Francamente, non se ne può più. Giornali, tv e media in generale continuano a ritirare fuori paragoni impossibili tra Walter Mazzarri e Andrea Stramaccioni, volti a dimostrare come in fondo il tecnico romano - da tutti additato per mesi come il male assoluto, un raccomandato, l'esempio massimo di sbarbatello che fa carriera bruciando le tappe e senza averne particolari meriti, è bene ricordarlo - non fosse poi così tanto male se paragonato all'odioso allenatore di San Vincenzo.

Questo teorema parte da due premesse, a mio avviso, sostanzialmente errate. La prima è che Andrea Stramaccioni sia il male assoluto e che per questo vada utilizzato come esempio negativo per eccellenza. Non è così. Strama è, a mio avviso, un giovane allenatore molto preparato (come ha confermato il master di Coverciano superato a pieni voti) che ha pagato il pessimo momento storico dell'Inter, l'incapacità di gestire una situazione complicata (che sta creando problemi a chi comunque di esperienza ne ha da vendere come Mazzarri) e probabilmente anche un eccesso di supponenza. La seconda premessa errata è l'impossibilità di paragonare due stagioni diverse e soprattutto di paragonarle quando una di queste ancora non si è conclusa. Bisogna, infatti, tenere assolutamente conto della diversità dei due campionati, della diversa competitività.

E' vero, infatti, che l'Inter di Mazzarri ha quattro punti in meno rispetto all'Inter di Stramaccioni allo stesso punto della stagione, ma è anche vero che quest'anno il livello delle big (Roma, Fiorentina, Napoli, la stessa Juventus) sembra decisamente più alto rispetto a quanto non fosse l'anno passato, quando comunque tutte queste squadre terminarono poi il campionato davanti ai nerazzurri. L'anno scorso il tracollo dell'Inter stramaccioniana maturò nel girone di ritorno. Finché aveva potuto contare sulla rosa al completo - prima che Milito si infortunasse e Sneijder venisse ceduto al Galatasaray - il tecnico aveva infatti messo in piedi un'Inter dignitosa, non trascendentale ma comunque da zona coppe. Alla 18esima giornata, era al terzo posto in classifica. Poi, complice una rosa non adeguata a sopperire alle mancanze e la sua inesperienza da tecnico, Strama ha perso il bandolo della matassa e ha finito la stagione al nono posto.

A mio avviso, l'Inter attualmente in mano a Mazzarri è per certi versi inferiore a quella della passata stagione: Hugo Campagnaro, forse il miglior colpo estivo e il più utilizzato dei nuovi, è stato fuori due mesi e solo adesso sta recuperando la forma migliore, Saphir Taider ha reso solo a intermittenza, Ishak Belfodil sembra già destinato a partire e Mauro Icardi ha saltato praticamente tutta questa la parte di stagione per i problemi di pubalgia che lo hanno poi costretto all'operazione. Diego Milito e Walter Samuel sono stati praticamente sempre fuori per infortunio e a questo si aggiunge un mercato onestamente non all'altezza. Perché il problema è tutto lì e non in chi allena. L'Inter da anni non sa comprare e meno ancora sa vendere (per dire, Sabatini ha ceduto Bradley al Toronto per 8 milioni, più di quanto l'Inter abbia incassato dalla cessione di Sneijder). Insomma, un paragone che non sta né in cielo né in terra, tra due allenatori con storie diverse, rose diverse e stagioni diverse. Anche perché né i punti attuali né quelli di Stramaccioni basterebbero a rendere questa stagione davvero da Inter.

Sezione: La Rubrica / Data: Sab 11 gennaio 2014 alle 00:30
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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