“Don Rodrigo oggi è a 8 gol totali: aveva iniziato in Coppa Italia contro il Cittadella (doppietta), poi ha segnato al Genoa, al Catania, al Sassuolo, due volte al Torino e sabato sera al Verona. E’ il giocatore più decisivo dell’Inter, perché decisivi sono i suoi gol. E anche alla voce realizzazioni, Rodrigo batte il Rodrigo di ogni altra annata italiana: nelle prime dieci gare è passato da 0 della stagione 2009-10 a 8 odierni, superando la quota di 7 nella stagione 2011-12. Il suo modo di segnare? Nemmeno a chiederlo: destro, sinistro, dentro l’area grande e nell’area piccola, di rigore, anche di pancia come contro il Verona. E’ catalogabile alla voce Universale: perché sa fare tutto e tutto fa. L’importanza di Palacio è racchiusa in un match, quello giocato a Trieste contro il Cagliari: WM sceglie la coppia Alvarez-Belfodil, Don Rodrigo resta in panca ed entra al 19’ s.t. per Ishak. Entra (con Icardi) e l’Inter va in gol, mentre nel p.t. aveva fallito 5 occasioni. Senza di lui”. Così la Gazzetta dello Sport riassume in poche righe l'importanza vitale che ha Rodrigo Palacio per questa Inter. Un giocatore sempre più integrato negli schemi di Walter Mazzarri, che forse non immaginava neppure lui essere così determinante.

Ma il numero 8 nerazzurro sta dimostrando sul campo di valere molto di più dei milioni con cui fu pagato poco più di un anno fa dal Genoa (nemmeno 11). In quei giorni, c'era chi ne contestava l'acquisto, definendolo già troppo in là con l'età: la risposta non s'è fatta attendere. E oggi Palacio è certamente tra i migliori attaccanti al mondo.

L'ex Boca Juniors va però in scadenza nel 2015 e ancora la Gazzetta dello Sport disegna lo scenario possibile da qui ai prossimi mesi. “Non è questo il momento di dare per imminente il rinnovo dell’argentino, ma è chiaro che le parti (Inter e entourage del giocatore) si metteranno al tavolo verso febbraio-marzo per allungare l’accordo, probabilmente (considerata l’età del giocatore, 31 anni) di un anno più l’opzione per il secondo”.

Per ora, tutto resta mera immaginazione. E spetterà soprattutto a Erick Thohir dire l'ultima parola. L'indonesiano parla sempre più spesso di giovani da valorizzare, di Primavera da lanciare. Ma è evidente che anche lui dovrà fare i conti con uno come Rodrigo Palacio. Che magari non sarà più un ragazzino, ma resta un campione.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 28 ottobre 2013 alle 08:30
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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