Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Ma con un retrogusto amarognolo, perché lo striminzito 2-1 con cui l'Inter regola il Kairat Almaty al Meazza è tutto fuorché un risultato soddisfacente. Tante, troppe le occasioni da gol sprecate dai padroni di casa, che sono arrivati con un po' di fiatone al triplice fischio, mantenendo vive le speranze di entrare nella storia.

Anarbekov impiega poco tempo a rimboccarsi le maniche e dopo neanche 10 minuti deve esibirsi in un doppio salvataggio, prima su Dimarco e poi su Lautaro. Due minuti dopo il portiere replica ancora sul Toro, che poi mura, da terra, il tap-in (quasi) vincente di Esposito. Qualche secondo dopo ancora Lautaro, smarcato al limite dell'area da Zielinski, manda fuori un rigore in movimento. La pressione nerazzurra è sempre alta e in area di rigore accadono cose strane: Frattesi si autosgambetta e Bisseck viene premiato con un rigore (poi revocato dal VAR) dopo aver pestato il piede ad Arad. Mentre si attende solo che l'Inter trovi la soluzione offensiva, da un corner random arriva il brivido sulla schiena che non ti aspetti: Sommer deve allungarsi per smanacciare il colpo di testa robusto di Edmilson con tanto di panico in area allegato. Un mezzo schiaffo che consiglia i padroni di casa di non giocare col fuoco, e da lì arrivano in ordine: svirgolata di Zielinski, fiammata di Esposito, altra svirgolata di Dimarco. Una miseria che spinge gli ospiti a provarci con convinzione e dopo un paio di tentativi sterili del solito Edmilson arriva il destro di Satpayev che, sporcato da una deviazione, va ad accarezzare la traversa. Una sirena d'allarme che obbliga l'Inter a cambiare registro e proprio al tramonto del primo tempo Lautaro, dopo un'azione di sfondamento nell'area kazaka, riesce finalmente a fare breccia. Sospirone di sollievo, come stappare una bottoglia di spumante dopo vari tentativi infruttuosi e andare a brindare negli spogliatoi.

Dopo l'intervallo, soddisfatto per aver compiuto il proprio dovere, il capitano resta in panchina lasciando il posto a Bonny, che si presenta agevolando la fiondata di Esposito su cui Anarbekov fa ottima figura. Sembra il preludio a una ripresa alla ricerca del raddoppio per i nerazzurri, fino a quando il brivido freddo provato nel primo tempo diventa autentica doccia gelata: su azione d'angolo Arad, sfruttando un pallone a campanile e gli sguardi ammirati di Dumfries e Bisseck, mette il pallone più inaspettato nell'angolo alla destra dell'immobile Sommer. Incredibile al Meazza: 1-1. La reazione dei padroni di casa non tarda ad arrivare, ma ancora una volta Esposito, smarcato da un bel tocco di Bonny, scarica addosso al portiere un pallone che andava messo dentro. Nel frattempo Chivu richiama in panchina un deludente Frattesi e si affida a Sucic, mossa che almeno scaramanticamente paga dividendi, perché poco dopo Carlos Augusto scaraventa in rete un sinistro da fuori area che non richiede appello. Il gol restituisce serenità a un ambiente a un passo dallo choc, ma non toglie speranze ai kazaki che cercano di alzare il baricentro accettando di correre rischi dietro. Rischi che restano tali, perché nonostante gli ingressi di Thuram e Calhanoglu l'Inter non è proprio nella serata giusta per concretizzare.

Al fischio finale non resta che la soddisfazione per il quattro su quattro nel percorso in Champions League, che non è un dettaglioi da poco. Ma resta anche la sensazione che la squadra nerazzurra non abbia saputo esprimersi a dovere in una partita in cui il mal celato obiettivo era sistemare la differenza reti.

Sezione: Focus / Data: Mer 05 novembre 2025 alle 22:57
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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