Riecco Roberto Gagliardini. L'ex centrocampista dell'Inter, oggi al Verona, parla alla Gazzetta dello Sport. "Ho vissuto mesi non semplici quest’estate, quando non trovi squadra, quando ti alleni da solo. Momenti ti fortificano, però ti segnano. Ma alla fine sono arrivato in una piazza ambiziosa e soprattutto che sento mia, perché è simile a casa, Bergamo, con tifosi caldi e attaccati alla maglia. Chi nasce a Verona tifa Verona, chi nasce a Bergamo tifa Atalanta. Quindi so cosa significa giocare in una squadra così, una medio-piccola che ha un tifo da Champions".

Nel periodo da svincolato ha mai pensato di smettere?
"No, ho 31 anni. Però mi sono ritrovato a pensare… in Serie A c’è poco, in B le liste sono piene, devi andare fuori, la famiglia, i bambini… Dove li iscrivo a scuola? Che futuro gli do? E se poi vado in Australia, che faccio? Vado da solo, con la famiglia? Ci sono tante dinamiche che ti portano mentalmente a stare un po’ sul chi va là. Poi è arrivato il Verona…".

I punti di riferimento della sua carriera?
"Oltre al Papu Gomez, ho rubacchiato un po’ da tutti. Ho avuto la fortuna di stare a contatto con tanti campioni, ognuno con le proprie sfaccettature. Se devo fare due nomi dico Handanovic, capitano dell’Inter, grande carisma, e Sinner, esempio e idolo. Con le qualità umane e la cultura del lavoro è arrivato a fare qualcosa di straordinario. Non seguivo molto il tennis, da quando c’è lui sono un super esperto".

È ancora impegnato con sua moglie nel progetto benefico dedicato alle persone con disabilità?
"Certo. La onlus Insuperabili. Quando ci siamo sposati abbiamo devoluto le somme che abbiamo raccolto a loro. Poi abbiamo aperto una sede a Dalmine, dove abito. Una cosa che ci rende orgogliosi".
 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 10 ottobre 2025 alle 10:48 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print