"Sono arrivato da una ventina di giorni, ho sensazioni positive". Kristjan Asllani sintetizza così le prime settimane da giocatore del Torino parlando ai canali ufficiali del club: "Il gruppo mi ha accolto bene, la società e il tecnico mi hanno voluto e credono in me. E’ ciò che cercavo, ora ci aspetta una partita importante e cercheremo di portare avanti quello che abbiamo fatto a Roma" dice l'albanese, che poi spiega anche la scelta di indossare il granata dopo l'addio all'Inter.
La scelta del Torino:
"Son voluto venire qui perché credevo nel progetto, mi hanno voluto fortemente e per me è stata una scelta facile. Per me sono stati giorni stressanti: il mercato è difficile, ero all’Inter e avevo tante offerte. All'inizio avevo paura di decidere subito e di andare via perché volevo avere un progetto che mi aiutasse: avevo bisogno di giocare. Mi sono preso qualche giorno ma poi si è rivelato rischioso, gli ultimi giorni si fa sempre più difficile. Però sono contento di essere venuto dove volevo. Nella scelta è stato importante il pressing del presidente, del direttore e del mister: tutti credono in me, è il progetto che volevo. Sono contento, anche la mia famiglia lo è e quindi per me è tutto perfetto".
Le origini:
"Sono nato in Albania, poi a due anni sono venuto in Italia. Mio papà è arrivato da solo con il gommone, poi lo abbiamo raggiunto io e mia mamma. Gioco per la nazionale albanese, i tifosi sono stupendi e ho un legame bellissimo con tutta l'Albania. I miei nonni vivono là, li vado a trovare quando posso: tengo tanto a loro e alla mia famiglia. Ho scelto rappresentare l'Albania perché sono albanese, ma la partita contro l’Italia è stata bella: l’ho aspettata tantissimo, non vedevo l’ora perché sfidavo tanti ragazzi che conoscevo e i miei ex compagni all'Inter. Sapevo che tanti miei amici a Pisa guardavano la partita, è stata una bella emozione".
L'esperienza all'Empoli:
"E’ stata una tappa lunga e importante, sono stati 13 anni e mi sento ancora con le persone che lavorano lì, anche con il presidente ho un bel rapporto e con tantii compagni, lì ho vinto il campionato Primavera. Per me è Empoli è stata casa e sono stati anni stupendi. Ringrazio sempre il presidente Corsi, il direttore Accardi e mister Andreazzoli, è stato un punto di partenza. Da quella Primavera sono usciti tanti calciatori, tanti di loro li sento. È stato un anno stupendo, la la ciliegina sulla torta per finire il percorso nelle giovanili all’Empoli, poi sono passato in prima squadra ed è stato fondamentale per me".
I ruoli:
"Da piccolo giocavo da trequartista, tutti i mister mi dicevano che avevo un gran tiro e forse dietro ero sprecato. Poi con il passare del tempo sono diventato play ed è iniziata la mia carriera e sono quello di adesso. Ho fatto diversi ruoli, in Nazionale faccio la mezzala, ma preferisco fare il play. Nel calcio di oggi devi saper fare tanti ruoli".
Il passaggio all’Inter:
“Da gennaio iniziai a giocare titolare nell’Empoli, poi sono andato all’Inter. E’ stata una chiamata importante, sono sempre stato tifoso interista ed è stato facile dire sì. Ho passato tre anni bellissimi, ringrazio tutta l’Inter. È stato un cambiamento difficile passare da un paesino vicino a Pisa a Milano. È stato un cambiamento grande, ma ringrazio la mia famiglia che mi è stata vicina e ha gioito con me. Per me loro sono un punto di riferimento".
Le emozioni vissute all'Inter:
"Il primo anno è stato molto emozionante, giocare con quella maglia è tanta roba davvero. Ho alzato i primi trofei anche se quell'anno ho giocato poco, ma sono cresciuto tanto vicino a giocatori importanti e ho imparato. Posso dire di aver fatto la la scelta giusta. Ero la prima alternativa di Calhanoglu, crescere vicino a lui è stato bellissimo: è un ragazzo stupendo, mi ha aiutato anche fuori dal campo. Non solo lui, anche gli altri sono stati importanti per la mia crescita. Ora mi sento più grande come uomo".
Il primo gol con l'Inter:
"Il 4 marzo è arrivato il primo gol, è stata una gioia bellissima".
Lo scudetto:
"lmportantissimo perché era il ventesimo: la Seconda Stella, la festa al Duomo... Per un tifoso è una roba impressionante”.
Il gol su su calcio d’angolo:
"E’ stata fortuna. Calciavo gli angoli a rientrare, quando ho visto la palla entrare non ci credevo. E infatti i miei compagni mi tiravano gli schiaffi…(ride, ndr). È stata fortuna, ma ogni tanto ci vuole".
La responsabilità:
"Ho 23 anni, devo prendermi responsabilità. Sono arrivato dall’Inter, arrivo da uno spogliatoio forte e pesante. So come si sta in uno spogliatoio e quando bisogna parlare e quando no. È giusto che mi prenda delle responsabilità. Ora qui c’è un giocatore forte come Ilkhan, è più piccolo e devo essere un esempio per lui come lo sono stati Calhganoglu e Barella con me. Io penso di farlo con lui perché è giusto così, è veramente forte e gli auguro il meglio.
I gol su punizione:
"Diciamo che ho questo vantaggio di calciare le punizioni, ma devo iniziare a fare gol, magari tre o quattro all’anno che possono aiutare la squadra. Le punizioni sono fondamentali, ti fanno vincere le partite. Mi sto allenando molto su questo aspetto, spero di fare gol".
Il gruppo granata:
"Sono arrivato da poco, ma ho notato subito uno spogliatoio sano con bravi ragazzi. Sono stato accolto in modo pazzesco, sono contento: conoscevo già Ismajli, sono contento di ritrovarlo perché siamo molto amici anche fuori dal campo e sono contento di ritrovarlo qui. Gli altri li sto conoscendo, mi hanno integrato in maniera incredibile".
Asllani fuori dal campo:
"Sono un ragazzo semplice, quando finisco gli allenamenti voglio soltanto andare a casa a riposarmi e stare con famiglia. Mi pesa addirittura cenare fuori, mi piace stare in casa".
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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