Testimonianze molto interessanti da parte di un uomo che conosce Roberto Mancini alla perfezione. Undici anni di lavoro insieme, dal 2001 fino al 2012, con l'amaro epilogo della finale persa in FA Cup contro il Wigan, in cui ha conosciuto ogni parte del Mancio uomo e, soprattutto, allenatore. Colpi di mercato importantissimi, un curioso retroscena legato a Carlos Tevez, i progetti futuri del coach di Jesi con una possibile Nazionale all'orizzonte, lo sforzo di portare all'Inter Yaya Touré e una sfida di 'ritorno' comunque intrigante chiamata Mario Balotelli. Senza dimenticare, ovviamente, la propria carriera che lo vedrà prossimamente in veste di allenatore e non più di collaboratore.
Questo e molto altro in questa intervista esclusiva di FcInterNews a Carlo Cancellieri, amico ed ex collaboratore tecnico dell'attuale allenatore dell'Inter.
Cancellieri, il legame che la lega a Mancini è di lunga data.
"Esattamente, dal 2001 al 2012 ho lavorato con Roberto, un periodo lungo e importantissimo che si è concluso con l'ultimo anno a Manchester, con la finale persa in FA Cup contro il Wigan. Parecchi anni che reputo stupendi, perché è stato un vero e proprio onore aver lavorato con uno dei migliori allenatori del mondo. Ho vissuto un'epoca incredibile e indimenticabile insieme a lui, lo ringrazio perché mi ha dato l'opportunità di poter essere parte di una società incredibile come il Manchester City, a stretto contatto con campioni di fama mondiale quali Aguero, Yaya Touré e Tevez. Non posso dimenticare anche il presidente Khaldoon Al Mubarak, una grande persona. Ricordo con piacere le nostre partite a calcetto, lui mi ricordava Ibrahimovic per le movenze! (ride, ndr)".
Quali erano le sue mansioni specifiche?
"Mi occupavo di compiti tecnici e tattici, andavo a vedere le partire dei nostri avversari e i giocatori che ci interessavano sul mercato. A livello lavorativo avevamo un rapporto di fiducia e stima reciproca e per il futuro, considerando che non lavoriamo più insieme, gli auguro il meglio".
Si può dire, quindi, che più di un colpo di mercato porta anche la sua firma?
"Non saprei, ma posso dire che la regia è sempre del maestro. Sì, perché io reputo Roberto un vero e proprio maestro di calcio. Per me aver lavorato con un allenatore del genere è stato il massimo".
Quali sono stati i colpi più importanti che avete messo a segno in sede di mercato?
"Questo ormai fa parte del passato, per me conta aver conquistato la sua stima e la sua fiducia. Poi i giocatori sono tanti, abbiamo centrato tanti colpi e molti di questi giocatori sono tuttora miei amici. Penso agli stessi Yaya Touré e Aguero, Dzeko e tanti altri, ma alla fine è sempre Roberto l'uomo che fa la differenza sul mercato. Io mi limitavo a confrontarmi con lui a livello tecnico-tattico, le trattative venivano portate alla conclusione da lui".
Per quale motivo non avete continuato a lavorare insieme dopo l'epilogo al Manchester City?
"Questi sono percorsi ed è normale che dopo 12 anni insieme possano essere intraprese strade diverse. Personalmente ho le mie idee e i miei progetti per quanto riguarda la mia carriera, e ora vorrei misurarmi in altri ruoli, magari proprio come allenatore. Ho diversi contatti e possibilità, ma dopo 12 anni ero stanco. Abbiamo speso tante energie, è due anni che sono fermo, mi sono riposato e adesso sono pronto a ripartire. Lavorare con Mancini vuol dire essere al top: Mourinho, Roberto, Guardiola e Ancelotti sono i migliori al mondo".
Quali sono le doti migliori che contraddistinguono Mancini?
"A livello tecnico-tattico vale tantissimo, come ho già detto per me è il massimo. Roberto è bravissimo a prendere in mano una squadra e alzare il livello della stessa portandola ad essere una grande. Se devo parlare dell'Inter di questa stagione, seppur particolare, credo che il match di Torino contro la Juventus sia stato il migliore: 90' dominati in cui i nerazzurri avrebbero meritato la vittoria. Quella partita rappresenta il meglio dell'Inter 2014-2015".
Considera l'Inter una delle delusioni del campionato?
"La Juventus è sicuramente la migliore squadra della Serie A, ha mantenuto un primato nel tempo con giocatori fortissimi, tra i quali Tevez che considero uno dei migliori attaccanti al mondo. L'Inter, invece, ha disputato una stagione negativa. Sono d'accordo con Mancini su questo. Credo inoltre che l'anno prossimo Roma e Napoli potrebbero accorciare le distanze, soprattutto se al 'San Paolo' arrivasse Mihajlovic, un grande allenatore".
Ha citato Tevez: in passato c'è stato un momento in cui la punta argentina è stata molto vicino all'Inter?
"Assolutamente, anzi, aggiungo che se Roberto fosse tornato prima all'Inter oggi lavorerebbe proprio insieme a Carlos. Tevez è un giocatore che fa la differenza e Roberto stravede per lui".
A più riprese si parla di Balotelli e di un suo ipotetico ritorno in Italia, magari proprio all'Inter: secondo lei sarebbe una sfida intrigante o pericolosa?
"Reputo Mario un grandissimo giocatore, sia dal punto di vista tecnico che tattico, ma soprattutto tecnico. Ha dei colpi unici ed è stato proprio Mancini l'allenatore che ha saputo valorizzare al meglio il giocatore. Quindi ritengo un suo ipotetico ritorno in Serie A sicuramente una sfida che si può vincere, e Mancini ha tutto per riuscirci".
In sede di mercato, cosa dovranno aspettarsi i tifosi dell'Inter da Mancini?
"Come ha detto lui stesso, cercherà dei giocatori pronti sin da subito, per l'immediato. Profili con tanta esperienza che possano contribuire in maniera importante nell'alzare il livello della squadra. Sicuramente chiederà alla dirigenza di intervenire soprattutto in difesa".
Yaya Touré sembra sempre più lontano, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni dello stesso centrocampista ivoriano: immaginiamo che sarebbe una 'botta' per Mancini il suo mancato arrivo...
"Ha fatto il massimo per portarlo a Milano. Non so se le possibilità di vederlo in nerazzurro siano svanite del tutto, ma sicuramente nessuno potrebbe pensare che Mancio non abbia fatto di tutto per convincerlo. Il problema, evidentemente, consiste nella volontà del Manchester City. Anche se sarebbe bello vedere Yaya all'Inter, un giocatore incredibile che farebbe la differenza in questa squadra".
Mancini futuro manager e futuro commissario tecnico di una Nazionale: scenari possibili?
"Credo che già oggi Roberto possa essere considerato un manager. Da tempo lui opera in questo modo perché è un uomo di calcio a 360°. Per quanto riguarda il ruolo da ct, sì credo che sia una possibilità concreta per il suo futuro, anche se non è detto che la Nazionale sarà necessariamente quella azzurra. Potrebbe allenare anche una selezione estera".
Tornando a lei, quali sono i progetti per il suo futuro?
"Vorrei ripartire ricoprendo il ruolo di allenatore. Come detto prima, ho diversi contatti e voglio prendere la decisione migliore. Un conto è fare l'osservatore, un altro il tecnico in prima persona. Potrei ripartire dalle categorie inferiori o da qualche squadra giovanile. Sto valutando, dopo due anni di riposo ho voglia di ripartire e sono pronto per farlo".
Francesco Fontana
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