"Tra burocrazia, cavilli e regole... È già guerra tra i consiglieri sulla delibera per la vendita di San Siro" si legge su Repubblica che fa il punto su quanto accaduto ieri dopo la prima seduta della maxi commissione consiliare per presentare la delibera in questione. Il centrodestra ha cominciato contestando il mancato rispetto delle tempistiche di convocazione della commissione con lo scopo di annullare la riunione. La sinistra ha infuocato le polemiche chiedendo di interpellare l'assessora al Verde, Elene Grandi che aveva già dato parere negativo, oltre che chiedendo "spiegazioni sul 'non voto' della giunta".

Mercoledì infatti la delibera "non è stata votata nel merito dall'esecutivo di Sala, c'è stata solo una ratifica per passare il documento al Consiglio" si legge su Repubblica che poi riporta anche le parole della vicesindaca Scavuzzo che in merito ha aggiunto: "Non si tratta di deresponsabilizzare la giunta o responsabilizzare il Consiglio. Sono delibere che vengono esaminate dalla giunta perché poi è l'aula che è chiamata a votare. Queste delibere hanno sempre questo iter". 

"Il fronte del no è arrivato a sette consiglieri, con Angelo Turco che ha sciolto la riserva". E sull'argomento si è espressa anche la Rete dei Comitati della Città metropolitana di Milano, che ieri pomeriggio in piazza Leonardo da Vinci, davanti Politecnico si è riunita per discutere sul tema Meazza, stadio che non riguarda aspetti della città esclusivamente calcistici. "Lo stadio di San Siro non è solo la Scala del calcio, ma anche la Scala del rock - ha detto Claudio Trotta, vicepresidente del comitato Sì Meazza. - Solo a giugno e luglio, gli affitti dei concerti fatturano più o meno la stessa quota, dieci milioni di euro, che Milan e Inter devono ogni anno al Comune. Per questo, lo stadio è in grado di stare in piedi economicamente anche senza le due squadre".

Sezione: Focus / Data: Sab 20 settembre 2025 alle 10:45
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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