e dopo sette minuti, al 52' Palacio su imbeccata del Cambio, che sradica una palla ai londinesi sulla trequarti, la mette alle spalle del quarantaduenne portiere del Tottenham.

Adesso è ufficiale: il rimontone  è possibile. Anche il resto dello stadio fa la sua parte. “E facci un gol, e facci un gol dai forza Inter facci un gol…”. L’undici di Strama accontenta i ragazzi della Nord. Punizione di Cassano, deviazione di Gallas: 3 a 0! E mancano ancora quindici minuti. Un’eternità. Già anche perché nel frattempo si ferma Kovacic autore di una prestazione sontuosa. E’ una perdita pesante che si farà sentire soprattutto nei supplementari con un Benassi non all’altezza del regista serbo. Ma al 92’ ecco la grande occasione. Quella che potrebbe far venir giù la Nord. Cambiasso dopo un rimpallo si trova lanciato davanti al portiere. La posizione è molto defilata. Così il tiro del Cuchu ben angolato esce di un nulla. Il centrocampista nerazzurro si dispera. Ha dato tutto come i suoi compagni. Si va ai supplementari.

E lì ti trovi gli Spurs che non ti aspetti. Gli albionici iniziano a metter fuori la testa. Tre occasioni di fila e alla terza Adebayor sfrutta una corta risposta di Handanovic e ci trafigge. E’ una fitta al cuore per tutti i presenti. Il capolavoro stava riuscendo. Si fischia sugli spalti. Dalla Nord anche qualche buu ma soprattutto a sottolineare le continue perdite di tempo da parte degli avversari. Stavolta gli inglesi non giocano all’inglese. Anzi. Hanno imparato bene tutte le peggiori abitudini del nostro calcio e così ogni occasione è buona per buttarsi a terra e chiamare la barella. Non è un caso che in entrambe le frazioni dell’extra time ci siano due minuti di recupero. Inizia l’ultimo quarto d’ora di gara. Ci siamo ancora. Siamo vivi. Cassano spedisce un missile a rientrare e solo una prodezza avversaria gli nega la gioia del gol. In curva si canta. Si vuole sospingere la squadra perché se lo merita. A prescindere dal risultato. Il gol di testa di Ricky Alvarez al quinto minuto del secondo tempo supplementare ridà speranza. Dieci minuti all’arrembaggio. L’Inter ci prova. Sull’ultimo calcio d’angolo sale anche Handanovic. Niente da fare.

Finisce 4 a 1. Si esce a testa alta. Anzi altissima. Non si lascia sul campo nemmeno un rimpianto. Al Meazza è stato fatto il possibile e anche l’impossibile. Certo al White Hart Line invece... beh ma quella ormai è un’altra storia. Adesso ci sono dieci partite. Dieci finali da vincere con lo spirito da leoni messo in campo ieri sera.

Sezione: Dalla Curva / Data: Ven 15 marzo 2013 alle 10:30
Autore: Fabrizio Valenti
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