L'Inter, nel lunch match della 21esima giornata di Serie A, tiene fede alla sua natura tattica disponendosi con il consueto 3-5-2. Mantenendo gli stessi concetti di gioco, Antonio Conte apporta tre modifiche di cui due forzate, all'impianto di Lecce: in difesa, come già in gran parte del secondo tempo del Via del Mare, Bastoni prende il posto di Godin e completa il tridente davanti ad Handanovic con De Vrij e Skriniar; a centrocampo, con l'insostituibile Brozovic ai box, i compiti di regia spettano a Borja Valero, in mezzo al duo Sensi-Barella. Sulle corsie spazio a Biraghi, ormai titolare del ruolo senza Asamoah, e la new entry Young, al suo esordio assoluto in nerazzurro. In attacco, neanche a dirlo, la coppia Lukaku-Lautaro. Maran, al contrario, adotta un sistema inusuale mettendo in campo i suoi con un 3-5-2- speculare agli avversari, in cui Faragò si adatta da centrale difensivo e Nandez gioca a tutta fascia sulla destra. In mezzo sorpresa Oliva al posto di Cigarini nel ruolo di play.
PRIMO TEMPO – Pronti-via e si nota subita la tendenza di Nainggolan a interpretare il ruolo da tuttocampista, abbassandosi su un'ideale linea verticale dalla posizione di mezzapunta fino alla sua area per creare gioco. Un gioco che i sardi sviluppano soprattutto in ampiezza mandando a vuoto il pressing delle mezzali interiste e costringendo i centrali ad uscire per tamponare gli inserimenti degli avversari. Che al 9' colpiscono nel segno quando proprio Nandez, dopo una sovrapposizione sulla destra, pesca in area Simeone, il cui tiro è impreciso. Nulla da segnalare fino al 17', quando Conte è costretto a richiamate in panchina Skriniar, vittima di un malessere per una sindrome influenzale, e mandare in campo Godin che non modifica il disegno della difesa. Ma produce, sei giri d'orologio più tardi, uno schema contiano tipico: lungolinea del terzo centrale, in questo caso lo sceriffo uruguaiano, per appoggiarsi su una delle due punte, nella circostanza Lautaro, che usa Walukiewicz come perno prima di sparare addosso a Cragno. Qualche secondo prima della mezzora, l'Inter cavalca ancora la corsia destra, colpevolmente poco sfruttata fino a lì, con Young che da fermo – innescato da un'apertura intelligente di Borja Valero – mette in area un cross solo da spingere in porta per Lautaro, abile a sovrastare con tempismo Walukiewicz e battere Cragno. Trovato il vantaggio dopo aver prodotto poco, i padroni di casa commettono una leggerezza in fase di impostazione regalando a Nainggolan due possibilità di fila per andare alla conclusione nello spazio di qualche secondo. Scampato il pericolo, la squadra di Conte torna a farsi minacciosa sul lato destro con la triangolazione stretta Barella-Young-Lautaro che permette al Toro di puntare Klavan in area dal lato corto prima di calciare in bocca a Cragno. Prima del duplice fischio c'è tempo di vedere i rossoblu riaffacciarsi in attacco, da un'azione da palla inattiva: sul cross dolce di Nainggolan scodellato in area, Faragò raccoglie una respinta corta di testa di De Vrj e impegna per la prima volta in 48' Handanovic.
SECONDO TEMPO – Al rientro dai blocchi, l'Inter riesce a sviluppare con continuità l'unico piano offensivo studiato per questo match: da un recupero alto di Bastoni, Sensi duetta con Lautaro che poi calcia dopo essersi appoggiato su Lukaku in posizione di boa. L'Inter aumenta la pressione in attacco grazie a un difensore, il solito Bastoni, primo costruttore in mancanza di Brozovic: da un suo lancio in verticale, Lautaro – praticamente perfetto spalle alla porta – serve a memoria l'inserimento di Sensi che non va a buon fine per un difetto di mira. Fondamentale che tradisce l'ex Sassuolo anche pochi secondi più tardi, vanificando un'ottimo cambio di gioco di Biraghi, per una volta puntuale e preciso nello sganciamento sulla corsia si sua competenza. Poco o nulla da segnalare fino al doppio cambio in 2' di Maran: Oliva e Pellegrini fanno posto a Castro e Mattiello. Sostituzioni che non modificano l'atteggiamento del Cagliari, sempre propositivo (60% di possesso palla a San Siro), né contribuiscono ad arrivare al pari che si concretizza in maniera abbastanza casuale. Su un lancio dalle retrovie, Joao Pedro ruba palla alzando la gamba in gioco pericoloso su Godin, gabbandolo con un sombrero, prima di offrire palla a Nainggolan. Che, sfruttando il velo di Castro, fulmina Handanovic con la complicità di un tocco involontario di Bastoni. Un 1-1 che paralizza San Siro ma non Lukaku che – uscendo da ogni dettame tattico – si rende protagonista di un coast to coast entusiasmante che si conclude con un tiro che fischia a pochi centimetri dal palo. Non assistito dalla fortuna, Conte decide di giocarsi il tutto per tutto gettando nella mischia Sanchez, per Sensi, passando a un 3-4-3 spurio che costringe il cileno ad agire ora da esterno, ora da mezzala che prova a facilitare la comunicazione tra difesa a e attacco che appare alquanto difficoltosa. Nel finale concitato è il Cagliari la squadra che accarezza l'idea di segnare il raddoppio con Mattiello, liberato al tiro col piede debole da una giocata caparbia di Castro. Quattro minuti prima del 90' un cambio per parte: Conte lancia il fresco Dimarco per Biraghi, Maran opta per un cambiamento conservativo inserendo Cigarini al posto di Nainggolan per congelare la palla e il risultato. Che non cambierà fino alla fine. L'unica notizia, altamente negativa per Conte, è l'espulsione di Lautaro Martinez, arrivata in conseguenza di una protesta troppo sguaiata in direzione di Manganiello.
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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