"Dell'Italia mi è rimasta dentro la maniera che avete di vivere il calcio". A dirlo è Nicolas Burdisso, protagonista di un'intervista sul profilo Instagram del giornalista Gianluca Di Marzio. "All'Inter - spiega l'ex difensore argentino - ho vinto tanto. A Roma il calcio si vive in una maniera unica al mondo, al Genoa come una religione, mentre a Torino senti un grande senso di appartenenza che parte dalla storia del Grande Torino". 

Burdisso si concentra poi sulla sua esperienza in nerazzurro, intensa anche a livello umano: "Nel periodo della malattia di mia figlia, ho sentito il popolo interista al mio fianco: quando sono tornato a giocare, mi sentivo tutelato dalla società, dai tifosi e da Moratti, che ringrazierò sempre. Non sono stati anni semplici, la malattia andò avanti cinque anni; nonostante questo, mi sono sempre sentito a casa. L'Inter è tra le squadre più grandi del mondo, normale ci sia pressione. Nel 2009, poi, passai alla Roma, ho conosciuto un mondo pazzesco: giocai contro la mia Inter, contro i miei ex compagni e Mou, con il quale ho un bel rapporto ancora oggi. Sono stato comunque contento che abbiano vinto la Champions". 

Nel balpaese, Burdisso vorrebbe tornarci in un altro ruolo: "Mi piacerebbe tanto, da voi la figura del direttore sportivo è ben delineata. Ho avuto grandi maestri, a partire da Branca e Oriali; alla Roma ho trovato Pradè e Sabatini, al Torino Petrachi". 

Si parla, infine, di due ex allenatori dell'Inter: "Mancini quando è arrivato a Milano era istintivo, ora è più pensante. Mourinho aveva il carisma che si portava dietro dal Chelsea", chiosa Burdisso. 

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mer 15 aprile 2020 alle 20:09
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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