Nove gol in quattro partite. Un ragazzo che vive un momento magico. Un predestinato che oggi è sulla bocca di tutti. Sicuramente Martin Satriano è l’uomo del momento. L’Inter si coccola un possibile campioncino che sta mostrando qualità di rilievo. Ma chi è Martin? Ce lo raccontano, in esclusiva, papà Gerardo e mamma Vanesa. Iniziamo proprio, come è giusto che sia, la signora Satriano.
Che tipo di bambino era?
“Molto dolce, uno che osservava incuriosito tutto quello che lo circondava. Ha sempre voluto migliorare, in tutto. E che passione per il calcio, dormiva abbracciato al pallone”.
Quali sono le qualità umane di suo figlio?
“È un solitario che resta grato a chi gli è sempre stato vicino. Un ragazzo molto rispettoso del prossimo e questo mi riempie d’orgoglio”.
Si ricorda la prima volta che lo ha visto giocare?
“Certo. Aveva 4 anni e militava nei pulcini della squadra della nostra città. Poi a 13 passò al Nacional e io lo accompagnavo a tutte le partite che doveva gicoare”.
Quanto è difficile per una mamma vivere così lontano dal proprio giovane figlio?
“Molto, ci manca tantissimo. Quando è partito, non è stato facile. Però sono conscia del fatto che questo sia una parte del percorso che ha scelto per la sua vita. Sta cercando di realizzare i suoi sogni. Lo appoggerò sempre”.
A tal proposito il suo agente Nick Maytum si comporta come un fratello maggiore. Lui è inglese, ma lavora molto in Uruguay. Perché avete scelto lui come procuratore?
“Ci siamo conosciuti dopo aver parlato con una persona che qui lavora per lui. La nostra famiglia può solo spendere belle parole per Nick e per Federico. Per come ci hanno aiutato. Maytum non è solo il suo agente, è una persona che vuole bene a Martin”.
Cosa si immagina nel futuro di suo figlio? Dove può arrivare?
“Spero e credo molto lontano. È normale che voglia che i suoi sogni si realizzino. Fino ad oggi ha raggiunto tutti gli obiettivi che si è posto. Poi, il mio desiderio personale, come quello di Martin, è vederlo un giorno difendere i colori della Nazionale dell’Uruguay”.
Da mamma a papa, signor Gerardo, che infanzia ha vissuto suo figlio?
“Normale. Molto tranquilla. È sempre stato un ragazzino calmo, che amava stare in famiglia e giocare con i propri fratelli e gli amici del quartiere. Certo, trascorreva tutto il giorno con il pallone…”.
Lei è stato un calciatore famoso. Cosa ha provato quando Martin ha segnato il primo gol con la maglia dell’Inter di Simone Inzaghi?
“Tantissima felicità. Mi sono congratulato con lui. E gli ho detto di continuare a lavorare duro come sta facendo. Deve proseguire su questa strada, quella della massima concentrazione e del dare sempre il 100%. La sua carriera è appena agli inizi, Martin sa che deve crescere tantissimo”.
Qual era il sogno di Martin?
“Diventare un calciatore professionista. Abbiamo sempre parlato durante il suo sviluppo, ho provato a dargli consigli proprio perché pure io sono stato un calciatore. E so quanto sia difficile arrivare. Ma anche mantenersi a certi livelli”.
Cosa pensa dell’Inter?
“Un club immenso. Per questo la responsabilità è molto grande. Martin deve essere un professionista esemplare e continuare a godersi il momento. Poi in allenamento che lavori duro e impari da quei campioni che sono i suoi compagni di squadra”.
Ma lei invece cosa ha provato quando le hanno detto: “Suo figlio va a Milano per firmare con l’Inter”?
“È stato tutto molto veloce, il calcio è così. L’importante è che ora stia bene e che si sia adattato allo stile di vita italiano”.
E lei invece cosa si immagina per il futuro di suo figlio?
“Credo che non debba porsi limiti. È migliorato tantissimo in alcuni aspetti dove doveva crescere. Vedo che cura molto il suo fisico e si vede nella velocità di esecuzione. Martin deve rispettare l’ambiente di un club come l’Inter e continuare ad imparare e a crescere”.
Che tipo di bambino era?
“Molto dolce, uno che osservava incuriosito tutto quello che lo circondava. Ha sempre voluto migliorare, in tutto. E che passione per il calcio, dormiva abbracciato al pallone”.
Quali sono le qualità umane di suo figlio?
“È un solitario che resta grato a chi gli è sempre stato vicino. Un ragazzo molto rispettoso del prossimo e questo mi riempie d’orgoglio”.
Si ricorda la prima volta che lo ha visto giocare?
“Certo. Aveva 4 anni e militava nei pulcini della squadra della nostra città. Poi a 13 passò al Nacional e io lo accompagnavo a tutte le partite che doveva gicoare”.
Quanto è difficile per una mamma vivere così lontano dal proprio giovane figlio?
“Molto, ci manca tantissimo. Quando è partito, non è stato facile. Però sono conscia del fatto che questo sia una parte del percorso che ha scelto per la sua vita. Sta cercando di realizzare i suoi sogni. Lo appoggerò sempre”.
A tal proposito il suo agente Nick Maytum si comporta come un fratello maggiore. Lui è inglese, ma lavora molto in Uruguay. Perché avete scelto lui come procuratore?
“Ci siamo conosciuti dopo aver parlato con una persona che qui lavora per lui. La nostra famiglia può solo spendere belle parole per Nick e per Federico. Per come ci hanno aiutato. Maytum non è solo il suo agente, è una persona che vuole bene a Martin”.
Cosa si immagina nel futuro di suo figlio? Dove può arrivare?
“Spero e credo molto lontano. È normale che voglia che i suoi sogni si realizzino. Fino ad oggi ha raggiunto tutti gli obiettivi che si è posto. Poi, il mio desiderio personale, come quello di Martin, è vederlo un giorno difendere i colori della Nazionale dell’Uruguay”.
Da mamma a papa, signor Gerardo, che infanzia ha vissuto suo figlio?
“Normale. Molto tranquilla. È sempre stato un ragazzino calmo, che amava stare in famiglia e giocare con i propri fratelli e gli amici del quartiere. Certo, trascorreva tutto il giorno con il pallone…”.
Lei è stato un calciatore famoso. Cosa ha provato quando Martin ha segnato il primo gol con la maglia dell’Inter di Simone Inzaghi?
“Tantissima felicità. Mi sono congratulato con lui. E gli ho detto di continuare a lavorare duro come sta facendo. Deve proseguire su questa strada, quella della massima concentrazione e del dare sempre il 100%. La sua carriera è appena agli inizi, Martin sa che deve crescere tantissimo”.
Qual era il sogno di Martin?
“Diventare un calciatore professionista. Abbiamo sempre parlato durante il suo sviluppo, ho provato a dargli consigli proprio perché pure io sono stato un calciatore. E so quanto sia difficile arrivare. Ma anche mantenersi a certi livelli”.
Cosa pensa dell’Inter?
“Un club immenso. Per questo la responsabilità è molto grande. Martin deve essere un professionista esemplare e continuare a godersi il momento. Poi in allenamento che lavori duro e impari da quei campioni che sono i suoi compagni di squadra”.
Ma lei invece cosa ha provato quando le hanno detto: “Suo figlio va a Milano per firmare con l’Inter”?
“È stato tutto molto veloce, il calcio è così. L’importante è che ora stia bene e che si sia adattato allo stile di vita italiano”.
E lei invece cosa si immagina per il futuro di suo figlio?
“Credo che non debba porsi limiti. È migliorato tantissimo in alcuni aspetti dove doveva crescere. Vedo che cura molto il suo fisico e si vede nella velocità di esecuzione. Martin deve rispettare l’ambiente di un club come l’Inter e continuare ad imparare e a crescere”.
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