Un roller coaster senza fine. Costruttore, certezza, in bilico, colpevole, innocente, imputato, pulito. La stagione di Walter Mazzarri assomiglia sempre di più alle famose montagne russe, che nella vita di tutti i giorni sono sinonimo di divertimento e spensieratezza, ma nel calcio possono risultare indigeste, senza equilibrio di giudizio e commenti. Chiamato nel corso dell'ultima estate da Massimo Moratti per ricostruire dopo i disastri della scorsa stagione, l'ex tecnico del Napoli oggi ha 49 punti in classifica e il confronto con il suo predecessore Andrea Stramaccioni lo vede leggermente distaccato, ma con un solo punto di ritardo. Tanto basta per mettere in discussione il lavoro fatto fino ad ora dal tecnico di San Vincenzo: "La stagione non è migliorata... rispetto a Stramaccioni non è cambiato nulla..." i rumors che in questo periodo si sono susseguiti. De Boer, Mihajlovic, Laudrup, Mancini, Montella... una squadra già pronta per sostituire il sicuro partente Mazzarri che ormai all'Inter ha i mesi contati.
Peccato, però, che le due annate siano totalmente differenti. Mazzarri ha iniziato la stagione con la stessa rosa dello scorso campionato, con un Cassano in meno e con tanti punti interrogativi - diventati fantasmi a luglio 2013 - che aprivano il suo battesimo sulla panca nerazzurra. Senza un tridente da 'paura' Palacio-Milito-Cassano e con il rebus Jonathan in primis: da oggetto misterioso, talvolta sbeffeggiato anche sul web, a potenziale partente per il Brasile con la maglia azzurra, senza dimenticare Alvarez, diventato certezza soprattutto nella prima parte di stagione. Due nuovi acquisti-non acquisti, inventati in 'casa' da Mazzarri. Sicuramente un successo. In secondo luogo, utilizzando tutta l'obiettività possibile, la rosa di quest'anno non è all'altezza delle altre grandi della Serie A che precedono l'Inter. Juventus, Roma e Napoli sono più complete e hanno meritato di precedere nettamente i nerazzurri. L'attuale posizione in classifica rispecchia a pieno la dimesione che oggi merita la squadra, sincera sincerità.
Obiettivo: partire da zero, aggiustare e gradualmente stabilizzarsi. Per risalire, anzi, per risorgere, chi meglio di WM?
Ovviamente l'accesso all'Europa League non dovrà mancare, ma fino a questo momento sembra ingeneroso valutare il lavoro del tecnico in modo così negativo. Quando si parla di cessioni di giocatori importanti bisognerebbe sempre considerare chi potrebbe 'entrare' per migliorare la squadra. Per fare un esempio storico e tanto caro ai colori nerazzurri, a suo tempo Moratti lasciò partire un certo Zlatan Ibrahimovic (probabilmente il miglior centravanti al mondo in quel preciso momento), ma grazie alla sua partenza rivoluzionò una squadra che poi sarebbe passata alla storia come il gruppo del Triplete.
Parallelo con Mazzarri, subito fatto: chi meglio del mister per ripartire dopo il finale da incubo della scorsa stagione? C'è qualche allenatore in grado di far risorgere l'Inter meglio e più velocemente di lui, accelerando il processo di rinascita arrivando in brevissimo tempo al top? Probabilmente no. Il tanto famoso e troppo spesso dimenticato curriculum vitae servirà ancora a qualcosa. Nessun esonero, giocatori valorizzati al massimo e traguardi sempre raggiunti, in ogni piazza. Carta canta. Mercato, progetto e pazienza: con un roller coaster da dimenticare, questi sono i tre aspetti che con Mazzarri potranno diventare vincenti.
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