Il campionato è finito e la barca è stata accompagnata in porto nonostante le forti onde. Si può dunque serenamente pensare al futuro. Ma per segnare il passaggio di una stagione, è utile e a volte necessario registrare le prestazioni dei singoli e valutarne l'impatto sul campionato per capire da chi e come ripartire il prossimo anno. Ecco il Pagellone finale dell'Inter 2018/19.

HANDANOVIC Samir 7-  La sua stagione sarebbe stata da 6,5 nel complesso, ma la gara con l'Empoli gli vale un bonus che però non modifica sostanzialmente le cose. Non possono passare in cavalleria gli errori, come ad esempio l'uscita sbilenca contro il Torino e i gol presi per le sue mancate uscite su cross innocui, come nel caso della gara contro la Juventus allo Stadium. Però Handanovic si è ritrovato capitano a metà stagione e si è caricato sulle spalle la squadra, rispondendo presente nel momento più importante. No, il premio della Lega non serve per alzargli il voto.

D'AMBROSIO Danilo 7 - È sempre stato uno dei più bistrattati, per il suo poco contributo alla fase offensiva e perché c'è ancora chi non gli perdona quella frase "Abbiamo mollato" nell'annata di Pioli, dopo la sconfitta contro la Roma e il pareggio con il Torino che hanno di fatto chiuso i conti per la Champions League. Come ogni estate, il nuovo arrivato (in questo caso Vrsaljko) avrebbe dovuto spodestarlo ma a fine stagione ha giocato di nuovo lui. L'anno scorso a sinistra, in un ruolo da comprimario a bilanciare le avanzate di Cancelo, quest'anno da protagonista assoluto in alcuni dei momenti chiave della stagione. È stato fra i migliori per costanza di rendimento, ha giocato acciaccato e non ha fatto rimpiangere l'ex Atletico Madrid. Ha dei limiti evidenti e non ne fa mistero, ma si è issato fra i leadere dello spogliatoio e ha dimostrato come la costanza a volte superi la qualità. C'è sempre, è uno e trino: la sua narrativa non si ferma. 

SKRINIAR Milan 7,5 - Stagione da leader per il centrale slovacco, in un reparto dove lui è il più giovane. È il miglior difensore dell'Inter in quasi ogni voce statistica e primeggia anche in Serie A. Opta l'ha inserito nella Formazione della Stagione in coppia con Chiellini, lui ha sempre risposto presente a parte un paio di sbavature. La peggior prestazione è stata a Bergamo, quando uno Zapata in forma celestiale lo ha fatto vagare per tutto il campo. Alla prima esperienza in Champions League ha debuttato giocando da terzino, poi ha tenuto botta a Suarez e al Barcellona e alle folate offensive del Psv. L'unica nota negativa è che, a dispetto dell'anno scorso, è mancato in zona gol. Il rinnovo di contratto gestito a fari spenti e un costante attaccamento alla maglia rappresentano una medaglia al valore per quello che potrebbe diventare una bandiera dell'Inter. 

DE VRIJ Stefan 7,5 - Il miglior compagno possibile per Skriniar, ha giocato alcune partite di livello mondiale. Insieme sono la miglior coppia difensiva della Serie A e lo testimoniano i 17 clean sheet di Handanovic. A inizio stagione Spalletti lo gestisce, tant'è vero che salta alcune gare importanti come l'andata del girone di Champions League al Camp Nou. Ma dalla 16° giornata di campionato è sempre titolare e guida la difesa con doti vocali non indifferenti. Anche nel suo caso, forse ci si aspettava qualcosina in più dai calci da fermo, ma tutta la squadra è sembrata deficitaria. Ciliegina sulla torta, in vacanza organizza ritrovi per Inter Club: idolo totale. 

ASAMOAH Kwadwo 6 - È bello avere un terzino sinistro dopo anni di cattivi acquisti e Asamoah giustifica il suo impiego con professionalità e costanza, ma l'errore contro il Psv pesa come un macigno nell'economia della stagione. A volte pecca di frenesia o cerca un dribbling di troppo e l'intesa con Perisic non è sembrata ottimale. Tuttavia, un buon primo anno con la maglia dell'Inter, con qualche picco verso l'alto ma alcune difficoltà quando si trova a impostare. Con Conte tornerà esterno a sinistra. 

BROZOVIC Marcelo 7,5 - Si è preso qualche pausa, ma alzi la mano chi avrebbe mai pensato a un Brozovic così continuo su questi livelli per tutta la stagione. Ha saputo alternare momenti di gestione a partite di sacrificio, muovendosi tra le linee alla ricerca della sua comfort zone. Non ha mai sfigurato nei big match, a parte contro il Napoli dove è sembrato tornare l'indolente giocatore che a gennaio scorso stava per salutare in direzione Siviglia. Il suo apporto si nota soprattutto quando lui non c'è e la squadra fa una fatica pachidermica ad alzare il baricentro. Il suo addestramento è finito, ora deve confermarsi fondamentale con Conte. Mezzo punto in più per la mossa del coccodrillo che ha fatto il giro del mondo. 

VECINO Matias 6 - Un giocatore indecifrabile. Alterna mesi di prestazioni insufficienti a momenti di Mamba Mentality con cui risolve la stagione. Quando è mentalmente dentro la partita riesce a fare la differenza e quest'anno in tre delle gare più importanti c'è l'impronta di Vecino: nella gara contro il Tottenham, dove oltre ad averla ripresa ha propiziato il primo gol di Icardi con una sgroppata a tagliare il campo, nel derby di ritorno con la sua partita da tuttocampista e infine nell'ultima corsa della stagione, quando il suo tiro si infrange sul palo e Nainggolan segna il più semplice e il più pesante dei gol. Meglio nella conduzione che nel palleggio, Conte dovrà risolvere questo rebus.

NAINGGOLAN Radja 6+ - Il voto è un mix fra le esasperanti attese nei suoi confronti, gli infiniti problemi fisici con cui ha dovuto convivere per tutto l'anno e l'onesto apporto che è riuscito a dare alla squadra quando è stato in campo. Nainggolan non è arrivato a Milano nelle condizioni in cui tutti si aspettavano e l'infortunio subito contro il Sion ha fatto tutta la differenza del mondo per un giocatore di trent'anni. Spalletti nella prima parte di stagione ha forzato a più riprese il suo rientro in campo e questo non l'ha aiutato. Ma quando è sceso nell'undici titolare, Nainggolan ha fatto la differenza: il gol contro il Psv ha un peso specifico enorme, così come le due reti nel finale di stagione contro Juventus ed Empoli. L'Inter di quest'anno era tarata sulla sua energia e il suo dinamismo, in entrambe le fasi doveva giocare un ruolo fondamentale. Peccato, non è andata e Spalletti non avrà occasione di avere il Ninja al 100%. Vedremo come si adatterà ai ritmi di Antonio Conte. 

POLITANO Matteo 7 - Dopo de Vrij è il miglior acquisto della stagione. Arriva fra qualche mugugno dei tifosi che si aspettavano un nome più altisonante, ma dalla prima amichevole stagionale non lascia mai la maglia di titolare. Spalletti gli chiede sacrificio, lui si applica e corre tantissimo ogni partita, ma perde lucidità sotto porta, dove ci mette sempre un attimo in più per tirare. Con il 3-5-2 di Conte bisognerà valutare dove inserirlo, se come seconda punta o esterno alto. Quel che è certo è che Politano si è meritato il riscatto. 

PERISIC Ivan 5 - Stagione incolore da ogni punto di vista, senza alcuno sprazzo. Nelle prime partite sembrava potersi ergere a figura di riferimento della squadra, con il suo gol con il Torino e un atteggiamento che prometteva ben altro del magro bottino stagionale. Spalletti non ha mai rinunciato a lui perché dà equilibrio, ma un esterno che fa meglio da terzino che da ala non può che suscitare riflessioni importanti, anche perché nell'economia della stagione pesano i suoi malumori sul contratto e la sua richiesta di cessione a fronte di nessuna offerta concreta. Dopo l'Icardi Gate si rimette in carreggiata e trascina la squadra con qualche gol e prestazioni positive, ma a meno che Conte non insista su di lui, probabilmente siamo giunti ai saluti. 

ICARDI Mauro 5 - Nonostante i pochi gol, la prima parte di stagione di Icardi è più che sufficiente. Lavora molto per la squadra e soprattutto segna reti pesantissime: dei sei gol in Champions League, quattro portano la sua firma. Spalletti gli chiede di muoversi al di fuori dell'area di rigore e lui risponde presente, con tocchi spalle alla porta e un'abnegazione nuova. Dopo i bisticciamenti con l'allenatore e la revoca della fascia di capitano qualcosa si inceppa e il suo rifugiarsi sull'Aventino quasi condanna l'Inter all'Europa League. Quando ritorna è come se non ci fosse: le sue prestazioni sono impalpabili, il suo bagaglio tecnico si impoverisce e l'unico movimento che riesce a fare è il taglio a uscire dall'area di rigore. Poca roba, anche perché non vede più la porta. L'errore contro l'Empoli possiamo ascriverlo ad una trama di Dario Argento. Lui vuole rimanere, l'Inter non ha ancora preso una decisione. Quale sarà il suo futuro? 

MARTINEZ Lautaro 6,5 - Nel precampionato gioca partite importanti alle spalle di Icardi, impreziosite dal gol bellissimo contro l'Atletico Madrid. Contro il Sassuolo all'esordio stecca, così Spalletti inizia a dosarlo nei finali di partita. Lui risponde presente e, al netto delle dichiarazioni del padre di cui si scusa immediatamente, si dimostra disponibile e capisce la sua dimensione. Il gol contro il Napoli lo sblocca e sembra quasi prepararlo al febbraio di fuoco che vivrà a causa di Icardi: una volta che il 9 si eclissa, le responsabilità dell'attacco pesano tutte su di lui. Segna gol importanti e mostra un potenziale gioco a tutto tondo. Sul finale si spegne, anche a causa dell'infortunio occorso in Nazionale. Ma l'anno prossimo si potrà fare affidamento su di lui.

KEITA Balde 5,5 - Dall'Empoli all'Empoli, nel mezzo poca roba. Keita ci ha messo praticamente tutto il girone di andata per entrare con prepotenza nelle rotazioni di Spalletti: tanti spezzoni di gara, qualche buon assolo e a fine 2018 era riuscito anche a scalzare Perisic dalle rotazioni. Il gol decisivo a Empoli sembra il miglior modo per prepararsi a un girone di ritorno da protagonista, ma il suo infortunio (e il misterioso tempo di recupero extra per quello che doveva essere un problema di due settimane) gli toglie completamente il ritmo necessario. Quand'è pronto a rientrare stecca la gara contro l'Eintracht, mangiandosi un gol a tu per tu con il portiere avversario, poi scala nelle gerarchie e viene rispolverato solo per la gara contro l'Empoli, appunto. Dove dà una grossa mano a Spalletti e a tutta la squadra. Il suo percorso all'Inter è un grandioso "What if" che sembra finisca con un ritorno al Monaco. Bisogna risolvere presto il suo futuro perché nel 3-5-2 sa giocare e da questa scelta passerà molto del mercato dell'Inter.

MIRANDA Joao 6 - Prima stagione da comprimario nella carriera dell'ex capitano del Brasile. Quando viene chiamato in causa sia in Champions League sia in Serie A Miranda fa il suo, dimostrando di essere un'alternativa validissima ai due compagni di reparto. A gennaio si parla di un suo addio, da lì in avanti il suo impiego scema anche perché l'Inter esce da tutte le competizioni. Professionista esemplare, probabilmente ai saluti. 

DALBERT Henrique 5,5 - L'anno scorso il giudizio su di lui era pressoché impossibile, perché troppi fattori hanno contribuito al suo scarso utilizzo. Quest'anno, nonostante alcune buone prove e il primo gol segnato contro il Benevento, la stagione di Dalbert non può che essere insufficiente. Contro il Cagliari ha fatto vedere buone cose, fornendo anche l'assist per Lautaro Martinez, ma il fatto che nei momenti caldi della stagione Spalletti non faccia affidamento su di lui è emblematico del fatto che probabilmente il suo arco di crescita è stato sovrastimato da chi l'ha portato a Milano, due anni fa. 

VALERO Borja 6 - Il professore non ha mai mancato di ribadire nel corso della stagione la sua professionalità e il suo modo sublime di toccare il pallone. È chiamato a giocare più di quanto preventivato e lui risponde presente, guidando la carica contro il Barcellona a San Siro e mettendo a referto altre buone prestazioni. Un signor dodicesimo uomo in un reparto che ha bisogno di cambiamento.

GAGLIARDINI Roberto 5,5 - Ci si aspettava che salisse di colpi quest'anno spodestando Vecino, ma per quanto abbia giocato bene alcune singole partite quando serviva non ha risposto alle attese. L'anno scorso era inamovibile da gennaio in poi, quest'anno no. Il prossimo?

DA COSTA MARIO Joao 5,5 - Inizia la stagione fuori rosa a causa di dichiarazioni fuori luogo, poi Spalletti lo prova contro la Lazio a causa della mancanza di Nainggolan. Lui si riprende il proscenio e torna utile grazie alle sua capacità di palleggio nel 4-3-3 con cui l'Inter scala la classifica, poi a causa anche di questi personali ricade nuovamente nell'ombra. Anche per lui si prospetta un futuro lontano da San Siro

CANDREVA Antonio 5 - Stagione da dimenticare, sulla scia della fase finale della scorsa. Questo non giustifica i fischi preventivi verso di lui, però il suo rendimento è oggettivamente ai minimi storici e forse nemmeno la cura Conte lo potrà risollevare.

RANOCCHIA Andrea 6 - Dopo l’anno scorso, ha visto ulteriormente ridursi il suo minutaggio ed è stato scelto da Spalletti come totem dello spogliatoio. Mai una parola fuori posto, con messaggi social sempre mirati a rafforzare la squadra. Il rinnovo è il degno proseguo di un cammino iniziato nel 2011 e resistito a mille burrasche. Un vero professionista. 

SPALLETTI Luciano 6,5 - La stagione non può essere considerata positiva, non foss’altro perché la squadra non ha migliorato nei numeri la stagione dell’anno scorso. Le sperimentazioni tattiche si sono arenate con l’arrivo dei primi problemi e il reiterarsi degli infortuni a Nainggolan, su cui anche Spalletti non è esente da colpe. Il caso Icardi ha definitivamente tagliato le gambe alla squadra. Probabilmente il cambio in panchina era necessario, ma lo sforzo emotivo che il tecnico ha fatto nelle ultime settimane certifica che due anni fa è stata fatta la scelta migliore su chi affidare la panchina dell’Inter. L’Inter in Champions League per due anni di fila non si vedeva dal 2010/11. Ha fatto degli errori, ma al contrario di tutti i suoi predecessori ha sempre portato la barca in porto. Uomini forti, destini forti.

Marco Lo Prato e Gianluca Scudieri

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Sezione: Pagelle / Data: Gio 30 maggio 2019 alle 18:18
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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