Adesso che il caso Ibrahimovic volge al termine una volta per tutte Massimo Moratti torna a parlare dell’argomento con maggiore serenità e spiega il motivo della decisione di cedere lo svedese al Barcellona, anche per chi ancora oggi non se ne capacita: Più di una volta lui aveva manifestato negli ultimi mesi la volontà di cambiare squadra. Non ha forzato nulla, ha solo detto che immaginava altrove lo sviluppo della sua carriera. Ibra è una persona piuttosto ‘indifferente’ sotto il profilo professionale, un vero professionista. Nonostante la sua partenza, so di non sbagliare quando metto il gruppo attuale al livello delle migliori in Europa. Non so se è vero quanto detto da Raiola, che l’addio i Ibrahimovic è in realtà maturato un anno fa. In tal caso è stato bravissimo a non farsi scoprire. Non credo ch qualcuno se ne sia accorto, comunque se ne va da capocannoniere e con i ringraziamenti da parte di tutti noi”.

Moratti vuole fare chiarezza anche sull’episodio dell’immediato dopo-Manchester, momento in cui secondo i media si è rotto il legame tra lui e Ibra, accusato di non essere decisivo nelle partite che contano: “Non c’era di mezzo solo lui, rimproverai tutta la squadra perché siamo stati eliminati per una questione di mira, no di gioco. Lui è fiero e orgoglioso, possibile che si sia offeso, ma credo che non serbi rancore e ricorderà con piacere i tre anni all’Inter, perché da noi si è affermato definitivamente”. Sorprendente, a parere di tutti, è stato l’investimento di Laporta per portare a casa Ibrahimovic, cifra che sembrava non essere intenzionato a sborsare all’inizio del discorso: “Forse ha seminato bene durante la cena di giugno scorso a Barcellona. Quando tra i presidenti ci sono buoni rapporti, certe situazioni possono svilupparsi. Mi sembra che intraprendendo strade nuove il Barça abbia fatto una mossa intelligente, e per l’Inter è un’operazione positiva anche in termini di bilancio. Oltre ai 50 milioni, bisogna calcolare anche il valore sportivo di Eto’o, che di certo non è basso. E anche Ronaldo all’epoca fu venduto bene”.

Si torna poi sul discorso Mourinho, che non sembrava entusiasta della cessione di Ibrahimovic, anche se Moratti ha voluto chiarire che la realtà è diversa: “La sintonia è totale e noi lo abbiamo tenuto al corrente di ogni mossa. Giovedì mi ha telefonato per dirmi quanto fosse entusiasta del nostro mercato, perché così sarà pungolato dall’idea di doversi inventare un nuovo gioco. Lui è il valore aggiunto che manca alle altre squadre. Penso inoltre che farà giocare insieme Eto’o e Milito, sono bravissimi e sanno muoversi in area. Da parte mia c’è totale fiducia nell’allenatore, mi aspetto un gioco palla a terra, per agevolare le qualità dei nuovi. E credo che Balotelli avrà molto spazio, perché è un ragazzo intelligente da proteggere. Deve solo imparare a soffrire, nella vita lo ha già fatto e in campo non gli manca molto”. Una frase dedicata anche alla battuta di Mou, che rispondendo alla domanda sul desiderio di Moratti di vincere la Champions, ha promesso di regalargli la copia che ha a casa: “Non voglio che il trofeo diventi un’ossessione, il campionato resta l’obiettivo principale e affronteremo l’Europa con coraggio. L’Inter è all’altezza delle altre big, ma e andrà male non ci spareremo…”.

Poi, quando si passa a parlare di Antonio Cassano, Moratti chiude 'strategicamente' le porte: "La squadra è a posto, non manca la ciliegina. Abbiamo Hleb che deve esplodere, Thiago Motta, il gruppo dei veterani, Cassano non serve. E' una rosa assortita". Ma ci sarà, piuttosto, da sfoltire la rosa: "Se qualcuno si adatterà al ruolo di super riserva ben venga, ma il tecnico ha parlato chiaro. Vedremo". Infine, un commento su Carlo Ancelotti al Chelsea: "Sarei stato più felice se Abramovic avesse preso Roberto Mancini...".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 27 luglio 2009 alle 09:02 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Fabio Costantino
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