"Gentile redazione, sono passate poco più di 12 ore dalla disfatta interna contro lo Schalke 04. Un quarto di finale accolto se non con gioia, quantomeno con sollievo da tutto il mondo interista si è tramutato in un incubo. Una modesta squadra tedesca, in difficoltà nel suo stesso campionato, viene in casa dei campioni e domina in lungo e in largo. I motivi di questa debacle sono molteplici. Il dominio dello Schalke è stato prima di tutto atletico: i tedeschi ci hanno sovrastato per corsa e dinamismo, ci hanno messo in gravissima difficoltà con le loro sovrapposizioni e con i loro inserimenti senza palla. In secundis, lo scellerato atteggiamento tattico adottato da Leonardo ha spalancato le porte del contropiede allo Schalke che, grazie alla sua maggiore freschezza atletica, arrivava con estrema facilità al limite dell'area. L'Inter manca di un'organizzazione difensiva degna di tal nome. La filosofia leonardiana del calcio offensivo è ammirevole e mi trova anche d'accordo, ma questo non significa regalare avversari enormi praterie per arrivare in porta, in tutto va trovato un equilibrio. Leonardo è stato bravissimo a riaccendere una squadra che sembrava cotta da una preparazione sbagliata e anestetizzata da un allenatore che mal si conciliava con l'ambiente Inter, ma al momento clou ha dimostrato di essere gravemente inadeguato al ruolo che ricopre. Le motivazioni sono necessarie ma non sufficienti per una squadra di alto livello, occorrono anche organizzazione tattica e studio dell'avversario, cose di cui Leonardo non si preoccupa minimamente. Per questo penso sia doveroso riflettere su un eventuale cambio alla guida tecnica: Leonardo per me è bravo motivatore ma soprattutto ottimo dirigente, molto attento al mercato brasiliano in cui è considerato una specie di guru, quindi è quello il suo compito ideale nell'Inter.
La disfatta di ieri sera chiude in maniera praticamente definitiva il grande ciclo vincente dell'Inter. Cosa più che naturale, dato che è iniziato nel 2006, sono stati quindi quasi 5 anni di vittorie o di posizionamenti ad alti livelli. Gran parte di quest'organico resiste stoicamente da diversi anni, ed è palesemente logoro e stanco, cerca disperatamente di reggere il confronto con compagini più fresche ma non ce la fa, cerca disperatamente di trovare nuove motivazioni ma ahinoi quest'anno vediamo squadre più affamate della nostra. Avessimo una squadra dall'età media più bassa (come il Barcellona), si potrebbe riflettere su un'eventuale conferma del gruppo vincente degli ultimi anni, ma dato che i nostri principali pilastri sono degli ultratrentenni, l'unica strada per riaprire un ciclo è un profondo rinnovamento della rosa. E' comprensibile che anche la redazione di questo sito mantenga la prudenza riguardo a quest'ipotesi, ma la realtà è ben diversa: la squadra attuale non è più in grado di mantenere la tensione nei momenti clou della stagione (derby e quarti di CL), e il fatto che tutto ciò arrivi proprio dopo una grande rimonta è la conferma ideale di quanto sto dicendo: al momento chiave, la squadra non ha avuto la forza di fare il passo finale, sia in termini atletici che di motivazioni. Quindi a fine stagione andranno fatte tante valutazioni. In difesa ad esempio: oltre ai due senatori Materazzi e Cordoba, che per età e affidabilità non possono più ricoprire il ruolo di riserve, andranno valutate anche le situazioni di Maicon e Chivu, l'uno per una evidente mancanza di motivazioni, l'altro perchè ormai non si capisce più dove schierarlo (da terzino non ha mai convinto, da centrale in queste due partite ha fatto più danni che altro); a centrocampo serve gente dinamica, l'esatto opposto di Thiago Motta che pur essendo un giocatore di grande classe (personalmente stravedo per lui) è veramente lentissimo; riconsidererei anche la situazione di Mariga che per freschezza atletica può dare tanto a questa squadra anche se non può essere considerato in questo momento neanche un potenziale titolare; diversa la situazione di Cambiasso che ha sofferto un cambio di posizione ma anche per lui l'età avanza ed è bene iniziare a pensare ad un suo sostituto; in attacco è bene trovare una sistemazione per Pandev e sostituirlo con un giocatore più giovane e continuo (Sanchez?).
In più serve un tecnico capace di dare un'identità e un'organizzazione precisa all'Inter. I nomi che si fanno, da Guardiola a Villas Boas fino alla chimera Mourinho, sono tutti validi, diversi l'uno dall'altro ma validi.
Insomma, io questa volta mi schiero con chi chiede un cambiamento forte se non radicale. Bisogna accettare la fine dei cicli vincenti e per l'Inter è arrivato quel momento. Occorre ringiovanire FORTEMENTE la rosa con innesti giovani, che abbiano possibilmente tecnica e corsa, anche star non affermatissime (gli stracitati Bale, Ganso e compagnia) ma di talento. Personalmente io sono disposto anche a non vincere per un anno o due pur di assicurarmi un futuro più roseo, ma questo passaggio radicale si sta rendendo quantomai necessario. Questa svolta va presa come un'opportunità e non come una tragedia perchè prima o poi sarebbe arrivata. Per il mercato mi fido ciecamente di Ausilio e Branca, li ritengo competenti e validi nel loro mestiere.
Intanto chiudiamo dignitosamente la stagione, dando il massimo e cercando di salvare almeno l'orgoglio di un gruppo che fino a 12 mesi fa stava vivendo un sogno incredibile. Un gruppo che non smetterò mai di ringraziare per le emozioni che mi ha dato, per i brividi che mi ha regalato, per le lacrime di gioia che mi ha fatto versare. Qualsiasi sia l'andamento del mercato estivo, io porterò nel cuore ogni singolo elemento di questa squadra stratosferica, capace di grandissime imprese, che ha riportato il nome dell'Inter sul tetto d'Europa e del Mondo. Mi sento quindi di dovermi aggiungere virtualmente alla Curva Nord, la grandissima Curva Nord di Milano che ieri, alla fine di un'umiliazione tra le proprie mura, ha voluto applaudire una delle più grandi squadre che questa gloriosa società abbia mai potuto schierare. Comunque vada a finire, grazie ragazzi, "non vi lasceremo mai". Forza Inter!"
Roberto
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