In un periodo in cui non ne va bene una e la squadra nerazzurra sta sprofondando in una voragine apparentemente senza via d’uscita, uno degli sport più praticati dagli addetti ai lavori o dai tifosi è la ricerca delle motivazioni che hanno guidato l’Inter alla settima sconfitta negli ultimi 8 incontri disputati. Numerose la cause individuate che potrebbero spiegare la crisi della squadra di Ranieri, partendo dalla società e passando allo stesso allenatore e ai giocatori. Ognuna di queste motivazioni potrebbe aver contribuito allo sfacelo attuale di un gruppo incapace di risollevarsi e ormai fuori da tutti i giochi in campionato e a rischio eliminazione in Champions League. I numeri, inoltre, sono lo specchio fedele dell’andamento dell’Inter e tra punti in classifica, numero di sconfitte in 25 giornate (ben 11, roba d’altre epoche), gol subiti e astinenza offensiva è più che normale trovarsi in questa situazione.

Ma c’è un dato statistico che più di ogni altro riflette lo stato psicofisico dei giocatori nerazzurri dall’inizio del campionato. Quello di ammonizioni/espulsioni. Ad oggi, l’Inter è la squadra più buona della Serie A, ultima nella graduatoria delle più sanzionate dagli arbitri con 39 ammonizioni e 3 espulsioni (Ranocchia vs. Novara, Obi vs. Napoli e Zanetti vs. Udinese). Nota di merito? Sì, per chi crede molto nel Fair Play e vorrebbe un calcio meno violento. No, per chi invece utilizza questa statistica come cartina di tornasole dell’impegno agonistico profuso sul rettangolo di gioco. E considerando l’approccio che l’Inter ha praticamente a ogni partita, è facile individuare nello scarso agonismo e nella fiacchezza la causa di questa fedina penale pulita.

Che l’ultimo posto in questa classifica specifica non sia un aspetto positivo lo conferma il paragone con il campionato 2009/2010, quello della Tripletta sotto la guida di Mourinho. L’Inter ha chiuso con 91 ammonizioni (undicesima) e ben 7 espulsioni (quinto posto ex aequo con altre squadre), a testimonianza che i giocatori in campo le davano eccome. Certo, all’epoca va evidenziato anche un eccesso di severità nei da parte della categoria arbitrale, ma la raccolta di così tanti cartellini evidenzia anche la voglia di combattere di una squadra che dava tutto e metteva in campo il 101%, anche a costo di rimediare gialli o rossi. Questione di atteggiamento, di temperamento che oggi manca.

Ad acuire l’impatto di questi dati statistici è la presenza, nell’Inter di oggi, di molti dei calciatori che vinsero tutto nella stagione 2009/2010, gli stessi che hanno collezionato 98 cartellini complessivi (oggi, a 13 giornate dalla fine, siamo a 42, meno della metà). Questo aspetto invita pertanto a una riflessione: i ‘senatori’ dell’Inter hanno perso la combattività che Mourinho aveva trasmesso loro, si sono imborghesiti e oggi tendono a togliere la gamba invece di metterla con decisione, anche a costo di beccare un cartellino. Ed è ovvio che senza agonismo anche le prestazioni ne risentano e, di conseguenza, i risultati. L’ultimo posto nella classifica dei cattivi, dunque, in un contesto del genere non è una nota di merito, ma sottolinea la scarsa personalità di una squadra che non riesce più a ritrovare sé stessa.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 28 febbraio 2012 alle 12:45
Autore: Fabio Costantino
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