In occasione di PSV-Inter, Wim Jonk ha rilasciato una lunga intervista pubblicata oggi sull'edizione online di NOS. Tanti i ricordi legati alla sua esperienza nerazzurra, non tutti positivi a leggere le parole dell'ex centrocampista. "E' stata una bella esperienza. L'intenzione era quella di giocare un calcio offensivo, ma in pratica non ha funzionato. Quello italiano è un approccio diverso al calcio, molto più professionale e difensivo. Quando è stato stabilito un contatto con l'Inter, in ottobre o novembre, sembrava che l'allenatore sarebbe stato esonerato, ma in seguito i risultati sono improvvisamente migliorati e l'Inter ha fatto una buona stagione, quindi è stato deciso di tenere il tecnico. Bergkamp aveva molte richieste e ha deciso all'ultimo momento di non andare alla Juventus, ma all'Inter. Solo che non c'era molta stabilità. C'era disordine e grande pressione su me e Bergkamp. Siamo stati paragonati al trio olandese del Milan formato da Van Basten, Gullit e Rijkaard".

Tra le cose che non andarono per il verso giusto, secondo Jonk, la convivenza tra il suo connazionale e Ruben Sosa. "Dennis andava benissimo in un sistema offensivo e noi giocavamo con due attaccanti, ma veniva sempre giudicato in base al numero di gol segnati. Aveva di fianco Sosa, un ottimo calciatore, ma un individualista che si preoccupava principalmente di se stesso". Tra gli episodi citati da Jonk, anche un battibecco con i tifosi ad Appiano.  "L'Inter è un club fantastico con un seguito incredibile, ma anche un sacco di negatività al suo interno. Ricordo che una volta i tifosi hanno fermato il nostro allenamento e siamo stati bersagliati dai nostri stessi sostenitori. E' la loro passione, gli italiani sono emotivi, in positivo e in negativo".

Ovviamente resta l'ottimo ricordo della Coppa Uefa vinta nel 1994. "E' stata molto importante per l'Inter, motivo per cui ancora oggi è ricordata. In Europa c'era meno pressione che in campionato. Abbiamo giocato in maniera più aperta e questo si è tradotto in buoni risultati. La tensione in finale era enorme, perché stavamo andando molto male in campionato e la Coppa Uefa ha dovuto salvare la stagione. Avevamo giocato delle belle partite contro il Borussia Dortmund e una lotta contro il Cagliari. Tutta la stagione in Europa è stata il top per me all'Inter. E la vittoria in finale è stata ovviamente la ciliegina sulla torta".

Si passa all'anno successivo. "Durante la preparazione, il nuovo allenatore Ottavio Bianchi è andato molto bene, ma la prima partita casalinga contro la Roma è stata immediatamente persa per 1-0. E' arrivata subito grande pressione e sono state apportate delle modifiche. Onestamente c'erano partite dopo le quali pensavo di non aver fatto bene, ma nelle quali avevamo vinto e il risultato è sacro. Se vinci, i tifosi sono soddisfatti". 

Quindi, nel 1995, l'addio di entrambi gli olandesi ai nerazzurri e per Jonk il passaggio in Olanda al PSV. "A un certo punto ho pensato: devo fare un altro anno? Volevo pensare al futuro, quindi ho scelto la parte sportiva e non i soldi. Al PSV ho passato dei bei momenti in un bellissimo club, con Dick Advocaat come allenatore e un gruppo bello e forte. Siamo riusciti a combattere con l'Ajax campione d'Europa e nel 1997 abbiamo vinto il campionato".  

Oggi PSV-Inter che gara sarà per Wim Jonk? "Il Psv ha delle chance - dice ancora l'olandese - L'Inter di oggi non è molto creativa, ma è una squadra solida, italiana. Hanno battuto il Tottenham con un po' di fortuna, ma sono da rispettare. Il Psv deve esserne consapevole. Non ci saranno molte possibilità per colpire come contro l'Ajax, ma due o tre momenti in cui bisognerà essere bravi a colpire. Certo, anche l'Inter ha giocatori pericolosi come Icardi, Candreva e Perisic".

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Sezione: Copertina / Data: Mer 03 ottobre 2018 alle 11:30
Autore: Mattia Todisco
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