Che fine ha fatto Gabriel Barbosa? E’ questo uno dei numerosi interrogativi in questa contraddittoria stagione nerazzurra. Pagato 30 milioni di euro in estate e presentato in stile Ronaldo, il brasiliano è finito ai margini del progetto nerazzurro, collezionando soltanto 83 minuti in Serie A (mai da titolare) e con una sola apparizione dall’inizio in Coppa Italia contro il Bologna. Troppo poco per le grandi aspettative che accompagnavano il classe ’96 a inizio stagione. Sono diverse le spiegazioni del suo utilizzo con il contagocce: ostilità tattica, esigua fiducia da parte dell’allenatore, mancanza di tempo e modi giusti per lanciarlo titolare. Ma ecco i cinque motivi per cui, proprio in questo epilogo di stagione, Gabigol meriterebbe finalmente una chance.
1. ALTERNATIVA A GARA IN CORSO - La causa principale per cui il brasiliano non sta trovando spazio è la sua incompatibilità con il modulo di Stefano Pioli: nonostante possa definirsi un “tuttofare” del reparto offensivo, nell’attuale 4-2-3-1 nerazzurro Gabriel Barbosa non riuscirebbe in alcuna posizione di gioco ad esprimere al meglio le proprie potenzialità. Lo hanno dimostrato i 72 minuti disputati in Coppa Italia, nei quali l’esterno destro ha dovuto svolgere un grande lavoro in fase di ripiego e non è riuscito a dire la sua in ottica offensiva. L’assetto tattico che si sposa al meglio con le sue caratteristiche tecniche è il 4-3-3, modulo che Pioli potrebbe utilizzare in situazioni specifiche: qualora, infatti, il tecnico nerazzurro dovesse (o volesse) fare a meno di uno dei componenti del tridente d’attacco Perisic-Icardi-Candreva, l'attaccante ex Santos rappresenterebbe la più valida delle alternative.
2. EDER HA SPRECATO LE SUE OCCASIONI, GABIGOL NON NE HA AVUTE - Qualunque sia l’avversario, qualunque sia il risultato, il primo cambio che effettua Pioli è sempre l’inserimento in campo di Eder. Questo leit-motiv, ripetutosi per 19 volte, continua ad andare avanti, ma il rendimento dell’italo-brasiliano non convince: su un totale di 28 presenze in campionato, l'ex Samp ha trovato la via del gol soltanto in quattro circostanze e in generale risulta poco nel vivo del gioco. Per giunta, nelle ultime uscite stagionali il numero 23 nerazzurro ha mancato della giusta lucidità ed è finito per risuonare come uno dei volti più negativi, non ripagando il proprio allenatore della fiducia concessagli. E allora, visto il momento opaco che Eder sta attraversando, perché non dare fiducia a Gabigol? L'attaccante brasiliano garantirebbe meno spirito di sacrificio, ma maggiore freschezza, qualità palla al piede e anche più imprevedibilità in avanti. Aspetti dei quali a guadagnarne sarebbe la stessa Inter, che potrebbe fare inoltre affidamento sulla grande grinta e rabbia agonistica che il giocatore ha accumulato in questi mesi e non vede l'ora di manifestare sul terreno di gioco.
3. TRENTA MILIONI DI RAGIONI PER CREDERE IN LUI - Il suo acquisto era definito il colpo dell'estate: la classe, leggiadria e personalità in mezzo al campo di Gabriel Barbosa avrebbero fatto fare - si diceva - il salto di qualità all'Inter. Col passare del tempo, invece, si è finito per pensare che fosse l'Inter a dover far fare il salto di qualità al giocatore. E alla fine, tra una delusione e l'altra, non è accaduto nulla di tutto ciò: da grande protagonista in patria con la maglia del Santos e campione olimpico con la Nazionale brasiliana, l'attaccante verdeoro si è ritrovato a vestire i panni di spiacevole rincalzo nerazzurro. A cinque giornate dalla fine del campionato, il suo talento è rimasto ancora inespresso. Di certo, quando ha avuto l'opportunità di giocare, ha dimostrato di essere davvero un potenziale cracque, tra numeri, giocate e tentativi in attacco (molti fini a se stessi, a dir la verità), aggiunti a quel gol di Bologna che è valso i tre punti in un momento cruciale della stagione. C'è un solo modo per lui di togliersi dalle spalle quella pesantissima etichetta di 30 milioni, ed è quello di segnare, stupire, impressionare. Ma se non gli viene concesso spazio, non è a lui che si deve imputare questa prima stagione meneghina alquanto deludente.
4. I TIFOSI LO ACCLAMANO - Entrare in campo e sentire il boato dei tifosi sugli spalti, che non aspettano altro se non vedere il proprio beniamino fare il suo ingresso, è una carica emotiva sensazionale: questo è quanto accade al momento della sostituzione di cui beneficia Gabigol. Il pubblico di San Siro lo ha oramai adottato, ed è capace di esaltarsi ad ogni singola giocata del talentuoso ex Santos. Il classe '96, come dimostrato in passato, fa leva spesso e volentieri su questo aspetto per autocaricarsi psicologicamente, invitando gli spettatori ad alzare il volume e a incitarlo ancor di più. I tifosi interisti, tra grandi speranze in ottica futura e voglia di vederlo giocare nel presente, hanno fatto sì che il brasiliano diventasse un vero e proprio idolo, a scatola chiusa. E vista la travagliata stagione dei nerazzurri, veder almeno sbocciare un nuovo talento sul manto erboso del 'Meazza' sarebbe una piccola soddisfazione.
5. NON E' ANCORA TROPPO TARDI - È vero: nei primi mesi della stagione Gabigol non era al top della forma, anzi, era assai affaticato e necessitava di riposare. Tra Cópa Libertadores, Olimpiadi e Campionato Brasileiro, l'attaccante non ha mai avuto un attimo per rifiatare nella scorsa estate ed è arrivato fisicamente in ritardo al momento dell'approdo a Milano. Scelta saggia, dunque, quella di Frank de Boer di risparmiarlo in panchina e garantirgli il riposo in fase d'inizio, anche perché il giocatore doveva ancora ambientarsi nell'ambito del calcio italiano e instaurare un rapporto con i compagni. Sarebbe stato prematuro, dunque, buttarlo nella mischia senza alcuna logica tattica. Dopodiché, però, gli intralci sono stati superati: lo stato di forma del brasiliano è tornato ad essere in condizioni ottimali, si è creato un buon feeling con i compagni in allenamento e l'attaccante ha avuto anche modo di assimilare a grandi linee lo stile di gioco adottato in Serie A. Tutto ciò, però, è avvenuto nel trambusto generale: l'esonero di De Boer, la breve parentesi di Vecchi, l'arrivo di Pioli. E tra tutte le grane che c'erano da risolvere, la sua situazione è rimasta per lungo tempo in stand by. Ma ora che l'Inter non ha più nulla da perdere (resta in palio un risicato sesto posto con il Milan), Gabigol può avere finalmente l'opportunità di giocarsi le sue carte. Prima che sia troppo tardi, ma ancora non lo è del tutto: al brasiliano restano cinque partite per cercare di giocare il più possibile. Per cercare di conquistare un posto nell'Inter della prossima stagione.
Andrea Pontone
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