Eusebio Di Francesco è il primo a presentarsi nella sala conferenze di San Siro per approfondire i temi di Inter-Frosinone 2-0. Le parole del tecnico dei ciociari dopo la sconfitta onorevole dei suoi:

Il Frosinone non mi è dispiaciuto, partitta condizionata da due episodi: è d'accordo? Come sta Mazzitelli?
"Ha avuto un problema al polpaccio, abbiamo pagato il suo infortunio come a Cagliari. Un peccato perché ci dava equilibrio. Peccato perché con Oyono avevamo avuto una bella ripartenza, abbiamo giocato a viso aperto e abbiamo dimostrato di saper stare a San Siro, con coraggio. La differenza nei giudizi la fanno gli episodi, ma non mi appello a questi. Dimarco ha fatto un grande gol, non so se voleva tirare o crossare. Così se ne vedono uno all'anno. Già loro sono campioni... Poi sul secondo gol è scivolato Okoli e Thuram, che sta facendo benissimo, ne ha approfittato. Potevamo anche riaprirla col palo, ma alla lunga è venuta fuori la forza dell'Inter e la nostra poca lucidità". 

Cosa lascia questa sconfitta?
"Deve lasciare consapevolezza. L'Inter gioca con Inzaghi da tre anni, noi abbiamo tanti giocatori giovani da squadre differenti. Spesso non si analizza il divario delle conoscenze tra le due squadre: io che posso dire al Frosinone oggi? Sono solo che soddisfatto, anche per gli errori che saranno un momento di crescita". 

Il Frosinone può migliorare?
"Io sto trasmettendo un pensiero: l'attaccarsi sotto la traversa non mi piace. Portare l'Inter dentro l'area può farti male. Senza il rigore ci sarebbe stata partita, poi Okoli è scivolato come raramente capita. Non siamo venuti in vacanza, a perdere tempo, ma per un momento di crescita".

Non si vede spesso una squadra di provincia confrontarsi a viso aperto con l'Inter: è una rivincita personale per lei?
"Per me è motivo d'orgoglio, grazie per i complimenti. Ma io non prendo rivincite con nessuno, io metto in campo il mio pensiero calcistico. La vittoria è quanto viene portato in campo. Poi sì mi hanno messo l'etichetta dopo la semifinale di Champions e dopo per i periodi negativi. Ora sono felice di aver trovato il piacere di allenare. Non è un concetto di rivincita personale, io alleno perché amo questo lavoro". 

Ha trovato una Serie A più propositiva al suo ritorno? Quanto le dà soddisfazione crescere i talenti?
"Mi piace il concetto di talenti, anche sconosciuti. Ci vuole la pazienza con loro, devono avere la spregiudicatezza. Siamo un laboratorio di piccoli campioni. Quanto a me, esistono i prinicipi. Non esistono i numeri, il gioco è dinamico. Oggi l'Inter sviluppava 4-4-2". 

Poi una battuta andandosene: "Abbiamo parlato di calcio. Ogni tanto...". 

Sezione: L'avversario / Data: Dom 12 novembre 2023 alle 23:20 / Fonte: dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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