Esordio nel lunch time match domani per l'Inter che farà visita all'Atalanta nell'ostico stadio Atleti Azzurri d'Italia. Direttamente dal Suning Training Centre, Luciano Spalletti è protagonista della consueta conferenza stampa pre-partita. FcInterNews.it riporta le parole dell'allenatore nerazzurro.
Chi potrebbe avere più bisogno di riposarsi a centrocampo e come sta la caviglia di Nainggolan?
"Sicuramente quelli che hanno giocato di più. Brozovic come minutaggio e come extra che ci mette personalmente nelle partite per corsa e qualità, i numeri dicono che è quello che ha fatto più strada. Però è quello che lega il gioco dalla linea di metà campo fino in cima alla Curva Nord e di conseguenza è quello che fa partecipare tutta la squadra alla manovra, per cui va valutato bene oggi quello che sarà il suo aver recuperato. Borja Valero ha fatto un pezzo di partita con una qualità veramente importante come corsa e presenza, ma è stata ridotta nei minuti per cui è completamente a posto. Nainggolan ha tentato di fare quello a cui ci ha abituato. Si è messo a disposizione e ha fatto anche bene per quelle che erano le sue possibilità, ma è chiaro che è tornato un pochettino indietro per quanto riguarda la sua condizione. Penso che per lui sia difficile poter essere della partita, ma va apprezzato il suo volerci essere e la disponibilità".
Qual è il coefficiente di difficoltà della gara di domani e l'insidia da evitare?
"Non so quale possa essere il massimo. Se è dieci, dico dieci. Può essere anche il massimo se noi non consideriamo che l'ultima partita della sosta è quella di domani, non è stata quella di martedì. Questo spesso succede nella testa dei calciatori e farsi ritrovare nella condizione mentale di valutare la prossima partita un'estensione della Champions è fondamentale perché gli si portano davanti i numeri che ha l'Atalanta. Soltanto il fatto che non sia tra le primissime in classifica come nome non la fa essere lì, ma se si considerano i numeri che si porta dietro ci troviamo una squadra di alta classifica. Paga il fatto che all'inizio di stagione non sia riuscita a capitalizzare la mole di gioco che ha fatto e a fare gol per il gioco prodotto. Hanno più tiri in porta e occasioni da gol superiori a noi e in quel campo si esaltano. Hanno forza fisica e mentale. In tutto questo c'è di mezzo Gasperini, che fa bene al mondo del calcio. Influisce a renderlo più bello e moderno. Non c'è da falsare nulla, ai giocatori si presenta quel che troveremo domani".
Come commenta il gesto di Mourinho contro la Juventus?
"Mi sembra che Mourinho stesso ha detto che a freddo non lo rifarebbe. Questo ci trova tutti d'accordo nei commenti, però poi ci sono pressioni emotive soprattutto in determinate partite che vanno a sommarsi e il rischio di cadere in qualche piccola reazione c'è. Io faccio quel lavoro e lo so bene. Penso che finché si resta su fatti di questo livello faccia parte tutto dello spettacolo. Se poi vai a stuzzicare un leone, il leone ruggisce".
Come sta Lautaro Martinez?
"Sta bene. Sta vivendo questo periodo come Keita, Candreva, Ranocchia, Joao Mario, come Politano in alcune partite. Come me in alcune partite".
Pensi che questo 4-3-3 possa essere una soluzione a lungo termine? Ti saresti aspettato questa maturazione così veloce dopo quella partenza in campionato?
"Per quanto riguarda il centrocampo si possono usare benissimo tutte e due le cose senza andare a rischio di poter fare delle suddivisioni ben precise. Il vertice alto o basso è facilmente scambiabile durante le fasi di gioco. Spesso in un centrocampo a tre, che sia con il mediano basso o con i due mediani e l'uomo avanzato in trequarti si modifica da solo durante la partita. Ci si trova entrambe le soluzioni in qualsiasi impostazione si inizi. Posso dire che inizio con il 4-2-3-1 ma poi nello sviluppo diventa 4-3-3 e viceversa. Fa la differenza se una squadra avversaria ha un play che detta i tempi alla partita, allora bisogna dargli un occhio in più per dargli meno spazio, ma deve essere un po' di tutti. Si va avanti così perché con il regista basso e due mezzali ti dà più soluzioni offensive, l'altra te ne dà meno e qui vengono chiamati in causa anche i terzini ma magari ne parliamo la prossima volta. La striscia positiva? E' quello che dovevamo fare dopo la partenza. Il nostro deve essere un campionato di quel livello, se poi per un periodo te la prendi comoda è chiaro che per un altro periodo devi andare più forte. Per me non c'è alcuna novità, mi aspettavo questa reazione, anche se poi queste striscie di buoni risultati riempiono un po' il serbatoio di convinzione e buone cose. C'è da stare però attenti a non andare a stimolare quello della presunzione perché le due cose sono molto vicine. Naturalmente quelli che sono i buoni risultati non ti danno il diritto di poter mollare di un centimetro, tanto più se l'avversario è l'Atalanta".
Dopo le trasformazioni di Pizarro e Nainggolan, quella di Brozovic è tra le 'trasformazioni' che possiamo mettere sul podio della sua carriera?
"Secondo me Pjanic è uno di quelli che rende bene l'idea. Quando decidemmo di invertire la posizione di Pjanic e Nainggolan si scatenò il putiferio, ma non sono io che l'ho fatto. Sono loro che hanno fatto vedere di avere quelle caratteristiche. E si potrebbero anche invertire di nuovo perché sono calciatori top. Ed è chiaro che fanno anche il bene della squadra perché ci abbinano quella convinzione di avere quelle qualità importanti, quella forza del giocatore di carattere che poi determina le partite. Brozovic è su quella strada. Brozo ha il piede con la bussola direzionante. Va a sapere dove va portato il discorso e la palla. E' uno che nello scorrimento della partita prende continuamente notizie e va a usarle in maniera corretta. E' diventato un giocatore importante per noi. Ritengo che ce ne vogliano tanti in una squadra, quasi tutti per arrivare in cima al campionato italiano. Lui è uno di questi".
C'è veramente spazio per riavvicinarsi alla Juve?
"Secondo me sono i più forti di tutti e probabilmente vinceranno il campionato, però ci sono squadre e difficoltà durante lo scorrimento di un campionato come quello italiano che possono minare queste certezze o qualità. Per cui tutte le altre squadre dovranno essere impeccabili e dovranno cercare di fare l'impossibile. A volte si è verificato anche l'impossibile e spesso ci hanno messo mano le persone, la convinzione di poter cambiare un momento o un percorso in base a questa forza, al fatto di crederci e non mollare fino in fondo. Al fatto di non darla mai vinta anche dopo il triplice fischio".
Paradossalmente è più difficile preparare la gara con l'Atalanta che quella con il Barcellona? E' questo uno dei passi da fare per il salto di qualità?
"Di questo deve far parte anche la maturità dei calciatori. Ce ne sono più di una di occasioni per vedere il livello di maturità. Una buona striscia l'abbiamo fatta anche l'anno scorso, ma bisogna rimanere costanti nel comportamento e nell'autostimolarsi a fare sempre meglio. I contratti ti fanno essere dell'Inter, ma sono i risultati a farti entrare nella storia. La reazione dei tifosi al gesto di Mourinho fa capire che dopo i risultati fatti insieme portano come conseguenza un amore infinito. Deve essere da stimolo anche per noi poter entrare a far parte di un sentimento così. Ci vogliono risultati continuati, atteggiamento per cui si inizia oggi ma non si sa dove si va a finire. Devi volerti migliorare continuamente e cercare sempre soddisfazione per il popolo interista, che se lo merita".
FcIN - Si sente affezionato a San Siro o visto il nuovo accordo tra Milan e Inter sarebbe favorevole anche a un nuovo impianto?
"Io sono innanzitutto contento che sia stato trovato questo accordo, che ci sia questa collaborazione, perché sono due società importanti e messe insieme possono sicuramente dare un risultato ancor più di qualità. A me San Siro piace già come è adesso. Tutti quelli che conosco mi hanno detto tutti parole cariche di entusiasmo per la qualità dello stadio ma anche per quelli che sono i livelli di qualità che ci vogliono per far affluire o andar via i tifosi in un contesto corretto. Io sono per andare avanti, per credere che ci sia sempre la possibilità di migliorare, per cui se due colossi si mettono d'accorod per mettere mano allo stadio lo faranno anche meglio. La cosa a cui dovranno fare attenzione è far sentire chi vive le partite di essere nel salotto di casa propria. Sono convinto che metteranno una qualità e un'innovazione tecnologica che permetterà a tutti di essere ancora più dentro il campo".
In che periodo si trova Ivan Perisic. Finora in campionato si aspettava qualcosa in più?
"Perisic si trova nei numeri che hanno fatto la classifica dell'Inter. Purtroppo noi andiamo a vedere il gol o l'assist, ma quelli non ci sarebbero se non avessimo una completezza di numeri o altri comportamenti in cui ad esempio uno come Skriniar o Handanovic diventa fondamentale. Noi siamo contentissimi, lo abbiamo scelto spesso perché lui riesce con le sue galoppate a portare un contributo per le segnature degli altri e io lo metterei dentro la qualità della squadra. E' assolutamente uno di quelli che ha fatto molto bene per avere questa classifica".
Quanto sono stati importanti giocatori abituati a lavorare sulla costanza come Asamoah e Nainggolan? Come vede la crescita di Dalbert rispetto allo scorso anno?
"Quando si fanno i nomi individuali così si rischia di perdere di vista il lavoro di un Vecino o di un Gagliardini quando hanno giocato. Dalbert ha fatto bene e meriterebbe di più ma abbiamo appunto Asamoah nello stesso ruolo. Il suo collega diceva che Lautaro e Icardi devono giocare insieme, lo ha detto in un'altra maniera ma voleva dire quello. Essendo una squadra di alta classifica abbiamo imparato che necessitiamo di un gruppo di calciatori forti. Se Lautaro e Icardi giocassero insieme costantemente probabilmente ci vorrebbero due Lautaro e due Icardi per il livello attuale e probabilmente il suo collega la prossima volta mi chiederebbe perché non giocano tutti e quattro. Siamo dentro una situazione pensata e organizzata. Poi ci sono momenti in cui bisognerà rifiatare, ma quelli a cui va fatto un plauso particolare sono quelli esclusi dalla Champions: Gagliardini, Dalbert e Joao Mario. A loro va dato il merito di essere professionisti con la P maiuscola. Un fatto è farti sentire in un contesto, un altro è quando sei da solo ad allenarti in palestra e lì viene fuori l'autostima e la qualità della persona di non concedere un centimetro alla situazione che vivi e ad abbassare il livello di autoconvinzione per mantenerti costantemente pronto con la testa. Gli altri hanno fatto tutti quello che devono fare".
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Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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