Diego Milito è protagonista di una lunga intervista a Sport Week, settimanale legato alla Gazzetta dello Sport.
Tanti i temi trattati, in primis il ritorno di José Mourinho in Italia. "José è un allenatore adatto a una piazza come questa - dice - lo abbiamo visto dall'entusiasmo con cui è stato accolto al suo arrivo. E' un allenatore che carica, esalta. E' speciale anche per questo. Non ho dubbi che la sua Roma farà molto bene. A lui piacciono queste sfide. La sua sarà una Roma tosta, dura".
Milito, insieme a Mourinho, ha vinto campionato, Coppa Italia e Champions in un solo anno. "Lui capisce i momenti psicologici del giocatore e sa quando abbracciarti e quando sgridarti. Quando io arrivai all'Inter, trovai una squadra dall'età media avanzata, gente abituata a vincere. Mou fu capace di motivarla ancora. Prendi Eto'o: arrivava dal Barcellona, da cui, diciamolo chiaro, era stato scartato. Aveva già i suoi anni, aveva vinto: si poteva pensare avesse la pancia piena. José l'ha ricostruito psicologicamente, restituendogli voglia e ambizioni". Anche per questo Milito è convinto che Dzeko "farà una grande stagione".
Si parla anche del tecnico che fino a qualche mese fa era alla guida dei nerazzurri. "Con l'addio di Conte l'Inter perde la continuità in un progetto vincente. Antonio aveva restituito mentalità da primi della classe, dopo due anni i giocatori ne conoscevano metodi e carattere. Ora si riparte daccapo, c'è il rischio di perdere qualcosa all'inizio, ma la Lazio di Inzaghi mi piaceva e credo che il nuovo tecnico sia stato scelto perché gioca un calcio simile, con più palleggio. Resta la favorita? Sì perché è la squadra campione. Ma la Juve sarà un rivale durissimo, ancora di più con il ritorno di Allegri".
Ci sarà anche il Milan con Ibrahimovic. "Io mi ero fatto male a un ginocchio nel 2013. Recuperai, feci qualche altra stagione, ma era diventato pesante fare prevenzione e cure ogni giorno prima e dopo l'allenamento".
In ultimo si parla di Lautaro e del suo rendimento in Copa America. "Ha avuto un rendimento positivo anche lui. Ha segnato due gol, nei quarti contro l'Ecuador e in semifinale alla Colombia. Non si può essere sempre al cento per cento, lui veniva da una stagione stressante e dispendiosa. In nazionale, Lautaro resta un riferimento".
Tanti i temi trattati, in primis il ritorno di José Mourinho in Italia. "José è un allenatore adatto a una piazza come questa - dice - lo abbiamo visto dall'entusiasmo con cui è stato accolto al suo arrivo. E' un allenatore che carica, esalta. E' speciale anche per questo. Non ho dubbi che la sua Roma farà molto bene. A lui piacciono queste sfide. La sua sarà una Roma tosta, dura".
Milito, insieme a Mourinho, ha vinto campionato, Coppa Italia e Champions in un solo anno. "Lui capisce i momenti psicologici del giocatore e sa quando abbracciarti e quando sgridarti. Quando io arrivai all'Inter, trovai una squadra dall'età media avanzata, gente abituata a vincere. Mou fu capace di motivarla ancora. Prendi Eto'o: arrivava dal Barcellona, da cui, diciamolo chiaro, era stato scartato. Aveva già i suoi anni, aveva vinto: si poteva pensare avesse la pancia piena. José l'ha ricostruito psicologicamente, restituendogli voglia e ambizioni". Anche per questo Milito è convinto che Dzeko "farà una grande stagione".
Si parla anche del tecnico che fino a qualche mese fa era alla guida dei nerazzurri. "Con l'addio di Conte l'Inter perde la continuità in un progetto vincente. Antonio aveva restituito mentalità da primi della classe, dopo due anni i giocatori ne conoscevano metodi e carattere. Ora si riparte daccapo, c'è il rischio di perdere qualcosa all'inizio, ma la Lazio di Inzaghi mi piaceva e credo che il nuovo tecnico sia stato scelto perché gioca un calcio simile, con più palleggio. Resta la favorita? Sì perché è la squadra campione. Ma la Juve sarà un rivale durissimo, ancora di più con il ritorno di Allegri".
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Martedì 10 dic