San Siro a rischio chiusura? L'Inter rischia e l'accusa arriva dal senatore del Pdl Antonio Gentile (presidente del Napoli Club Parlamento). "I tifosi dell’Inter continuano a chiamare i napoletani 'colerosi e terremotati che col sapone non si sono mai lavati', dopo avere avuto la curva chiusa per razzismo: mi chiedo come possa fare un arbitro di Nola, Russo, a non sospendere la partita in corso. Su questa cosa non mi fermerò - aggiunge Gentile in una nota - e se Abete e Beretta non vedono e non sentono vedremo che ne penserà il ministro Alfano. È una vergogna che le partite non vengano sospese in caso di cori come questo, tollerati in un modo indecente da Lega e Figc, due istituzioni in mano al potere torino-milanese del calcio".

La Gazzetta dello Sport commenta: "La partita ha avuto regolare svolgimento, senza interruzioni, ma c’è un particolare da non sottovalutare: che nell’ormai rigidissimo articolo 11 delle norme federali c’è anche l’ipotesi di «discriminazione territoriale» che equivale alla discriminazione razziale. E tutto ciò potrebbe rimettere in discussione (in negativo ovviamente) le sanzioni post-Juve: dopo la stangata che obbligherà la Curva Nord a restare deserta in Inter-Fiorentina, potrebbe anche configurarsi la seconda violazione, facendo rischiare la chiusura di tutto lo stadio per Inter-Roma di sabato 5 ottobre". 

C'è da dire che il senatore Gentile non è la prima volta che attacca il club interista. Ecco cosa diceva nel novembre 2010 dopo un pari tra Inter e Brescia. "Vedendo il rigore dato all’Inter sembra che non sia cambiato nulla: c’è una evidente aria di assoggettamento alle grandi squadre che condiziona il campionato. Che si chiamino Milan, Inter o Juventus, siamo sempre alla stessa storia: le squadre piccole non vengono tutelate ed i campionati falsati nell’indifferenza generale. La settima industria del paese viene decisa da venti signori che, guarda caso sbagliano sempre in un’unica direzione".

 

Sezione: Focus / Data: Lun 23 settembre 2013 alle 08:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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