L'Inter scende in campo a Cagliari con voglia, idee chiare, gamba e qualità. Tutto questo si traduce in una partita dominata, con attenzione massima in tutti i momenti, con interscambio di posizioni, con fluidità di manovra e fame dalla tre quarti in su. Tre punti fondamentali per restare sul treno scudetto partito già dalla seconda giornata. 

L’Inter approccia la partita con forza e tranquillità. Il giro palla è veloce ma non frenetico, parte soprattutto da centro sinistra dove Bastoni ha sempre spazio per andare e impostare, questo perché i centrocampisti del Cagliari non riescono ad accorciare e i quinti, in questo caso Palestra, è impegnato sull’esterno basso da Carlos Augusto che si alza molto. Il risultato è che il 95 nerazzurro ha spesso tanti metri centralmente per avanzare, diventando di fatto un secondo regista insieme a Calhanoglu. Il turco spesso si allarga sulla sinistra per ricevere palla e iniziare l’impostazione quando Bastoni si è alzato. De Vrij e Akanji invece restano più bloccati dietro guardando a vista i due attaccanti del Cagliari Belotti ed Esposito, formando una vera e propria coppia di difensori centrali. 

Luis Henrique dopo un avvio timido prende coraggio e regala all’Inter ampiezza e gamba. La manovra si sviluppa prettamente a sinistra, ma quando gli uomini di Chivu si sfogano a destra, il brasiliano risponde presente anche con accelerate di buona intensità. Le mezze ali fanno la differenza a centrocampo. Mkhitaryan e Barella vincono i duelli 1 vs 1 con le mezze ali del Cagliari Adopo e Folorunsho, creando superiorità sulla tre quarti. Soprattutto l’armeno si trova spesso sulla tre quarti palla al piede e con i suoi passaggi filtranti crea sempre qualche pericolo. La ThuLa si muove in sincro perfetta. Uno va l’altro viene incontro. Uno si allarga sulla sinistra, l’altro va a riempire l’area di rigore. Il palleggio interista, fatto spesso di uno-due veloce e ricerca del terzo uomo libero, ricorda molto i vecchi fasti tattici. Un’Inter di inzaghiana memoria con più verticalità nel suo DNA. Il Cagliari conduce una partita di contenimento e di uno contro uno a tutto campo per 50 minuti, risultando spesso passiva. Poi comincia a spingere sulle fasce soprattutto grazie ai cambi, con l’entrata di Felici e Idrissi. Anche a destra Palestra si scrolla la timidezza e prova a spingere di più. Ma i sardi hanno poca presenza in area di rigore e l’Inter ha vita facile su tutte le palle che piovono al centro dall’esterno. L’abbrivio cagliaritano si spegne con il secondo gol nerazzurro, il primo in A di Pio Esposito.

Terza vittoria di fila e ottima prestazione di tutti i componenti nerazzurri.

Sezione: Copertina / Data: Dom 28 settembre 2025 alle 16:35
Autore: Riccardo Despali
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