Meno facile di come potesse sembrare (si chieda a Roma e Bologna, per esempio), la trasferta di Venezia ha confermato la solidità e la personalità acquisite dall'Inter anche nella versione di Simone Inzaghi, che pur applicando un po' di necessario turn over ottiene le stesse risposte dalla sua squadra. Un 2-0 che neanche rivela la differenza in campo tra le due squadre e che ribadisce se ce ne fosse ancora bisogno quanto bene i giocatori abbiano recepito i codici del nuovo allenatore dopo una prima fase di apprendistato.

(SOLITA) LACUNA IN LAGUNA - Meglio levarsi subito l'unica nota stonata della serata, a parte il problema muscolare che rischia di frenare Matteo Darmian. Anche al Penzo i nerazzurri hanno creato decine di occasioni da gol, alla fine il conto delle conclusioni è arrivato a 27. Tantissime, considerando che la partita è stata chiusa solo al 96', pochi secondi prima del fischio finale. Mancano cinismo, precisione sotto porta, capacità di aggredire la giugulare altrui quando questa viene esposta. Non è possibile arrivare al finale con il risultato ancora in bilico e il pericolo di lasciare sul campo 2 punti per un episodio casuale. Se i nerazzurri migliorassero da questo punto di vista, ci sarebbe da divertirsi...

SVOLTA A SINISTRA - Se la sinistra non riparte da Inzaghi, Inzaghi riparte dalla sinistra. Nessun riferimento politico, ci mancherebbe, solo un gioco di parole per evidenziare come a Venezia il tecnico nerazzurro abbia puntato forte sulla corsia mancina per fare del male all'avversario. Il solito Ivan Perisic largo, Federico Dimarco braccino del terzetto arretrato e Alessandro Bastoni insolitamente centrale: se esistesse una livella dell'approccio offensivo, questa avrebbe segnato un significativo sbilanciamento sul lato mancino, lo stesso in cui spesso è transitato anche Hakan Calhanoglu, sempre più determinante. Scelta studiata nel modo giusto e che ha pagato dividendi.

ZANETTI E CORDOBA - Che poi, in tutta sincerità, l'Inter poteva tornare a casa col muso lungo da una trasferta a Venezia? Al di là della bellezza della città, un po' offuscata dalla pioggia battente, c'era più di un segnale che invitava all'ottimismo. I trascorsi di Beppe Marotta, la presenza di Ivan Cordoba nella dirigenza dei veneti e, inequivocabile, il nome dell'allenatore ospitante: Paolo Zanetti. E uno Zanetti (simpaticissimo e molto preparato), al di là del nome di battesimo, non può mai dare dispiaceri ai nerazzurri. Venezia che merita tanti applausi e per la prestazione in campo e per il tweet alla fine del match, in cui riconosce i meriti dell'avversario. Una piacevolissima rarità nel mondo del pallone.

THE UNTOUCHABLE - Alzi la mano chi non è rimasto sorpreso dalla presenza di Nicolò Barella nell'undici titolare contro il Venezia. Pochi, verosimilmente. Tutto infatti lasciava presagire che il centrocampista sardo, in riserva ormai da diverse settimane, potesse godere di un meritato turno di riposo per ricaricare le pile. Niente da fare, se è in grado di salire sul pullman senza barcollare, può anche scendere in campo. Filosofia semplice e inattaccabile quella di Inzaghi, che davvero non vuole mai fare a meno del motore della sua squadra, anche quando pare essere un po' 'ingolfato' (e in questo caso non basta fare plusvalenze...). Non a caso ieri sera Barella non è stato particolarmente brillante, ma pretendere che oltre alla quantità metta sempre a disposizione la qualità sarebbe ingiusto. Riposerà contro lo Spezia? Mah...

LE PENE DI MARINELLI - Una prestazione positiva, pochi errori e nessuno grave. Ormai la nave è quasi in porto e le valutazioni dei vertici arbitrali saranno incoraggianti. Livio Marinelli ha fatto la sua parte, dirigendo con polso e non alterando l'evoluzione della partita. Eppure in pieno recupero succede che Ridgeciano Haps tocchi il pallone con la mano in piena area di rigore, nello sviluppo di un'azione un po' contorta. Il direttore di gara non vede e assegna il corner nonostante le vibranti proteste dei giocatori in maglia bianca. A quel punto succede qualcosa tra lui e il responsabile VAR Massimiliano Irrati e dal labiale, prima di assegnare il penalty dopo una rapida OFR, si scorge un 'vai a cagare'. Non probabilmente indirizzato a Irrati (che ne ha ricevuti parecchi in passato dai tifosi interisti) ma alla situazione creatasi: proprio allo scadere un errore che ha richiesto la (velocissima) visione delle immagini per correggerlo. E viene da chiedersi quanta pressione abbiano gli arbitri che tutto vorrebbero tranne essere smentiti dal VAR. Caro Marinelli da Tivoli, sei stato bravo lo stesso.
Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 28 novembre 2021 alle 08:15
Autore: Fabio Costantino
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