Un avvio davvero nero, senza un gol segnato in casa e con una sola vittoria in cinque partite a fronte di tre sconfitte e un pareggio. Una cosa così, in casa Inter, sicuramente non rientra nella memoria dei tifosi più giovani, mentre rievoca qualche spettro nella mente di quelli più 'datati'. Perché per ritrovare l'ultimo precedente di una partenza così a rilento da parte della squadra nerazzurra bisogna tornare indietro, molto indietro: indietro fino al 1983, anno successivo alla vittoria del Mondiale di Spagna. Fu infatti all'inizio della stagione 1983-1984, quella dell'arrivo di Zico all'Udinese e della Roma di Falcao che scendeva in campo con lo scudetto sul petto, che l'Inter si ritrovò ad affrontare un primo ruolino di marcia così negativo.

Parecchie le similitudini tra l'Inter di quell'anno e quella di oggi: innanzitutto, la prima delusione già in estate, che nel 1983 fu rappresentata dall'uscita dalla Coppa Italia (negli anni Ottanta le grandi entravano già in scena durante l'estate) nella fase a gironi per mano di Cesena e Avellino, mentre quest'anno il primo smacco è stata la sconfitta nel derby di Supercoppa a Pechino. Poi, lo stesso score  nei primi cinque turni di campionato: una vittoria, un pareggio e tre sconfitte, solo che quell'Inter fu capace di battere il Napoli che a distanza di 28 anni ha poi inflitto una pesante lezione a domicilio alla formazione nerazzurra. La differenza sostanziale sta invece nel destino dell'allenatore: all'epoca Radice riuscì a chiudere la stagione, sebbene con un quarto posto che portò l'Inter in Coppa Uefa grazie anche alla vittoria in Coppa Italia della Roma (all'epoca si giocava la Coppa delle Coppe); quest'anno, invece, è stato già operato il cambio tecnico, con Gian Piero Gasperini che ha ceduto il timone a Claudio Ranieri. Altri tempi, forse...

Adesso, però, occorre che Milito e compagni scongiurino altre somiglianze negative: quella del 1983 era un'Inter che non se la passava troppo bene in Italia, visto che comunque falliva l'appuntamento con lo scudetto già da tre anni, e in Europa, dove in quella stagione uscì agli ottavi in Coppa Uefa per mano dell'Austria Vienna (perdendo la prima gara europea col Trabzonspor, come avvenuto nel 2011); l'Inter di oggi arriva da un ciclo di vittorie culminato nel triplete del 2010, viene da un'annata comunque importante con la rimonta sfumata in campionato e la conquista della Coppa Italia, malgrado l'impressione coltivata tra i più sia quella di un ciclo ormai concluso. Soprattutto, questa è un'Inter che comunque annovera alcuni giocatori di sicuro valore, quella Inter sfoggiava in porta un Walter Zenga giovanissimo anche se già concreto, si appoggiava ancora sul tandem Altobelli-Beccalossi, col Becca ormai a fine carriera (l'anno successivo andò alla Sampdoria) e Spillo che dei 10 gol realizzati ne fece quattro solo all'ultima giornata contro il Catania di Pedrinho e Luvanor, e vantava come stranieri il mai sbocciato tedesco Hansi Muller e il belga Ludo Coeck, dalle grandi doti ma condizionato da troppi fortuni e da una convivenza praticamente inesistente con Muller e Beccalossi, fattori che ne hanno decretato nell'elenco dei 'bidoni' importati dal nostro calcio. 

Insomma, i presupposti perché questa stagione possa concludersi in maniera almeno meno deludente di quella del 1983-1984, che vide la Juventus conquistare il 21esimo scudetto. Tutto dipende dal gruppo e dalle motivazioni che il tecnico di Testaccio saprà dare ad un collettivo che deve dimostrare di non aver esaurito la fame. Nota a margine: anche in quell'anno, il Milan iniziò in maniera non proprio positiva: ma era un Milan che arrivava dalla Serie B e affidava le proprie voglie di gol a Luther Blissett...

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 03 ottobre 2011 alle 13:15
Autore: Christian Liotta
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