Neanche Stephen King avrebbe concepito un incubo peggiore per l’Inter, demolita sotto i colpi dello Schalke 04 davanti agli 80 mila di San Siro e praticamente condannata a dire addio al torneo che solo nel maggio scorso aveva conquistato in modo entusiasmante. Delusione enorme, nonostante ci sia ancora una gara di ritorno che praticamente è solo un dettaglio necessario per sancire la qualificazione dei tedeschi alle semifinali di Champions League. Al quinto gol firmato Edu, parte del pubblico sfolla fischiando sonoramente la squadra, ottenendo in risposta la contestazione della Curva Nord che bacchetta questo comportamento ingeneroso e viene applaudito dal resto dello stadio, che poi saluta con cori di affetto i giocatori mentre abbandonano il rettangolo di gioco. L’episodio migliore di tutta la serata, verrebbe da dire.
LA FIAMMATA DEL DRAGO - Prima di capire che tipo di partita potrebbe essere avviene l’imponderabile, un po’ come nel derby: l’Inter trova il gol dopo neanche un giro di lancette dei secondi, ma rispetto alla rete di rapina di Pato la giocata di Stankovic è di tutt’altra fattura: conclusione di prima intenzione da centrocampo, dopo un affannoso rinvio di testa di Neuer per anticipare Milito. Una gemma che San Siro non si stanca di applaudire, peccato solo che il serbo non abbia il tempo di mettersi in mostra ulteriormente causa infortunio. Il racconto del primo gol di una serata ricca di episodi merita un capitolo a parte, il resto propone due squadre che si affrontano in modo diverso. Nerazzurri desiderosi di trovare la giocata improvvisa, tedeschi abili nel palleggio e assidui frequentatori delle fasce laterali, soprattutto quella destra.
SOLITI LIMITI - Neanche in Europa l’Inter riesce a mettersi alle spalle i limiti palesati entro i confini nazionali, che si focalizzano su un’impostazione troppo offensiva nonostante un centrocampo a tre. In una confusione tattica di tale portata persino lo Schalke 04, non certo il Barcellona, si infila a piacimento e trova il gol con estrema facilità. I motivi? I soliti: centrocampo troppo avanzato e scarsa predisposizione a rientrare rapidamente. Il tutto, unito a una maggiore freschezza della squadra di Rangnick, fa pendere la bilancia dalla parte ospite. La rete del 2-2 è un chiaro esempio dei problemi nerazzurri: Edu, non certo un velocista, si infila nel corridoio lasciato da Chivu e Zanetti e ha il tempo di concludere due volte prima di segnare. Impensabile che una squadra in vantaggio e con il gioco in mano si faccia punire così. Nella fattispecie, influisce la palla persa di Thiago Motta al limite dell’area avversaria, che non gli permette di farsi trovare al suo posto nel ripiegamento difensivo.
COSE BUONE IN ATTACCO - Il primo tempo offre anche cose buone per i nerazzurri, soprattutto in attacco. Al di là della tendenza di Milito a farsi trovare in fuorigioco, a spezzoni il gioco dell’Inter è piacevole e sembra possa portare alla rete con facilità. Succede al 34’ quando su sponda aerea di Cambiasso il Principe riassapora la gioia del gol. Ma se da un lato del campo si vedono buone cose, dall’altro ne avvengono di pessime, e il momentaneo 1-1 di Matip in mischia ne è la riprova: rete subita su palla inattiva, altra lacuna della squadra di Leonardo.
COME UN PUGILE SUONATO - Nella ripresa sembra che i padroni di casa siano entrati con il piglio giusto (occasioni clamorose per Milito ed Eto’o), ma è il preludio all’incubo: nel giro di 9 minuti arrivano una dietro l’altra tre mazzate: il gol di Raul, l’autorete di Ranocchia e l’espulsione di Chivu. Quanto basta a riproporre, amplificati, i recentissimi fantasmi del derby. Leonardo non sembra capirci più nulla e toglie Kharja, non certo il peggiore, per inserire Cordoba e riformattare il pacchetto difensivo. Ma la scossa non arriva, anzi: la squadra di casa accusa il colpo e come un pugile raggiunto in pieno volto da troppi ganci per rimanere in piedi barcolla pericolosamente. Lo Schalke, bravissimo a sfruttare gli spazi, continua a rendersi pericoloso (pali di Jurado e Farfan) ma quello che maggiormente deprime è l’assenza di reazione dell’Inter, quasi interessata solo a limitare i danni per chissà quale motivo. Danni che si propagano però a macchia d’olio con la quinta rete di Edu, che fredda Julio Cesar dal limite dell’area.
SERVE UNA SCOSSA - Dopo una buona porzione di campionato, anche la Champions praticamente è ormai un ricordo e sarà quasi straziante andare a Gelsenkirchen per il match di ritorno. Ormai non resta che fare quadrato e cercare di cambiare quello che non sta funzionando, nella speranza che Leonardo, uno dei principali imputati delle ultime due debacle, riesca a capire come intervenire per concludere con dignità questa stagione dal sapore più agro che dolce.
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