Il piacere è imparentato con i sentimenti? Al Maradona l'aria di big match è sempre piacevole, anche se siamo solamente a fine ottobre. Il cammino è lungo, ma Napoli e Inter si trovano vicine, pronte a fronteggiarsi. Non serve sempre attivare il pulsante della ragione per regalare spettacolo a chi assiste a una partita di calcio. Basta anche un notevole carico emotivo. Come quello di ieri sera. Due situazioni opposte: Napoli consapevole di dover riscattare una pessima figura in Champions League, l'Inter per proseguire sul binario tracciato delle sette vittorie consecutive. L'inizio è un po' di attesa su entrambi i fronti e si ricerca il piano offensivo sugli sviluppi di un angolo del Biscione: Bastoni colpisce quasi di spalla e la palla finisce fuori non di molto. Grida vendetta la chance per Lautaro, forse un po' sorpreso dall'errore di Spinazzola.

PRESSIONE E REAZIONE. QUEI CENTIMETRI CHE GRIDANO VENDETTA... Il primo episodio chiave arriva poco prima della mezz'ora di gioco, quando Mariani, su segnalazione dell'assistente (quasi 10 secondi dopo), concede un calcio di rigore al Napoli per un contatto lieve tra Mkhitaryan e Di Lorenzo. Un fischio sicuramente irrituale, che ha bloccato il contropiede dell'Inter, che si stava dirigendo nella metà campo avversaria. De Bruyne è freddissimo dal dischetto, Sommer non può nulla e partenopei che vanno in vantaggio. Il belga è costretto poi ad uscire per un problema muscolare proprio conseguente al rigore. La tensione è alta perché l'Inter cerca di reagire in via immediata, sul fronte partenopeo è prevalente la cura dei dettagli con la copertura degli spazi soprattutto in mezzo al campo. Il timbro consistente è quello dell'accelerazione estemporanea: un marchio chiaro del calcio di Chivu. Quei dettagli che portano Bastoni a colpire di testa in solitaria, quei centimetri che separano l'Inter dal pareggio. Quei centimetri dei fili d'erba che gridano ancora vendetta quando la girata di Lautaro termina fuori di un nulla. Grida vendetta anche il palo colpito da Dumfries.

SPAZI APERTI, PARAPIGLIA E CONTINUI ATTACCHI. Fare la partita con grande padronanza è uno sviluppo rilevante per cercare di ribaltarla. L'atteggiamento nerazzurro è quello che serve: l'Inter preme forte e fornisce buoni segnali, anche se arriva la beffa del raddoppio al primo contropiede costruito: Spinazzola sventaglia per McTominay, che fino a quel momento era stato un fantasma in campo. Ma conosce le coordinate del raddoppio e il gesto tecnico è davvero pregiato: conclusione spettacolare in diagonale che finisce nel sacco. L'universo delle coincidenze non è mai casuale: Buongiorno permette all'Inter di riaprire i giochi dal dischetto: Calhanoglu è implacabile (29 su 30, quasi un mago infallibile). Si scatenano i parapiglia, si creano gli spazi, aumentano gli errori e il Napoli ne approfitta per timbrare il tris: sponda di Neres per la corsa di Anguissa che fa una grandissima sterzata e realizza un diagonale vincente. Il 3-1 agevola il compito della gestione casalinga, ma i nerazzurri non demordono, provandoci anche nel finale, ma senza risultati positivi.

Alla fine festeggia il Napoli, per l'Inter tanto rammarico tra i pali e le occasioni fallite. Reazioni energiche e recriminazioni generali: il Maradona è ancora indigesto per i nerazzurri.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 26 ottobre 2025 alle 08:30
Autore: Niccolò Anfosso
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