L'intervista rilasciata da Denzel Dumfries ai media olandesi, dal ritiro Orange di Zeist, comincia con un bilancio della carriera: "Quando ci rifletto, come mi è accaduto di recente dopo la cerimonia del Pallone d'Oro, sono orgoglioso di me stesso - le parole del laterale dell'Inter riportate da De Volkskrant e VoetbalPrimeur -. Poi penso: 'Ben fatto, ottimo lavoro' (ride, ndr). Una volta ho imparato dall'allenatore Alex Pastoor che bisogna godersi il momento, che si può essere consapevoli di dove ci si trova ed esserne orgogliosi. A volte è difficile, è bene allargare lo sguardo. Essendo impegnati in così tante cose, a volte ti dimentichi di guardare da dove sei venuto. Dove sono ora? Posso essere soddisfatto? Per esempio, è stata una merd... perdere la finale di Champions così. Non scrivere questa parola, scrivi 'terribile'. Quindi il modo in cui l'Inter ha perso contro il PSG è stato 'terribile' - dice ridendo Dumfries -. Due finali di Champions League in tre anni. Poi a volte cerco di allargare lo sguardo e penso: 'Denzel, dovresti essere orgoglioso'. 

Dumfries è arrivato dove è arrivato grazie all'applicazione e a un certo rigore nei comportamenti: "La mia mentalità è così: non posso infortunarmi, non posso fare questo e quello - ha spiegato l'ex PSV -. È così che è andata nella mia vita, inconsciamente. A causa di questa mentalità, sono entrato in un flusso, in un tunnel. Devo sempre continuare ad andare avanti. Sono molto severo su questo. Al vertice, devi sempre applicare standard di disciplina e rigore su te stesso. Compirò 30 anni ad aprile, sono in una fase diversa della mia carriera. Voglio comunque raggiungere determinati obiettivi. Sono anche un padre, la cosa più importante è trovare la giusta combinazione tra le cose. È una sfida, anche con la mia organizzazione giovanile. Stiamo crescendo, stiamo avendo un impatto: è fantastico. Ascoltiamo storie di giovani che ci hanno lasciato e sono tornati a studiare regolarmente o hanno trovato un lavoro. È per questo che facciamo tutto questo". 

In seguito, Dumfries ha parlato così del suo temperamento che può aggiungere qualcosa di diverso alla sua Nazionale: "Posso prendere l'iniziativa, fornendo energia alla squadra. Guidando la lotta, in un modo un po' poco olandese. Altri Paesi hanno un vantaggio rispetto ai Paesi Bassi. In questo senso, posso pensare fuori dagli schemi e garantire il prossimo passo di crescita in questo processo. L'Argentina, per esempio, fa di tutto per vincere: non lascia nulla di intentato. Noi forse siamo un po' troppo ordinati, ma fa parte del gioco. Non è la cosa più importante, ma potrebbe darci una percentuale in più di successo. Portare la partita oltre il limite. Commettere quel fallo inutile, per fermare l'attacco. Sì, all'Inter siamo maestri in questo (ride, ndr). Se non lo fai lì, è peggio che farlo dopo. Non esitiamo a commettere fallo, a superare di poco il limite. Dovremmo farlo di più qui". 

Infine, Dumfries ha ripensato alla serata di gala del Pallone d'Oro dello scorso 22 settembre, gettando lo sguardo anche al futuro: "E' stato speciale viverla, tra tutte quelle stelle di livello mondiale. È stato un onore essere tra i primi trenta al mondo. Indossavo un abito davvero bello. Ho ricevuto molti complimenti. Wow, sono finito sopra Haaland in classifica (25esimo, ndr), è stato il coronamento di una stagione con tante belle partite. Ma penso a cosa posso migliorare, e devo essere realistico. Più gol e assist sono quasi impossibili per un difensore. È un'aspirazione o voglio migliorare altri aspetti del gioco? È questo che sottolineo. A volte voglio essere un po' più presente nella costruzione dell'azione, essere un po' più dominante. Sono in un'età in cui ho sperimentato diverse cose, anche nelle fasi finali dei tornei, per assumere un ruolo di leadership. Lo faccio anche io a parole. Non sono timido, ma ci sono dei passi da fare". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 07 ottobre 2025 alle 15:33
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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