Altre parole del presidente Massimo Moratti alla Gazzetta dello Sport. Ma stavolta si parla di Inter Campus, un vero orgoglio per FC Internazionale. Un riconoscimento - quello dell'Onu - che ripaga e premia i tanti sacrifici di questi anni.

Che sensazione si prova ad entrare all’Onu da invitati speciali?
«Direi orgoglio: per l’organismo che ci ha invitato e perché non si è trattato solo di una cosa formale, ma del riconoscimento di una partnership con un’istituzione che racchiude i sentimenti di tutto il mondo, riconosciuta dai Paesi dove lavoriamo con Inter Campus».

L’avrebbe mai detto, quindici anni fa?
«Non pensavo a tutto questo, ma non ponevo neanche limiti ad una cosa bella: un buon modo per uscire da certe tensioni del calcio - che pure hanno il loro fascino - per mettere a disposizione, del calcio, solo la parte più bella a chi ne ha bisogno».

Orgoglio moltiplicato dal fatto che presidentessa di Inter Campus sia sua figlia Carlotta?
«Perché no, certo. Soprattutto perché ho scoperto di avere in Carlotta una grande manager, che non è stata messa lì per il fatto di essere mia figlia, ma perché ha dimostrato di saper portare avanti questo compito con capacità pari alla sua naturale umiltà».


Un’Inter vincente come ha saputo esserlo la sua?«Sono due piani diversi: Inter Campus lavora per la felicità dei bambini che diventa poi la nostra; la squadra lavora per far bene il suo compito, e questo a volte viene fatto e altre volte un po’ meno».

Sezione: FOCUS / Data: Gio 29 novembre 2012 alle 09:55 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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