3-1, Inter ko e ritorno che obbligherà gli uomini di Roberto Mancini a una prestazione super per ribaltare un risultato difficile. In terra tedesca una sconfitta che lascia molto 'amaro in bocca' per via degli 'infortuni' di Juan Pablo Carrizo e un primo tempo ben condotto, soprattutto nei primi minuti. Alla 'Volkswagen-Arena', il coach jesino si presenta con la miglior formazione possibile, considerando l'indisponibilità di Marcelo Brozovic (non inserito nella lista UEFA, al pari di Lukas Podolski) e il momento di forma di alcuni elementi in particolare. Tra questi sicuramente Hernanes, preferito sia a Zdravko Kuzmanovic che a Mateo Kovacic nell'undici iniziale. Scelta coraggiosa, quella del Mancio, che conferma ancora una volta qual è e sarà la strada su cui punterà per riportare l'Inter al livello di un top club europeo: mentalità offensiva e la ricerca continua del gioco, sia in casa che in trasferta, in Italia come in Europa contro qualsiasi tipo di avversario.
Le prime battute di gioco fanno capire immediatamente la 'natura' dei Die Wolf: ottimi elementi dalla mediana in su, al cospetto di un pacchetto arretrato composto da elementi che non danno assolute garanzie, nonostante la vittoria finale. E l'Inter pronti-via ne approfitta, colpendo al minuto 6 con Rodrigo Palacio, servito magistralmente da Mauro Icardi, libero di bucare la difesa tedesca con un preciso filtrante. I nerazzurri partono con un 4-3-3 con El Trenza e Xherdan Shaqiri larghi e Maurito in mezzo, anche se la creatura del Mancio dimostra, a partire già dai primi 45', di poter essere anche 'camaleontica', con gli avversari colti sovente di sorpresa.
La mossa di Dieter Hecking di impiegare, in fase di non possesso, Kevin De Bruyne come uomo-pressing su Gary Medel, titolarissimo Pitbull schierato come sempre come 'schermo' difensivo e prezioso nonostante la 'caduta' della squadra, suona come una contromossa da sos. Il coach di Jesi capisce che l'Inter può affondare proprio grazie alla verve dei propri esterni, oltre agli spazi concessi dai padroni di casa. Proprio in fascia, in quella 'zolla' dove l'Inter crea parecchi spunti grazie anche a qualche intuizione del Profeta. Il Wolfsburg, al tempo stesso, ci prova in particolare sull'out di destra, dove Davide Santon a volte perde la marcatura di Daniel Caliguri, recuperando solo grazie alla proprie leve e abilità atletiche. Il gol del pareggio di Naldo, non a caso, arriva da un errore individuale, con Juan Jesus che si 'dimentica' il centrale brasiliano libero di colpire a botta sicura e di 'bucare' l'estremo difensore argentino.
Il secondo tempo è altra storia, con quel cambio significativo che avviene al 12', quando Mancini richiama Hernanes (positiva la sua prestazione) inserendo Nemanja Vidic: cambio-modulo immediato e Inter che passa al mazzarriano 3-5-2, con Andrea Ranocchia che - rispetto alla precedente gestione - viene impiegato al centro, con JJ centrale di sinistra e l'ex United a destra. Una mossa che spiega le intenzioni del tecnico, preoccupato a difendere un 1-1 prezioso per evitare la beffa. Beffa che, puntualmente, arriva poco dopo, con la legge del calcio che in Germania si rivela letale, quella del 'gol sbagliato, gol subito': Palacio fallisce incredibilmente da una parte, Carrizo fa altrettanto nella propria area di rigore, liberando Vieirinha con un passaggio totalmente errato, il quale serve Kevin De Bruyne che non può fare altro che depositare in rete. Il terzo gol, infine, è fin troppo facile da analizzare, con il portiere ex Lazio che viene sorpreso sul palo di competenza.
Alla 'Volkswagen-Arena' è Wolfsburg 3, Inter 1. Risultato pesante ma che, probabilmente, può trarre in inganno, a seconda dei punti di vista. Lo squadrone, quello tedesco evidentemente, dipinto dai più non si è visto, e la tripletta firmata Naldo-Kevin De Bruyne si può raccontare anche come un clamoroso autogol nerazzurro. Forse troppo facile analizzare un ko del genere in questi termini, ma volendo considerare il 'bicchiere mezzo pieno', non si può fare altro che vederla proprio in questo modo. Appuntamento tra sette giorni al 'Giuseppe Meazza', per il secondo e decisivo round di questi ottavi di finale di Europa League, in cui l'Inter ora deve rincorrere. Ma senza sbagliare.
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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