"Ci siamo conosciuti a Buenos Aires tramite amici comuni. Avevamo 21 anni". Comincia così il racconto di Agustina Gandolfo sulla relazione con Lautaro Martinez, capitano dell'Inter e marito della celebre influencer argentina. Nella lunga intrervista concessa a Hola, Agus racconta anche qualche aneddoto legato alla carriera del Toro. 

Cosa significa avere un giocatore in casa quando le cose non vanno tanto bene in campo?
"Da quando abbiamo i ragazzi, non c'è molto spazio per la tristezza o la rabbia, quando si tratta di sport. Gli sono sempre stata accanto, vado in terapia e parliamo molto. C'è qualcosa dietro le quinte che non si nota quando si è al fianco di un calciatore d'élite: essere sempre in forma e sempre in salute... e bisogna lavorarci su. Con Lautaro, uscire è molto difficile... litighiamo un po' perché io vorrei uscire a bere qualcosa o al cinema, ma lui no. Lautaro è diventato un nome familiare in Italia, quindi uscire è diventato molto difficile da allora. Ma insisto sempre affinché i nostri figli convivano con questo e non si chiudano in se stessi. Preferisco che Nina e Theo mi chiedano perché chiedono foto a papà e che non si perdano una giornata al parco con il loro papà".

Quale lato privato di Lautaro vorresti che la gente conoscesse?
"C'è una frase che qualcuno mi ha scritto su Instagram che mi ha fatto ridere molto: 'Si comporta come un toro, ma è un vitello'. È un padre molto buono, molto tenero. È lui che pulisce, disegna con i suoi figli, si siede a fare lavoretti e si prende cura di noi. È un ruolo che nessuno immagina, visto quanto sembra duro quando gioca a calcio.  Insisto, sembra tutto serio e tutto, ma no, in fondo è solo una persona normale, e a noi piace divertirci, ci piacciono le grigliate con gli amici, ci piace molto giocare a poker. Gli ho insegnato io a giocare! (ride, ndr)".

Nel tuo rapporto con Lautaro ci sono diversi momenti di festa. Ci sono stati però momenti difficili che avete attraversato insieme?
"Non credo di poterlo dire, ma abbiamo attraversato un periodo molto difficile. Ce ne sono stati due, in realtà. Uno quando è nato Theo, che ci ha un po' spaventato, anche se per fortuna lo abbiamo superato in fretta. E un altro nel 2021, di cui non posso ancora parlare, ma è stato molto duro, legato alla carriera calcistica di Lauti. Credo che un giorno potremo parlarne, ma ci sentivamo come se avessimo perso tutto. Grazie a Dio, siamo riusciti a superarlo."

Sezione: Copertina / Data: Mer 01 ottobre 2025 alle 15:30
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
vedi letture
Print