Sette è bello, ma l'Inter di più. Nel dubbio Chivu si prende tutto: l'Inter bella e il settimo successo consecutivo. Dal tonfo di Torino all'Union Saint-Gilloise, la 'rappezzata' squadra del tecnico di Resita si è trasformata da brutto anatroccolo in cigno e al Lotto Park mette a referto solo l'ultima di una crescente trasformazione che non permette più di essere guardata con sola ammirazione. Bella sì, ma quanto picchia! La metamorfosi consumatasi nell'ultimo mese cancella quasi definitivamente quell'alone di 'delusi secondi' che le fatiche d'inizio stagione avevano appiccicato addosso ai vicecampioni d'Europa e il poker calato nella città del Parlamento Europeo vale una serata che alleggerisce le valigie per il viaggio verso Napoli... E chissà. Nella cosiddetta 'capitale d'Europa', l'Inter manda un messaggio al continente: perdere una battaglia non significa abbandonare la causa. Momentaneamente seconda (per differenza reti ma a pari punti) alle spalle proprio del PSG, campione in carica e avversario vittorioso nella grande, grandissima disfatta di Monaco, l'Inter non ridimensiona le ambizioni e attitudini oltre confine e, ri-trovata la quadra sotto la nuova guida, ribadisce che c'è e vuole esserci. Tenendo conto degli avversari fin qui battuti al cospetto di quelli all'orizzonte, mantenere i piedi per terra è d'obbligo ma altrettanto d'obbligo è dare a Cristian quel ch'è di Cristian. E il merito del lavoro fatto fin qui dall'ex terzino è facilmente ritratto nei novanta e oltre minuti di Bruxelles.
Sul prato dell'Anderlecht, Chivu arriva senza Di Gennaro, Darmian e Thuram, che darà peraltro forfait anche sabato prossimo al Maradona, mandando in campo dal primo minuto un undici che conferma il trend configuratosi in queste prime dieci uscite stagionali: non esistono riserve, non esistono 'panchinari', o per dirla alla 'Cris maniera', "non esiste gestione di risorse e turnover, ma ventidue titolari". Come da copione il tecnico romeno cambia ancora: sei le pedine diverse rispetto alla gara dell'Olimpico e le novità rispetto a Roma sono Bisseck e De Vrij al posto di Akanji e Acerbi in difesa; Frattesi, Zielinski e Carlos Augusto nella linea a cinque alle spalle dell'attacco con Pio rispetto a Bonny, titolare e novanta minuti in campo. Formazione che sulle prime non trova la quadra e incappa in qualche problema: i milanesi vengono sorpresi immediatamente dal guizzo di David su un errore di un ingenuo De Vrij, interviene Sommer e salva il primo di una serie di colpi che hanno inondato la metà campo e l'area attorno allo svizzero nei primi giri d'orologio fino all'assestamento che ha dato il via ad un dominio che non ha più incontrato insidie né minimamente sfiorato le vibrazioni dell'avvio. L'assedio dei padroni di casa andati all'arrembaggio poco dopo il fischio d'inizio ha lasciato assaporare ai tifosi della squadra di David Huber, caldi fino a fine partita, un'ilarità che al quarto d'ora si trasforma: ad aprire le danze dei timori per belgi sono Pio Esposito e Frattesi. Preludi di brividi che presto si trasformano in rassegnazione.
Dopo la vittoria in casa del PSV, ieri sera esagerato contro il Napoli, e il ko interno col Newcastle, gli esordienti dell'Union Saint-Gilloise avranno quasi certamente guardato al percorso compiuto dalla squadra di Chivu, dal recente passato più che conosciuto e dal cambio in panchina che rompe col ciclo precedente ma non la continuità di risultati nel senso più ampio del termine che fa dei dirimpettai di serata ancora una delle squadre fin qui più forti. Situazione che avranno osservato tanto negli ultimi giorni i brussellesi, costellati dalla ventata di freschezza che Hubert ha portato da un lato e la solidità di una squadra già ben rodata e reduce dal titolo di campione di Belgio dall'altro. Attributi che non sono bastati però a spaventare gli interisti che una volta prese le misure hanno dilagato in tutto e per tutto pur non riuscendo a trovare il modo per superare Scherpen che persino a meno di cinque minuti dalla fine del primo tempo cala la saracinesca su Lautaro. L'argentino, ingeneroso in quel frangente, fondamentale anche stasera, si fa consegnare un angolo che Denzel Dumfries insacca alle spalle del gigante tra i pali su una consegna aerea di Bisseck in volata direttamente sul pallone partito dalla bandierina ed è il primo di quattro esultanze per i milanesi. Qualche minuto dopo è ancora il capitano a rendersi protagonista: il Toro riceve un prezioso regalo da un intelligentissimo Esposito e con un delicato tocco spedisce all'incrocio gonfia la rete per la seconda volta in serata. Non è finita qui, perché l'Inter ha voglia di rifarsi del braccino corto avuto nella capitale italiana e va di ingordigia - e sprechi - in quella europea. La ripresa parte riprendendo il filo del finale del primo tempo e al 53esimo, ancora Lautaro Martinez procura un rigore che cede allo specialista in questione, Hakan Calhanoglu. Il turco non lascia scampo neppure all'olandese ex Brighton e cala un tris che Pio Esposito trasforma in poker al 76esimo quando il piccolo di casa, ma solo per età, inaugura anche l'agenda delle marcature in Champions League.
Dopo aver trovato la prima rete in Serie A e in Nazionale, il ragazzo di Castellammare s'iscrive anche all'appello europeo e passa anche un'altra grande prova, giocando tutto il match, segnando, facendo un assist e sprecando anche qualche grande occasione che serve a mettere sostanza in un fisico di muscoli e ossa che continuano a dare segnali di una bella crescita. Crescita come calciatore e come ragazzo, corso ad abbracciare Bonny, che ha servito il pallone che ha permesso al 94 di sottoscrivere il tabellino. Tutte meritevoli e autentiche le lodi per il classe 2005 quanto per il compagno di reparto subentrato all'indomabile Toro, uscito al 58esimo per riposare in vista della pesante trasferta nella roccaforte dei campioni d'Italia. E a proposito di Napoli, triturato dal Philips Stadion, sono proprio i sei gol inflitti dal PSV Eindhoven la prima insidia che la squadra di Conte infliggerà a quella di Chivu: il risultato dei Paesi Bassi fungerà da effetto boomerang per l'appuntamento di sabato alle 18.00, caricando i giocatori con lo scudetto sul petto con effetto triplicato tenendo contro dell'apporto del calore del pubblico di casa. Ma Chivu ha "imparato a godersi quando si vince, senza pensare alla prossima partita. Non è mai scontato vincere, ora penso a quanto fatto di buono, poi penserà al Napoli" come ha detto a fine partita. Un 'poi' che è già arrivato e che verrà affrontato con la consapevolezza di difficoltà e insidie del caso, ma con l'altrettanta sicurezza di avere dei ragazzi "con il fuoco per fare un'altra stagione ai vertici". Lì dove si vuole tornare ad essere con un fuoco che oggi non è facile da spegnere non solo per l'Union Saint-Gilloise e il Manneken Pis di Bruxelles.
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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