Gian Piero Gasperini ha parlato in esclusiva al Corsport. La sua Roma sarà la prossima avversaria dell'Inter al rientro dopo la sosta del campionato. "Viviamo il piacere di affrontare l’Inter da primi in classifica", dice il tecnico giallorosso.
 
Cosa o chi ti ha convinto ad accettare la Roma? 
"Il fatto che a Roma c’è una passione incredibile. Io credo che in questo momento, in Italia, Roma sia insieme a Napoli il posto più appassionato e appassionante. E forse Roma anche più di Napoli, perché Napoli ha vinto. Dove c’è più fame di calcio, più voglia di fare risultati, dove c’è un amore verso la propria squadra così profondo, viscerale, lo stimolo è elevatissimo. Inoltre è un bel momento per gli stadi italiani che si sono nuovamente riempiti". 
 
Mi hanno detto che quando t’incazzi non sei proprio simpatico. 
"No, no. Diciamo che ho delle convinzioni, alcune certezze molto forti e tanti dubbi su altre cose, però dove ho delle certezze sicuramente le faccio valere". 
 
Sei anche un mangia-arbitri. 
"Ancora con questa storia degli arbitri, degli avversari, del pubblico delle altre squadre. Credo che una città di centoventimila abitanti desse fastidio là in alto. Bergamo è sicuramente una bella provincia, ma è grande come mezza Garbatella. È come se uno di questi popolosi quartieri di Roma giocasse in Europa contro Real Madrid, Barcellona, City, Psg, inglesi, tedeschi, francesi e tutto sommato in Europa andava ancora bene perché l’apprezzamento era palpabile. In Italia invece abbiamo cominciato a dare fastidio". 
 
Non hai risposto. 
"Ero il più esposto, dell’Atalanta chi riconoscevi? La proprietà non ama esporsi, i dirigenti anche. Alla fine arrivavo io e trovavo un plotone d’esecuzione". 

 
Criticasti apertamente l’atteggiamento di Immobile e quello di Chiesa. Non hai mai fatto niente per renderti simpatico alle tifoserie avversarie. Anche alla Roma non eri amatissimo. 
"Non pesavano gli episodi, andavi a Firenze era così, a Milano idem. Torino, Napoli, Bologna, mai avuto sconti da nessuno. L’Atalanta ha tolto tanto a tanti e quindi era naturale che fosse accompagnata da antipatie diffuse". 
 
Un altro dei tanti luoghi comuni che ti circondano riguarda i giocatori da non acquistare quando provengono dalle tue squadre. Chissà cosa gli fanno a Bergamo, quali stregonerie si saranno inventati. C’è anche chi sospettava che vi dopaste. 
"Stai scherzando?".

No: riporto voci. 
"Chi ha soltanto pensato una cosa del genere ha offeso una società, il sottoscritto, uno staff e un gruppo di giocatori, il loro lavoro. Quando non si sanno trovare le risposte si ricorre alle maldicenze e alle peggiori fantasie. Noi siamo sempre stati puliti. Io credo nel rispetto delle regole dello sport. Il doping lo combatto da sempre... Sul campo odio le simulazioni. Detesto ogni forma di sotterfugio, il gioco sporco. Sono tutti attentati allo sport che amo più, che tutti quanti amiamo e consideriamo parte della nostra vita. Per questo mi incazzo spesso. Una cosa è l’abilità tecnica, altro la furbata, la simulazione. La ricerca del dribbling in area per andare a prendere il rigore rientra nel campo delle abilità... E poi non sopporto il Var che mi allontana dal calcio per come l’ho sempre inteso". 
 
Ce ne siamo accorti. 
"Regole che resistono da centocinquant’anni e forse più andrebbero assolutamente difese e tutelate. Siamo in un momento storico in cui nuove situazioni e singolari interpretazioni hanno creato solo confusione, il pubblico fatica a distinguere il fallo dal non fallo, un cartellino da un non cartellino".  

Quindici punti in sei partite, alcuni dicono che hai avuto culo. 
"Quello non fa male. È una bella dote, devo dire che ci sono state altre squadre che hanno ribaltato o vinto partite nei minuti finali. Nella sconfitta non siamo stati fortunati, in alcune vittorie, sì. Però è una cosa abbastanza comune". 
 
Ritrovi Bailey e Dybala sembra che stia benino. 
"Sul nostro attacco si è detto tanto, ma abbiamo fatto due gol domenica, a Firenze. È evidente che fino ad oggi Dybala, Pellegrini e Bailey ci hanno dato due mezzi tempi in tre. Recuperandoli, la nostra qualità aumenterà sensibilmente. La qualità di Dybala è veramente da top. Pellegrini è un giocatore di assoluto valore. E Bailey ci darà una grossa mano. Siamo stati un po’ sfortunati con Bailey. Con quei tre e Dovbyk avremo un altro spessore. Perché nel calcio il tutto è valorizzato dal gioco d’attacco". 
 
A voler essere realisti, la tua squadra non è da Champions. 
"Non lo è. Questo aumenta il merito, no? Il merito di questi ragazzi. E nel frattempo è chiaro che ci auguriamo di crescere, lo sappiamo anche noi che il nostro primato è abbastanza casuale. Le partite le abbiamo giocate però, non è che ce le ha regalate nessuno. Adesso iniziano gli scontri diretti, ci si misura con le realtà più importanti, però è vero che questa squadra può migliorare, ha dei margini notevoli". 
 
A Bergamo impiegasti poco tempo per far girare la squadra come desideravi. Oggi non riconosco ancora una formazione di Gasperini, vedo un gruppo che lotta, ha un’anima e cerca il risultato. 
"Il calcio è cambiato, oggi è molto più difficile, ti devi adattare molto di più perché c’è un pressing esasperato che prima apparteneva a noi e adesso all’ottanta per cento delle squadre. E non è un caso che sia cambiata anche la mentalità in Italia. Tutti investono sull’attacco. La Juventus ha tre attaccanti fortissimi ed è andata a comprarne altri tre, il Napoli ha preso Lucca, Hojlund, Lang. L’Inter ha quattro punte di primo livello e ha speso in quel settore. Il Milan ha preso attaccanti, la Fiorentina pure, l’Atalanta Sulemana e Krstovic. Prima tutti acquistavano difensori. Nel costruire la squadra si partiva dalla difesa, poi i centrocampisti e se avanzava qualcosa la punta. O le punte. Su questo aspetto c’è stata una discussione per anni con l’Atalanta e quando han preso Zapata siamo andati in Champions. Con Muriel ci siamo tornati, quindi abbiamo puntato su De Ketelaere e Scamacca e abbiamo vinto l’Europa League. Quando hai gli attaccanti forti ti diverti, anche questo è probabilmente un segnale che il calcio è cambiato. È un calcio più difficile, magari meno bello. Se guardi all’estero la tendenza è ancora più esasperata. Solo nell’ultima sessione hanno speso centinaia di milioni per dotarsi di centravanti forti".  

Sezione: Copertina / Data: Ven 10 ottobre 2025 alle 08:42 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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